chef rubio anzaldi

COSA NON SI FA PER ANDARE CONTRO SALVINI - IL RENZIANISSIMO ANZALDI VUOL PORTARE IN RAI CHEF RUBIO, LO SPADELLATORE CHE ATTACCA IL LEGHISTA E ODIA ISRAELE: “CI SARÀ UN PREGIUDIZIO POLITICO PER LE SUE IDEE? IN QUESTA RAI VENGONO INGAGGIATI SOLO BIOGRAFI E SUPPORTER DI SALVINI?" - PARTE DELLA SINISTRA, INTANTO, HA GIÀ TRASFORMATO IL SEDICENTE CUOCO IN UNA ICONA RIVOLUZIONARIA PER LA SUA IDEA DI CUCINA “DEMOCRATICA E INCLUSIVA”...

CHEF RUBIO

Francesco Borgonovo per “la Verità”

 

La brillante idea è venuta a Michele Anzaldi, un vero genio della televisione, deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai. L' elevato pensiero è stato affidato a Twitter: «Chef Rubio lascia Discovery: la Rai avrà il coraggio di proporgli un programma, magari che parli di ultimi e periferie e sappia interessare i giovani? Oppure ci sarà un pregiudizio politico per le sue idee? In questa Rai vengono ingaggiati solo biografi e supporter di Salvini?».

 

anzaldi

Piccolo riepilogo per chi non avesse seguito le puntate precedenti. Chef Rubio, alias Gabriele Rubini (36 anni, diplomato all' Alma di Gualtiero Marchesi) ha condotto per anni sui canali del gruppo Discovery trasmissioni anche divertenti - a tratti - come Unti e bisunti e Camionisti in trattoria.

 

Nei giorni scorsi si è saputo che il nostro eroe e il grande gruppo televisivo hanno rotto. Il diretto interessato ci ha subito tenuto a precisare che «si tratta di una scelta mia», dunque non l' hanno licenziato causa bassi ascolti. Anche se poi Rubio ha dichiarato: «Continuare a girare per gli ascolti non è mai stata e mai sarà una mia peculiarità e farlo mi avrebbe reso infelice e ancora più nervoso di quanto già non fossi alla fine della terza stagione».

CHEF RUBIO

 

Leggendo queste parole viene da pensare che, in effetti, qualche problemino di ascolti magari ci fosse. E purtroppo quella dello share è la dura legge della tv commerciale: se la gente ti guarda, bene; altrimenti tanti saluti. Certo, sarebbe opportuno che alcuni programmi di particolare valore sociale e culturale non fossero soggetti alla mannaia dello share, ma non è il caso delle trasmissioni di Rubio. Tra l' altro lui si propone come «voce del popolo», e se il popolo non lo segue come dovrebbe mica può lamentarsi.

 

Parte della sinistra, tuttavia, ha già trasformato il cuoco rosso in una icona rivoluzionaria. Ieri su Repubblica Licia Granello ha spiegato che «Rubio si è speso moltissimo per affermare un' idea di cucina democratica e inclusiva [...] infarcita di commenti al vetriolo contro la destra e un occhio di riguardo per Matteo Salvini». Secondo la Granello, «solo Rubio e i responsabili di Discovery sanno la verità sul divorzio: censura, mobbing o semplice disamore. Certo, veder spadellare con la vacua leggerezza di Nonna Papera riesce molto più rassicurante per autori e spettatori. Basta sapersi accontentare».

 

CHEF RUBIO

Ah, ecco Rubio il martire, alfiere della democrazia ai fornelli ed eroico nemico della destra. E infatti ecco arrivare l' immancabile Anzaldi a rivendicare per l' indomito progressista della pajata un posto sull' emittente pubblica (anche se poi ha cercato di fare una mezza retromarcia).

Grande trovata, dicevamo: è noto che in Rai basta avere una copertura politica e come per magia gli ascolti non sono più un problema.

 

Se stai dalla parte giusta puoi tirare dritto anche se il pubblico ti evita. L' aspetto grottesco di tutta questa vicenda, però, non riguarda gli ascolti bensì le posizioni politiche e ideologiche che Rubio - da un bel po' di tempo a questa parte - esprime sui social network e altrove. Tanto per fare un esempio, lo scorso agosto il cuoco ha pubblicato online un post in cui spiegava: «Se volete salvare il pianeta spendete meno, consumate meno, ed eliminate fisicamente i sovranisti e co». I suoi tweet contro Salvini (e, più in generale, contro qualunque essere umano vagamente riconducibile alla destra) sono tristemente noti, e sono giunti in qualche caso a minacce d' aggressione fisica. Per quanto disgustosi, tuttavia, gli insulti ai «sovranisti» non sono nulla di nuovo sotto il sole.

CHEF RUBIO

La vera specialità dello chef sono gli attacchi a Israele. Secondo Rubio «non è una democrazia». Ed ecco il motivo: «Se lo Stato di Israele è ebraico non può essere democratico, perché non esiste uguaglianza. Se è democratico, non può essere ebraico, poiché una democrazia non garantisce privilegi sulla base dell' origine etnica. Fine della storia».

 

Sono anni che Rubio va avanti così. Nel 2017 scrisse: «Rabbì la storia è ciclica: prima pecore e poi lupi. E lo sanno tutti che il terrorismo non ha la kefiah ma va in giro con i tank». Più di recente ha definito gli israeliani «esseri abominevoli».

 

Ora, Rubio è certamente libero di pensarla come vuole e di scrivere ciò che gli pare. Il punto è: come è possibile che la sinistra italiana (o una parte di essa) ne faccia un eroe? Repubblica lo difende per via della sua cucina «democratica e inclusiva». Già, così inclusiva da invitare allo sterminio dei sovranisti e degli israeliani.

 

CHEF RUBIO

Il renziano Anzaldi lo vorrebbe nei canali di Stato. Stiamo davvero parlando della stessa sinistra che ogni giorno si riempie la bocca con l' importanza della commissione Segre? Se i progressisti fossero coerenti, direbbero che Rubio ha - molto più di altri - il perfetto profilo dell' odiatore social. Invece lo difendendo. Si vede che allo chef «inclusivo» è concesso dire che gli ebrei d' Israele sono «esseri abominevoli». Più che un posto in Rai, gli dovrebbero dare un posto nel Reich.

chef rubiochef rubiochef rubiochef rubiochef rubio 1chef rubio

Ultimi Dagoreport

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…