pier luigi celli

COME SOPRAVVIVERANNO I MEDIA DOPO IL COVID - PIER LUIGI CELLI: ''GIÀ NEL PRIMO TRIMESTRE DEL 2020 GLI OTT (GOOGLE E FACEBOOK IN TESTA) SI SONO ACCAPARRATI L’80% DELLA PUBBLICITÀ ON-LINE E SE I TREND DOVESSERO ESSERE CONFERMATI, ALLA FINE DEL 2020 PER LA PRIMA VOLTA IL DIGITALE IN ITALIA SUPERERÀ LE TELEVISIONI PER RACCOLTA PUBBLICITARIA. LA POLITICA E LE ORGANIZZAZIONI DI SETTORE HANNO TROPPO A LUNGO ACCETTATO L’OPACITÀ DELLE PRATICHE FISCALI E LA TOTALE AUTO-REFERENZIALITÀ DI…''

 

Da www.primaonline.it

 

Pier Luigi Celli -manager dalla vastissima esperienza, autore e professore universitario in passato ai vertici di aziende come Rai,  Eni, Enel, Olivetti, Wind, Omnitel,  UniCredit e Ipse – è attualmete presidente di Sensemakers, rivenditore esclusivo di Comscore e Biscience. Ruolo che gli permette visibilità sui dati dei consumi digitali degli italiani essendo fornitore di Auditel nel progetto di misurazione delle audience online dei broadcaster.

 

 

Questa è la riflessione dedicata al ‘Sistema dei media alla prova del Covid e del Governo’ che Pier Luigi Celli  ha voluto condividere con i lettori di Primaonline.it

PIER LUIGI CELLI

 

Siamo all’inizio della cosiddetta Fase 3 ma è già possibile tracciare un primo bilancio dell’impatto dell’emergenza Covid sul nostro sistema dei media e sui suoi effetti di lungo periodo.

 

Possiamo tranquillamente affermare che la crisi fino ad oggi ha agito da catalizzatore dei fenomeni in corso e, proprio per questo, ha reso ancora più chiara la necessità di riflettere sulla sostenibilità futura dell’attuale sistema dei media.

 

Durante la crisi è stato più che mai evidente il ruolo ancora fondamentale svolto dai mezzi tradizionali, come le televisioni e i giornali, nell’informare correttamente l’opinione pubblica con autorevolezza e una vocazione strutturalmente plurale e democratica.

Sono emersi in maniera chiara però anche i costi connessi ai contenuti di qualità: dalla numerosità e varietà delle redazioni, ai rischi delle produzioni in esterna. Costi sempre più difficili da sostenere in uno scenario in cui i ricavi pubblicitari si stanno indirizzando più che mai verso player stranieri e gli OTT in particolare.

 

Questi ultimi durante l’emergenza hanno sofferto meno del calo degli investimenti in advertising ed è probabile che, post Covid, si rafforzino ulteriormente. La possibilità di raggiungere una vasta audience, di profilarla grazie all’enorme mole di dati gestiti e soprattutto la capacità di legare i messaggi pubblicitari all’ e-commerce sono infatti tutti fattori determinanti per raccogliere quote di pubblicità sempre maggiori.

 

facebook google

E in una fase post-emergenziale, in cui gli ascolti delle televisioni e dei brand dell’informazione si sono normalizzati, il divario tra gli operatori domestici e quelli internazionali nell’attrazione degli investimenti pubblicitari probabilmente aumenterà ancora.

 

Già nel primo trimestre del 2020 gli OTT si sono accaparrati l’80% della pubblicità on-line e se i trend di questi mesi dovessero essere confermati, alla fine del 2020 per la prima volta il digitale in Italia supererà le televisioni per il valore della raccolta. Televisioni che hanno sofferto il blocco delle produzioni proprio nel momento in cui le piattaforme internazionali di streaming (vecchie e nuove) stanno competendo a suon di investimenti per attrarre l’attenzione e l’interesse dei telespettatori italiani.

 

Si tratta di fenomeni comuni a molti paesi, e che in alcuni casi all’estero sono già avvenuti. Ma è innegabile che andrebbero rivalutati alla luce della nuova situazione economica e sociale generata dal Covid.

 

E non basta demonizzare gli OTT. Sarebbe anche opportuno che i tutti gli attori del sistema dei media si facessero un esame di coscienza. Negli ultimi anni i broadcaster televisivi si sono limitati a sfruttare le rendite di posizione anche perché il servizio pubblico non ha generato alcuna forma innovazione. I giornali, da parte loro, non solo non hanno ripensato il proprio modello di business ma hanno progressivamente accentuato la propria dipendenza on-line dalle piattaforme OTT proprio mentre reclamavano da quest’ultime il rispetto del diritto d’autore.

SPESA AD ONLINE VS TV

 

La politica e le organizzazioni di settore hanno troppo a lungo accettato l’opacità delle pratiche fiscali e la totale auto-referenzialità nelle misurazioni e nel trattamento dei dati. Si tratta di questioni delicate, alcune delle quali non possono che essere gestite e negoziate a livello comunitario o addirittura internazionale. Ma nel frattempo la politica, nel momento in cui vuole fare presto e riappropriarsi della propria funzione di indirizzo, potrebbe nominare subito i vertici delle Authority (Agcom e Privacy) condannate da mesi allo stallo per un balletto di veti incrociati che poco hanno a che fare con l’urgenza di rivitalizzare il sistema dei media.

 

Nella condizione di incertezza che attualmente caratterizza il settore, il suo riassetto non può che essere una delle priorità dell’agenda di governo. Sarebbe auspicabile, ad esempio, che emergesse una leadership nazionale in grado di farsi carico di queste problematiche.

 

Siamo sicuri di voler correre il rischio di affrontare mesi di probabili tensioni sociali, con tutti i principali attori del sistema dei media indeboliti dalla crisi e con alcune delle maggiori piattaforme che rivendicano l’irresponsabilità per ciò che pubblicano?

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…