I CESARS DEI GIUSTI - LA PERFORMANCE DI CORINNE MASIERO, NUDA SUL PALCO, È STATA OVVIAMENTE MASSACRATA DALLA DESTRA, CHE HA DEFINITO “BO-BO”, RADICAL CHIC, L’ATTRICE, DI FAMIGLIA RICCHISSIMA, NATA IN UN CASTELLO A SAINT-CLOUD. C’È CHI AVEVA DA DIRE ANCHE SULLA SCRITTA, E INFATTI SONO PARTITI DEI SIMPATICI “RENDICI L’ORTOGRAFIA, CORINNE!”. SOLO LA RIVISTA “LES INROCK” HA SALUTATO COME PUNK L’ESIBIZIONE DELLA MASIERO - I FILM PREMIATI E I 7 CÉSARS A “ADIEU LES CONS” DI ALBERT DUPONTEL - VIDEO

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Marco Giusti per Dagospia

corinne masiero nuda alla premiazione dei cesar 10 corinne masiero nuda alla premiazione dei cesar 10

 

Scandalo ai Cèsars 2021, gli Oscar francesi, che si sono celebrati ieri sera all’Olympia di Parigi con diretta su Can Plus presentata da Marina Fois mentre le sale, qui come lì, sono ancora rigorosamente chiuse. E, infatti, cosa stiamo celebrando? Detto questo un’attrice, Corinne Masiero, si è presentata prima vestita con una pelle d’asino, omaggio a un vecchio film di Jacques Demy con Catherine Deneuve, “Pelle d’asino”, e poi si è spogliata nuda in versione “Carrie”, cioè nuda bagnata di sangue (finto), e sul corpo aveva scritto “No culture no future”, questa la capiamo anche noi, e “Rend nous l’art Jean!”, cioè “Rendeci l’arte Jean”, e Jean sarebbe il ministro Jean Castex, il Dario Franceschini francese.

 

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In pratica Corinne Masiero voleva far capire al pubblico francese il disastro della situazione del cinema e dell’arte in Francia. Ammettiamo che qui, anche senza spogliarci, non va meglio. La performance della Masiero è stata ovviamente massacrata dalla destra, che ha definito bobo, radical chic, l’attrice, di famiglia ricchissima, nata in un castello a Saint-Cloud. C’è chi aveva da dire anche sulla scritta, e infatti sono partiti dei simpatici “Rendici l’ortografia, Corinne!”.

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Solo la rivista Les Inrock ha salutato come punk l’esibizione della Masiero. Detto questo, in una serata non proprio riuscita col pubblico con mascherina e un’aria di tragedia da Covid-19, dove ogni artista premiato ha detto la sua contro il governo, ben sette Césars vanno a “Adieu les cons” di Albert Dupontel, che non era presente, a cominciare da miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura.

 

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Ma il film è sucita per una sola settimana e non l’ha visto nessuno nemmeno in Francia. “Un altro giro” di Thomas Vintenberg con Mads Mikkelsen, il film sulla giusta dose d’alcol da superare per migliorare se stessi, vince anche qui come miglior film straniero e si prepara a vincere a mani basse anche gli Oscar. L’italiano Filippo Meneghetti vince come miglior opera prima (francese) con “Deux” con Barbara Sukowa. Miglior attrice protagonista per “Antoinette dans les Cévennes” è la deliziosa Laure Calamy, adorata da tutti quelli che l’hanno vista in “Chiami il mio agente”, dove era la candida segretaria che poi diventa amante del suo capo.

 

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Sami Boujala vince come miglior attore protagonista con “Un fils”. “Josep” di Aurel vince come miglior lungometraggio d’animazione. Emile Dequenne come non protagonista per “Les choses qu’on dit, le choses qu’on fait” di Emmanuel Morel. Due giovani attori neri, Jean-Pascal Zidi e Fathia Youssouf vincono come promesse dell’anno.

 

Dopo il disastro dell’anno scorso, quando Adele Haenel e Celine Sciamma urlando uscirono dal teatro per protestare contro il premio al “molestatore” Roman Polanski, malgrado un nuovo direttivo, presidente è Veronique Ayla, già boss di Arte France, e vice presidente il regista Eric Toledana, malgrado siano stati cambiati molti votanti per aumentare il numero delle donne, i Césars sono ancora stati bastonati dalle donne per il fatto che l’omaggio che ha fatto Jean-Pascal Zidi al regista Adama Traoré, bollato di molestie, da “Variety” perché non ci sono abbastanza neri né tra i votanti né tra i premiati, dalla destra che ha visto tutto l’insieme come una manifestazione ultra radical chic di ricchi viziati e sovvenzionati che se la prendono con il governo e da tutti gli altri perché la situazione in Francia è un disastro e questa sfilata di Fanny Ardant-Isabelle Hupperet&Co. non ha, in fondo, convinto nessuno, a parte i fan di Catherine Ringer, oggi star della musica, un tempo star dell’hard in Italia con “Luana la porcona” di Lorenzo Onorati.

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“Non è questo che riporterà la gente al cinema”, ha detto Gerard Jugnot in tv. Un tizio scrive “Hanno avuto un anno per fare uno spettacolo decente e invece…”, un altro: “Ma i Césars 2021 si fanno in Italia? Perché tutto si spiegherebbe”. Disastro d’ascolto in tv, 9,1 % e un milione e 600 mila spettatori. Ma trionfo di Laure Calamy che è stata ricoperta di baci dai social.

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