diabolik - ginko all'attacco

IL CINEMA DEI GIUSTI – DI FRONTE A QUESTO SECONDO DIABOLIK DEI MANETTI BROS, “GINKO ALL’ATTACCO”, DEVO DIRE CHE NON HO TROVATO SOSTANZIALI DIFFERENZE DI SCRITTURA E DI MESSA IN SCENA CON IL PRIMO, A PARTE QUELLA DELLA SOSTITUZIONE DEL PROTAGONISTA LUCA MARINELLI COME DIABOLIK CON IL PIÙ OSCURO, E DECISAMENTE PIÙ BASSO, GIACOMO GIANNIOTTI. NON PROPRIO ADATTO, AHIMÉ PER ALTEZZA, A ESSERE MESSO ACCANTO ALLA EVA KANT DI MIRIAM LEONE - MA LA STORIA SCORRE MEGLIO E I MANETTI RIESCONO ANCHE A CONCEDERSI QUALCHE STRAVAGANZA. E COMUNQUE IL PUBBLICO AFFEZIONATO NON MANCHERÀ… - VIDEO

 

Marco Giusti per Dagospia

 

diabolik ginko all'attacco

Chiuso nella stessa sala dell’Adriano a Roma dove avevo visto il primo Diabolik dei Manetti bros, di fronte a questo numero due, “Diabolik: Ginko all’attacco”, devo dire che non ho trovato tra i due film sostanziali differenze di scrittura e di messa in scena, a parte quella, non so quanto fondamentale, della sostituzione del protagonista Luca Marinelli come Diabolik con il più oscuro, e decisamente più basso Giacomo Gianniotti.

 

Forse più simile al personaggio del fumetto, ma certo dotato di minor presenza sullo schermo e non proprio adatto, ahimé per altezza, a essere messo accanto alla Eva Kant di Miriam Leone. E dire in tanti avevano criticato il Diabolik di Luca Marinelli, così puntuto, così alla ricerca di una chiave che non fosse solo quella della ricostruzione ossessiva del fumetto e delle sue inquadrature.

 

miriam leone giacomo giannotti diabolik ginko all'attacco

Ma, come vediamo fin dalle prime scene del nuovo film, neanche questo Diabolik riesce a liberarsi dalle costrizioni del personaggio. Ancora così inutilmente crudele e sanguinario. Forse non siamo più abituati ai tanti personaggi minori uccisi come accadeva nel cinema di genere, western o spy, degli anni ’60. Nemmeno questo riesce insomma a essere qualcosa di diverso dal Diabolik del fumetto. E forse è bene così. Come va bene che il film stia ancora una volta dividendo il suo pubblico.

 

miriam leone diabolik ginko all'attacco

Chi lo trova, come il primo, un’occasione persa, e chi invece apprezza oltremodo il rigore ossessivo dei Manetti nel voler rimanere fedeli all’eurotrash anni ’60 del fumetto. Leggo che il critico Alan Jones, grande fan della saga dei Manetti, oltre a preferire questo tipo di cinema pieno d’amore per il genere rispetto ai polpettoni miliardari e digitalizzati della Marvel, si lamenta di non aver ricevuto da 01 la possibilità di portarlo al Festival di Glasgow.

 

monica bellucci diabolik ginko all'attacco

Come, insomma, se Diabolik fosse qualcosa da difendere rispetto al resto del mondo, quando la sua universalità è proprio nel suo rispetto delle regole del fumetto e del cinema anni ’60. E in questo non posso che schierarmi sempre dalla parte dei Manetti, che rielaborano qui anche le loro teorie sui film di James Bond visti non come puro genere, ma come cornice in grado di contenere qualsiasi altra cosa, anche il fumetto.

luca marinelli diabolik

 

E, non a caso, la parte migliore del film è proprio quella iniziale, dove i Manetti tentano di ricostruire una sequenza pre-titoli bondiana di alta classe e danno poi vita a una bella sequenza di balletto con titoli che ci riporta ancora al mondo amatissimo di James Bond, ma visto con lo spirito dell’epoca e non come rimasticatura di cinema del 2000.

 

diabolik ginko all attacco

Detto che Diabolik, in questa seconda avventura, dopo una ventina di minuti, scompare quasi, per dare spazio, come da titolo, all’attacco dell’ispettore Ginko. Un ispettore diviso stavolta tra una Eva Kant, la sempre bellissima Miriam Leone, che si dice pronta a tradire per vendetta il suo compare, e la nuova venuta Monica Bellucci come nobildonna che parla, non si capisce perché, col cecio in bocca (è sicuramente una scelta registica), ma si dilunga in un lunghissimo bacio con il suo amante, l’ispettore Ginko, che si rivela uno dei momenti più interessanti di tutta la lunga carriera di Mastandrea e lo porta ai livelli del Ginko di Michel Piccoli di non poco fascino.

 

valerio mastandrea diabolik ginko all'attacco

I Manetti, come vi ho detto, non cambiano di un’unghia la loro impostazione di regia, ossessiva, fumettare e fortemente autoriale che era la chiave già del primo film. A rischio di non piacere a tutti. E ci sta. Riescono a costruire qualche buona scena, come quella dei titoli, dove muovono le ballerine-poliziotte e i titoli stessi, e qualche inseguimento riuscito. Magari avremmo voluto vedere più cose di quel tipo, un po’ più divertenti per agitare una messa in scena così rigorosa del fumetto.

 

Ma, a differenza di quel che leggo sul film, mi sembra che la storia scorra meglio che nel primo e i Manetti riescono anche a concedersi qualche stravaganza. E comunque il pubblico affezionato non mancherà. Tra gli attori si riconoscono vecchi e nuove conoscenze. Urbano Barberini come capo della polizia, Andrea Roncato come vecchio al biliardo, Alessio Lapice come Ropper, Linda Caridi come Elena Vanel, G Max come poliziotto, tutti in versione fumetto. 

monica bellucci diabolik – ginko all’attacco diabolik – ginko all’attacco diabolik ginko all'attacco miriam leone diabolik – ginko all’attacco

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?