dago balassone repubblica fca elkann

DAGOSPIA, MENO MALE CHE C’È - NELL’ELOGIO DI “THE DAGO SHOW” SU RAIPLAY, BALASSONE SU “REPUBBLICA” DEFINISCE DAGOSPIA “LA BUCA DELLE LETTERE DEL GOSSIP DI REGIME” - DAGO SPIEGA A CHE SERVE IL SITO: “OGGI LA NOTIZIA DELLA PERQUISIZIONI NELLE SEDI DI FCA DA PARTE DELLA FINANZA OCCUPAVA UNA PAGINA SUI TUTTI QUOTIDIANI, ECCETTO “REPUBBLICA” CUI BASTA UN TRAFILETTO A FONDO PAGINA PER NON INTRISTIRE LA VITA DISAGIATA DI JOHN ELKANN. E ALLORA MEGLIO..."

THE DAGO SHOW

https://www.raiplay.it/programmi/thedagoshow

 

1 - AL DAGO SHOW NON SERVE LA STRAVAGANZA

Stefano Balassone per “la Repubblica”

 

ARTICOLO DI STEFANO BALASSONE SU THE DAGO SHOW

The Dago Show su RaiPlay mostra un Roberto D'Agostino che non posa a stravagante, ma spiega in modo piano la tv, in base all'esperienza fatta con Arbore e Boncompagni. A dirla in sintesi, la tv è un linguaggio che gioca fra le luci e la regia. Le luci modulano i colori lungo l'intera gamma che passa dal più freddo al più pastello.

 

Se immergi la scena in morbide sfumature, lo spettatore s' ammorbidisce in parallelo e lasciandosi rapire da quel Video delle Fate dove ogni cosa può accadere, anche la più improbabile. Chi non ci crede dia uno sguardo alle scene di Barbara, Mara e compagnia.

 

STEFANO BALASSONE

Se invece illividisci i colori in video, chi sta in poltrona pur con gli occhi semichiusi entra al volo nell'idea del dramma, dell'impettirsi, dell'agonismo dei pareri attorno a materie con le quali c'è poco da scherzare. Puoi ovviamente mischiare queste chiavi giocandole a contrasto, come fa lo chef con l'agro e il dolce dentro il piatto.

 

Potresti titillare emozioni più complesse, ma se ti va male, avrai soltanto creato confusione e scatenato lo zapping giustiziere. Gli stacchi di regia sono il movimento televisivo in senso proprio perché il regista sceglie i dettagli in scena e li dispone nella sequenza che costruisce il senso dell'insieme.

 

Dago ph Porcarelli

Lo spettatore invece resta immobile a contemplare il filo del racconto, a differenza del turista che gira attorno a un David per farsene la descrizione nel ricordo. Anche le parole, ovviamente, contano in tv, purché sappiano che giocano fuori casa essendo forgiate per l'udito, la radio, il filo del telefono e non per farsi scorgere dall'occhio. Per questo nei talk show mentre uno parla risulta più efficace l'avversario che scuote il capo in segno di diniego.

 

Questo spiega D'Agostino in modo sobrio, tanto che dimentichi la guru-barba, l'affresco dei tatuaggi e il saperlo fondatore e anima di Dagospia, la buca delle lettere del gossip di regime. Non è del resto il primo che, a pro' della bottega, nasconde il meglio di se stesso.

FRUTTERO LUCENTINI

 

2 - DAGO RISPOSTA

Caro Balassone, anzitutto, grazie per la valutazione del ‘’Dago Show’’ su RaiPlay. Avendo iniziato ad occuparmi di televisione dal lontano 1978, montando le musiche per “Odeon” di Brando Giordani ed Emilio Ravel per proseguire come autore di tre edizioni di “Sotto le stelle”, show del sabato estivo di Raiuno fino alle esperienze straordinarie con Arbore e Boncompagni e le recenti 30 puntate di “Dago in the Sky”, in questo campo, come si dice tra i radical chic dei Parioli, ‘anche le breccole maturano’.

 

STEFANO BALASSONE

Ovviamente mi dispiace – anzi, non capisco  - il tuo giudizio: “Dagospia, la buca delle lettere del gossip di regime’’. "Cose da serve", avrebbe sbrigativamente sentenziato un umanista ferito nel cuore. "La finestra sul porcile", avrebbe titolato un moralista indispettito. Come gli alcolisti, come i drogati, sappiamo benissimo che la cosa ci fa male. Che dovremmo occupare il nostro (poco) tempo libero a leggere "Alla ricerca del tempo perduto" di Marcel Proust, anziché inseguire Ta-Rocco Casalino e le badanti di Berlusconi e le peripezie di Conte.

 

camilla cederna

Dagospia ha il suo nume tutelare, guida spirituale, sostegno esistenziale nel duo Fruttero & Lucentini. La sublime coppia della letteratura italiana, ne “Il cretino in sintesi”, osserva: “Noi dunque non scartiamo l’ipotesi che nella maldicenza si debba vedere l’estremo rifugio dell’individuo indipendente, il privato territorio dove ognuno può ancora ragionare con la propria testa, esercitare e affinare le proprie capacità di giudizio, di osservazione, di confronto, di critica, di satira. Tagliare i panni addosso agli altri è forse l’ultima trincea del libero pensiero…”.

 

Marcel Proust

Né va dimenticato, sottolinea Camilla Cederna, compianta regina del gossip alto, che "gran parte della letteratura, da Omero in poi, ha le sue radici nei fertili terreni del pettegolezzo. Litigano gli dei? Moltissimo! E come si tradiscono, si camuffano, quante ne fanno. E Svetonio non si basa forse sulla malalingua?". E i grandi scrittori venuti dopo? "Ciò che vediamo in Tolstoi, Flaubert, Dickens o Proust", ha scritto Mary Mac Carthy, "è la voce di un vicino che racconta l'ultimo pettegolezzo".

 

JOHN ELKANN MAURIZIO MOLINARI

"Narrant" dicevano i latini: e giù un mare di maldicenze, genialmente reinventate e messe in forma, contro imperatori e imperatrici. Bisogna dunque riconoscere che l'arte della diceria non è un genere letterario, ma la letteratura un settore molto fortunato del gossip. Da mille portinaie nasce un Proust, non viceversa.

 

Dunque, per vivere senza pettegolezzi, non bisogna essere eccessivamente contemporanei. Mentre persino la maldicenza più trucibalda può essere una forma di partecipazione, di attenzione a ciò che capita, di coinvolgimento, ricostruisce il vuoto, il rapporto sospeso sulla percezione dei fatti. Ecco: il gossip è una bugia che dice la verità.

 

REPUBBLICA DI JOHN ELKANN DEDICA UN BOXINO ALLA PERQUISIZIONE NELLA SEDE FCA

Infatti, lo spettegolamento non coincide mai con la verità; o è una mezza verità o una verità e mezzo. Come disegnare i baffi alla Gioconda o infilare i jeans al David di Donatello. Quando la verità ci abbandona, è il pettegolezzo che ci resta accanto, come una filippina fedele. E come una colf, gira intorno alla verità senza potersi mai fermare. E quando si ferma, si avvia lentamente a diventare un aforisma di Lec: "I pettegolezzi quando invecchiano diventano miti".

 

A tutto ciò, va ad aggiungersi il ruolo nevralgico e fondamentale di “spia”. Nel mondo politico e in gran parte del giornalismo italiano si assiste da tempo a un fenomeno: la "scomparsa dei fatti" – ad esempio, oggi la notizia della perquisizioni nelle sedi di FCA da parte della Finanza per emissioni diesel inquinanti su richiesta dei pm di Francoforte occupava una pagina sui tutti quotidiani, eccetto “Repubblica” cui basta un trafiletto a fondo pagina per non intristire la vita disagiata di John Elkann (vedi foto).

 

VINCENZO BOCCIA MAURIZIO MOLINARI JOHN ELKANN

L'informazione in Italia, salvo rarissime eccezioni, è programmaticamente svuotata di contenuti, smarrendo del tutto la sua funzione originaria. Era successo quello che ben sappiamo: tutta la stampa italiana non era più in mano a editori puri ma a imprenditori che avevano acquisito quotidiani soprattutto per esaltare i loro interessi e per far scomparire le notizie scomode che li riguardavano.

 

La principale tecnica della disinformazione operata dai media in Italia era, ed è tuttora, l'arte del parlar d'altro o nel concentrarsi su aspetti marginali e fuorvianti della notizia stessa, così da oscurarne il ben più importante contenuto: titoli “pettinati”, interviste senza domande, articoli da prima pagina che finiscono con taglio basso e senza foto a pagina 18.

 

Amorale della fava: caro Balassone, preferisco essere “la buca delle lettere del gossip di regime’’  anziché il cagnolino al guinzaglio del padrone.

 

 

Ultimi Dagoreport

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...