LA CANNES DEI GIUSTI - “THE SILENT TWINS”, COPRODUZIONE ANGLO-AMERICO-POLACCA DIRETTA DA AGNIEZSKA SMOLCZYNSKA, È UN GRAN BEL FILM COMMOVENTE, PIENO DI IDEE E DI TROVATE - MOLTO BELLO ANCHE IL DANESE-ISLANDESE “GODLAND”, TUTTO GIRATO IN ESTERNI IN UNA ISLANDA MERAVIGLIOSA TRA FIUMI E VULCANI, CHE ABBIAMO COMINCIATO A AMARE NELLE SERIE CRIME NORDICHE VISTE IN PANDEMIA. POTREBBE VINCERE QUALCHE PREMIO MAGGIORE, MA LA SEZIONE UN CERTAIN REGARD È STATA UNA GRANDE SORPRESA, PIENA DI TITOLI FORTI OLTRE IL PREVISTO - VIDEO

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Marco Giusti per Dagospia

 

RED CARPET - CRIMES OF THE FUTURE DAVID CRONENBERG RED CARPET - CRIMES OF THE FUTURE DAVID CRONENBERG

Cannes. Passati David Cronenberg e Park Chan Wook, aspettando l'"Elvis" di Baz Luhrman, segnaliamo due buone sorprese da Un Certain Regard. “The Silent Twins”, coproduzione anglo-americo-polacca diretta da Agniezska Smolczynska è un gran bel film commovente, pieno di idee e di trovate, in gran parte è animato a passo uno o diventa un musical.

 

E’ tratto da una storia vera e da una serie di articoli, che diventarono un libro, scritti dalla giornalista del “The Sunday Times”  Marjorie Wallace su due sorelle gemelle delle Barbados, June e Jennifer Gibbons,nate nelle Barbados, ma cresciute nel Galles negli anni ’80 che riuscivano a comunicare solo fra di loro o con qualche stretto familiare, chiudendosi completamente al mondo esterno fingendo uno stato catatonico.

 

the silent twins the silent twins

La Smolczynska e la sua sceneggiatrice Andrea Seigel, seguono il percorso di June e Jennifer ragazzine, quando non riescono a frequentare la scuola perché si chiudono sempre di più e non arrivano a nessun tipo di cambiamento frequentando una scuola specializzato subito dopo, poi quando crescono comportandosi da teppiste nel loro paese e infine quando, per conseguenze delle loro azioni, vengono chiuse per ben 14 anni a Broadmoor, un inferno per ragazzi problematici, dal quale non sembrerebbe più poter uscire. Ma le cose non andranno così.

 

the silent twins the silent twins

Fortuna vuole che non solo le due ragazze, soprattutto June a vedere il film, abbiano un talento per la scrittura fantastica, con tanto di pubblicazioni, ma che una giornalista, la Wallace, riesca a stabilire un contatto con loro che porterà avanti fino a farle uscire, anche se una delle due, Jennifer, misteriosamente, morirà per liberare la sua gemella June, che infatti avrà una vita normale.

 

Tutto quello che vediamo nel film, con le due gemelle adulte interpretate da Letitia Wright (“Black Panther”, “Small Axe”)  e Tamara Lawrence (“Undercover”, “Small Axe”), non solo è documentato, ma anche le storie coi pupazzetti animati a passo uno vengono dalla fantasia delle gemelle. Se la prima parte è più ariosa e strana, la seconda ci riporta in contatto con l’inutile rigidità dei giudici inglesi. Chiudere le gemelle in un ospedale psichiatrico evidentemente le ha massacrate. Grandi applausi commosi.

 

the silent twins the silent twins

Molto bello, sempre parlando a Un Certain Regard il film danese-islandese “Godland” scritto e diretto da Hylnur Palmason, fotografato da Maria von Hausswolff, tutto girato in esterni in una Islanda meravigliosa tra fiumi e vulcani che abbiamo cominciato a amare nelle serie crime nordiche viste in Pandemia. Qui il regista cerca di ricostruire in maniera piuttosto ambiziosa la nascita di un paese, l’Islanda, e i suoi rapporti anche linguistici con la Danimarca, partendo dalle prime sette fotografie che vennero realizzate sul posto. Non so quanto Palmason si sia inventato la storia, che vede un giovane prete, interpretato da Ingvar Sigurdsson, alla fine dell’800, che parte dalla Danimarca per costruire una chiesa, la prima chiesa, in Islanda.

 

godland godland

Solo che invece di andare per nave nel luogo esatto dove deve costruirla, decide di attraversare il paese con un piccolo gruppo di gente del luogo per documentare la natura terribile e incontaminata e i suoi abitanti. Tutta la prima parte del film è dedicata al viaggio, mentre nella seconda siamo nella piccola comunità dove il prete dovrà costruire la chiesa. Lì incontrerà una ragazza che lo vorrebbe sposare e si scontrerà con un mondo che è più selvaggio di quanto avesse pensato.

 

Il film, che il regista dedica ai suoi genitori, scava nella violenza di un popolo come a cercare qualcosa che ci sfugge, ma la ricostruzione della vita nell’Islanda dell’800 è di grande livello, l’ambientazione è spettacolare e Palmason si permette, pur all’interno di un impianto austero ma molto tradizionale, dei momenti più forti, come un grande movimento di camera di 360 gradi, montaggi pittorici. Potrebbe vincere qualche premio maggiore, ma la sezione Un Certain Regard è stata una grande sorpresa, piena di titoli forti oltre il previsto.

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