CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI! – TITOLO DAL “MESSAGGERO”: “AGLI SCAFISTI FINO A 30 ANNI / UN ‘FARO’ SULL’ACCOGLIENZA”. COSÌ POTRANNO ORIENTARSI MEGLIO NEL MEDITERRANEO - IL “CORRIERE DELLA SERA”, A PROPOSITO DI DONALD TRUMP: “UN EX PRESIDENTE COSTRETTO A RISPONDERE DI ‘REATI PENALI’”. IL SIGNIFICATO DI REATO È “INFRAZIONE DI UNA NORMA PENALE”, PERCIÒ L’ESPRESSIONE “REATO PENALE” È GIURIDICAMENTE INCONGRUENTE. I REATI SONO SEMPRE PENALI, NON ESISTONO QUELLI CIVILI O AMMINISTRATIVI

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“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”

(http://www.stefanolorenzetto.it/telex.htm)

 

la stampa, debit non significa debito la stampa, debit non significa debito

«La chiamavano Debit Suisse». Con questo titolone a tutta pagina sulla vicenda del Credit Suisse, La Stampa crede di fare la spiritosa, contrapponendo debito a credito (crédit, in francese). Ma i giochi di parole bisogna saperli fare. In francese la parola debit si scrive con l’accento: débit.

 

Però non significa debito, come sembra pensare il titolista della Stampa, bensì spaccio, rivendita: débit de boissons, bar, rivendita alcolici; débit de tabacs, tabaccheria, rivendita tabacchi. Non a caso Il Boch (Zanichelli) inserisce il sostantivo tra i falsi amici, cioè parole straniere simili a quelle di un’altra lingua per grafia o suono, ma con funzione diversa: «Débit non significa debito. Deriva da débiter (XIV secolo) composto di e bitte (dallo scandinavo biti, da cui deriva anche bitta). Il senso originario è l’idea del legno o altro materiale fatto a pezzetti e reso così commerciabile».

bill gates con un barattolo pieno di cacca bill gates con un barattolo pieno di cacca

 

Debito in francese è dette: dette morale, debito morale; dette publique, debito pubblico. Che lo zoppicante giochino verbale si legga proprio sul quotidiano di Torino, nell’Ottocento capoluogo del Département du Po, dove la lingua ufficiale era il francese, tanto da avere un maire al posto del sindaco, fa cadere le braccia.

 

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Fabrizio Roncone segue sul Corriere della Sera il match fra Giorgia Meloni ed Elly Schlein alla Camera. Della premier scrive: «Con i deputati che l’hanno incalzata poco fa, è stata pacata, con botte di sarcasmo. Ora la voce gli va su». Il gender dilaga.

 

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il messaggero, un faro per gli scafisti il messaggero, un faro per gli scafisti

Bill Gates «va onorato con il ben meritato titolo di “new Vespasiano”, dal nome dell’imperatore (9-79 d.C.) che istituì l’altrettanto igienico accessorio», sostiene il coltissimo Mephisto Waltz nella sua rubrica sul Sole 24 Ore.

 

Vespasiano non inventò un bel nulla. Secondo gli storici Gaio Svetonio Tranquillo e Dione Cassio Cocceiano, l’imperatore romano si limitò a rintuzzare con la famosa sentenza «Pecunia non olet» (il denaro non puzza) la protesta del figlio Tito, che lo rimproverava per una tassa imposta sugli orinatoi, già esistenti.

 

pierfrancesco favino l ultima notte di amore pierfrancesco favino l ultima notte di amore

Subito dopo, restando in tema, Mephisto Waltz cita «Merda d’artista (Kunstlerscheisse, Merde d’artiste, Artist’s Shit, 1961) di Piero Manzoni». Ma in tedesco Künstler (artista) si scrive con la Umlaut. Ennesima figura di Scheiße per il povero diavolo.

 

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Titolo dal Messaggero: «Agli scafisti fino a 30 anni / Un faro sull’accoglienza». Così potranno orientarsi meglio nel Mediterraneo.

 

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VINCENZO NASTASI PRINCIPE DI TOR BELLA VINCENZO NASTASI PRINCIPE DI TOR BELLA

«Favino, tenente a fine carriera vittima di un destino beffardo» è il titolo del Corriere della Sera per la recensione del film L’ultima notte di Amore, firmata da Maurizio Porro. Ma nella pellicola Pierfrancesco Favino interpreta un assistente capo della Polizia di Stato e non un tenente, qualifica non prevista per i poliziotti. E infatti Porro nell’articolo non scrive mai tenente.

 

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Sulla Repubblica, Andrea Ossino si occupa dell’«autoproclamatosi “Principe di Tor Bella”», Vincenzo Nastasi, «condannato per aver cercato di entrare abusivamente nel penitenziario di Regina Coeli».

 

calabro' e lo tzunami calabro' e lo tzunami

Nastasi aveva organizzato a Roma un giro d’affari da 200.000 euro al mese «intorno al civico 64 di via dell’Archeologia, ai piedi del palazzo “L”, tra le “Torri” dove le case popolari vengono trasformate in regge d’orate». Più che principe di Tor Bella Monaca, re dei pesciaroli.

 

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«Lo tzunami che ha travolto Credit Suisse». Così comincia un articolo di Maria Antonietta Calabrò sul suo blog Justout.org. Ci dispiace per l’ex portavoce del presidente emerito del Senato, Marcello Pera, ma fin dal 1907 la parola giapponese che indica i maremoti è stata traslitterata in tsunami, con la s, cioè onda (nami) sul porto (tsu).

 

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Massimo Gaggi, da New York per il Corriere della Sera, a proposito di Donald Trump: «Un ex presidente costretto a rispondere di reati penali». Il significato di reato è «infrazione di una norma penale» (Lo Zingarelli 2023), perciò l’espressione reato penale è giuridicamente incongruente. I reati sono sempre penali, non esistono quelli civili o amministrativi.

 

la repubblica, la reggia delle orate la repubblica, la reggia delle orate

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Claudia Arletti sul Venerdì di Repubblica intervista Adele Orioli, legale dell’Unione atei agnostici razionalisti, la quale si dilunga sulle battaglie giudiziarie e sulle «sentenze agghiaccianti» scaturite dalla campagna «Viviamo bene senza D» dell’Uaar, apparsa nel 2013 con affissioni su autobus e muri («La cattiva notizia è che Dio non esiste.Quella buona, è che non ne hai bisogno», lo slogan più gettonato).

 

Orioli si sofferma sulla rimozione del crocifisso dalle aule scolastiche, sui matrimoni civili che hanno superato quelli religiosi, sulla Chiesa cattolica che «costa ai contribuenti quasi 7 miliardi di euro l’anno», sull’abolizione del Concordato, sui «moduli taroccati» per imporre l’ora di religione nelle scuole, sullo «sbattezzo» che va «sempre fortissimo».

 

Dopo aver chiarito che «la questione dell’esistenza di un dio non mi interessa», all’ultima domanda di Arletti («E i contatti con Casapound?»), Orioli risponde: «Oh cielo!».

 

Notifichiamo all’avvocata dell’Uaar che nello Zingarelli 2023 le esclamazioni cielo!, santo Cielo!, giusto Cielo! e per amor del Cielo! sono contemplate nella quarta delle cinque definizioni del sostantivo cielo, che recita: «In diverse religioni, sede di esseri divini, dimora ultraterrena e paradisiaca di esseri umani che hanno vissuto rettamente». Oltre che a sé stessa, Orioli deve fare causa anche al vocabolario.

 

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SALVINI E PIANTEDOSI - MEME BY GIAN BOY SALVINI E PIANTEDOSI - MEME BY GIAN BOY

Sul Fatto Quotidiano, Giacomo Salvini parla di «un innalzamento della quota di migranti da far entrare regolarmente per lavoro (da 80 a 100 mila)», sottointeso in Italia. Solo che nello stesso servizio, verso la fine, anticipa «un decreto flussi per aumentare da 83 a 100 mila ingressi regolari». Tremila in più, 3.000 in meno, che saranno mai?

 

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Titolo dalla prima pagina del Riformista: «Aprì le porte della Cgil: Piantedosi sa chi era?». Tutto chiaro.

 

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Titolo dal Corriere dell’Alto Adige: «Aquafil, anno da record per i ricavi / Dividendi a 2,4 euro per azione». Nel testo si legge che «Aquafil intendere consolidare i propri numeri in certezze, proponendo una distribuzione di dividendo pari a 0,24 euro per azione». Qui di certezze se ne vedono poche.

 

 

 

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