dago in the sky

DAGO IN THE SKY – STASERA ALLE 21.15 SU SKY ARTE NON PERDETE  ‘’QUANDO L’ARTE SI FA PER SPOT (COSÌ IL CAPITALISMO È DIVENTATO ARTISTA)’’ – SCOPRIRETE CHE L'ARTE È LA PIÙ GRANDE FORMA DI PUBBLICITÀ DA SEMPRE; NATA AL SERVIZIO DEL CRISTIANESIMO, SI E’ SVILUPPATA ALLA CORTE DEL POTERE, DA NAPOLEONE A HITLER – OSPITI LUCA BEATRICE, STEFANO BARTEZZAGHI E PABLO ECHAURREN - VIDEO

 

DAGO IN THE SKY

QUANDO L’ARTE SI FA PER SPOT

(Così il capitalismo è diventato artista)

Stasera alle 21.15 su Sky Arte

Dago in The Sky

 

L'arte è la più grande forma di pubblicità da sempre; si è sempre sviluppata al servizio di qualcosa, sia esso una religione, o un potere politico. Dai graffiti di Altamira e di Lascaux, che iconizzano la vita quotidiana del paleolitico, l'arte aveva il compito di mostrare l'invisibile (Dio) per "elevare l'umano al divino”. L’universo figurativo era costituito dai dipinti delle chiese oppure dall’immagine in pompa magna di re e regine: insomma l’arte comunicava.

 

La Madonna del parto

Quando poi la nostra vita è diventata un consumo, il capitalismo è diventato artista. E il confine che differenziava arte e industria, avanguardia e mercato, creazione e comunicazione, è diventato sempre più sottile e forse sempre meno necessario, fino al punto di far dire a Marshall McLuhan, padre della moderna teoria della comunicazione, che “La pubblicità è la più grande forma d'arte del XX secolo”.

 

Napoleone

Quando nasce la pubblicità? Nasce con la modernizzazione napoleonica. Nel 1800 Bonaparte detterà al pittore Jacques-Louis David il primo briefing di comunicazione della storia moderna: “Voglio essere raffigurato calmo in sella a un destriero focoso”. Nasce così quell’icona che dopo aver invaso le case di Francia presidierà stabilmente le pagine nei libri di storia della nostra scuola media. Bonaparte inventerà il merchandising imperiale (le sue immagini su carta e quei busti in bronzo o gesso reperibili oggi nei mercatini), e il primo logo della storia: il marchio “N”.

toulouse lautrec

 

Finito l’ancien régime, gli artisti con la disinvoltura propria degli intellettuali, avevano trovato un nuovo committente: la classe dirigente della rivoluzione borghese che, in quanto borghese, sapeva maneggiare commerci e industria. E saprà servirsi della réclame che non a caso porterà a lungo un nome francese.

 

Nell’Ottocento la pubblicità sarà dominio esclusivo degli artisti, da Jules Chéret, padre del manifesto moderno, al lavoro del più celebre artista-pubblicitario di quel periodo Henri Tolouse Lautrec; le sue réclame per il Moulin Rouge sono diventate ormai celebri simboli del binomio arte-pubblicità.

 

Dago in the sky - Luca Beatrice

Il futurismo chiamava i manifesti "Quadri pubblicitari" capaci di cambiare anche le città. Giorgio De Chirico nel 1924 a Parigi: “Ogni muro tappezzato di réclames è una sorpresa metafisica; e il putto gigante del sapone Cadum, e il rosso puledro del cioccolato Poulain sorgono con la solennità inquietante di divinità di miti antichi”. E nel '50 De Chirico lavora per la Fiat.

mostra futurismo guggenheim depero

 

Sempre Depero, autore nel 1931 del "Manifesto dell'arte pubblicitaria futurista", prevedeva, anticipando la pop art, che l'arte del futuro sarebbe divenuta sempre più «potentemente pubblicitaria», teorizzando la pubblicità come «una forma d’arte popolare che vive nelle strade mentre l’altra arte è destinata ad essere sepolta nei musei».

Compaiono nuovi soggetti intellettuali. Quelli che fissano gli obiettivi, che escogitano artifici, i primi manipolatori di massainsomma. Agli artisti figurativi si uniscono scrittori e poeti.

 

Dago in the sky - Pablo Echaurren

Per restare in Italia, Gabriele D’Annunzio darà vita a una vivace e remunerativa collaborazione con la réclame, il cui risultato più celebre è il nome La Rinascente. Meno noto è che creò anche il nome Saiwa e il “Me ne frego” fascista. Negli Stati Uniti le grandi firme della letteratura, Francis Scott Fitzgerald, Raymond Chandler, Sinclair Lewis tra gli altri, portano il loro contributo alla nascente industria della pubblicità. Edward Hopper si guadagnerà da vivere facendo l’illustratore negli anni (parecchi, invero) in cui il suo talento di pittore non è ancora affermato e i suoi quadri non vendono.

dannunzio

 

Dago in the sky - Stefano Bartezzaghi

Hitler, Stalin, Lenin, Mussolini: tutti i grandi delinquenti della storia hanno saccheggiato gli stilemi del mondo pubblicitario teorizzate dalle teste calde del futurismo, come Marinetti e Depero, Prampolini e Sironi. La pubblicità, come la politica, è anch’essa velocità, ebbrezza della modernità: un gesto forte, che colpisce e aggancia. Le prime agenzie pubblicitarie teorizzavano il "Pugno dell'occhio". per creare di se stessi un marchio attraverso l’arte, la radio e il cinema. Leni Riefenstahl, con i suoi documentari realizza un carosello grandioso per il nazismo, tutti che marciano, il passo dell’oca perfettamente identico, non c’è mai uno sfasamento, quello che tu vedi è quello che avrai. Con il realismo socialista ecco Lenin col piccone sulla Piazza Rossa, Stalin che fa l’agricoltore come farà poi Mussolini…

leni riefenstah 1934

 

A partire dagli anni Sessanta, con Andy Warhol che raccoglie l’eredità concettuale di Duchamp per trasformarla in un’arte seducente, appariscente e popolare, non si fa più fatica ad accettare il concetto che l'artista attinga per la sua ispirazione alla stessa cultura di massa in cui è immerso il consumatore, muovendosi al limite di due mondi, quello dell'arte e quello del commercio, che oggi trattano la stessa materia, il bene di consumo.

Leni Riefenstahl 1

Con le scatole di saponi Brillo e i barattoli della zuppa Campbell, Andy Warhol intuisce i possibili sviluppi di un'arte moderna che si sarebbe sempre più integrata con la vita comune e mostra che la pubblicità non è solo l'anima del commercio, ma è il commercio dell'anima.

 

La Pop art fu una restituzione, un reciproco riconoscimento tra arte e pubblicità. Perché incarna lo spirito seriale della società dei consumi, l'algoritmo sogno-desiderio che ne definisce l'avere e l'essere. Non esiste più alcuna barriera tra cultura alta e bassa, l’avanguardia e le masse. Così nasce il capitalismo-artista creando un cosmo trans-estetico nel quale si mescolano creazione e design, cultura e spettacolo, arte e pubblicità, avanguardia e moda.

Dago in the sky - Pablo Echaurren

 

In Italia è l'epoca di talenti assoluti come Armando Testa e dei suoi manifesti come quello per l'Aperitivo Punto e Mes, costituito da una grande sfera rossa sopra un'altra mezza sfera. È anche il momento della ricercata grafica di un maestro come Albe Steiner degli omini col naso rosso di Emilio Tadini, i collage di Mario Rotella, la “Esso” di Mario Schifano. Da campo di lavoro degli artisti, la pubblicità si trasforma così in fonte d’ispirazione artistica.

 

Dago in The Sky

Nel capitalismo-artista, i marchi non hanno più il solo scopo di farsi conoscere, ma quello di darsi una statura, di creare un sogno e un legame affettivo con il loro pubblico. Per cui non deve stupire che la pubblicità attinga tanto spesso al linguaggio dell'arte contemporanea. Oggi non stupisce più che le opere di artisti disparati si leghino all'immagine di un prodotto di mercato per promuoverlo sul piano commerciale, Non c’è un artista contemporaneo che non abbia disegnato uno Swatch, da Keith Haring a Jeff Koons. O non abbia partecipato alla campagna pubblicitaria per "Absolut Vodka”.

spot burger king con andy warhol 5

Gli stessi artisti d'avanguardia vengono sollecitati per allestire le vetrine dei negozi, realizzare spot pubblicitari, concepire collezioni. Takashi Murakami, Stephen Sprouse e Yayoi Kusama hanno disegnato collezioni per Vuitton.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...