gran bollito

IL DIVANO DEI GIUSTI - ALLE 00,45, CINE 34 PROPONE IL NOTEVOLISSIMO, GROTTESCO, “GRAN BOLLITO” DI MAURO BOLOGNINI CON SHELLEY WINTERS, DOPPIATA DA REGINA BIANCHI, COME LA TERRIBILE SAPONIFICATRICE DI CORREGGIO, LA CIANCIULLI, MACIARA CAMPANA CHE FACEVA SAPONE DELLE DONNE CHE UCCIDEVA, LE AMICHE DELLA PORTA ACCANTO, QUI TUTTE INTERPRETATE DA ATTORI MASCHI, COME MAX VON SYDOW, RENATO POZZETTO, ALBERTO LIONELLO…

Marco Giusti per Dagospia

 

tre identici sconosciuti

Vedo poche novità sulle piattaforme, a parte su Netflix l’incredibile documentario “Tre identici sconosciuti” di Tim Wardle, sulla vera storia di tre gemelli separati alla nascita che sono cresciuti in tre diverse famiglie e si ritrovano finalmente assieme per scoprire qualcosa di ancor più angosciante della loro separazione… O su Mubi l’arrivo di “Songs My Brotgers Taught Me”, opera prima di Chloé Zhao, la regista di “Nomadland”, che vedremo a fine mese su Disney+, già pronto per l’Oscar.

 

Non mi sembrano gran cose i nuovi film di Amazon, il violento “Ravage” d Teddy Grenvan con Annabelle Dexter-Jones e Bruce Dern, o il più interessante, perché si occupa del caso di Patty Hearst, “American Woman” di Semi Chellas con Hong Chau, Sarah Gadon. In chiaro, stasera, le cose più di culto arrivano dopo mezzanotte. Ve lo dico subito.

 

songs my brothers taught me

In prima serata si passa dalla centesima replica di “Le comiche” di Neri Parenti con Pozzetto e Villaggio, Cine 34, al drammone di guerra “Charlotte Gray” di Gillian Armstrong con Cate Blanchett che cerca il suo uomo, un pilota della Raf, lavorando per la resistenza francese, Iris alle 21, dal triangolo pericoloso di “L’amore infedele” di Adrian Lyne con Richard Gere, Diane Lane, Olivier Martinez, Rai4 alle 21, 10, al sempre ottimo “Flight” di Robert Zemeckis con Denzel Washington pilota pippato che salva la vita a tutti atterrando all’incontrario (se po’ ffa… se po’ ffa), Rete 4 alle 21,25.

ravage

 

Decisamente meno visto, e sembrerebbe anche parecchio buono, “Doppio gioco” di James Marsh con Clive Owen poliziotto inglese che spinge una giovane militante bombarola dell’Ira, Andrea Riseborough, a far la spia, Cielo alle 21, 20. Italia 1 alle 21, 20 si gioca invece la carta “X-Men – Giorni di un futuro passato” di Bryan Zinger con Hugh Jackman, Jennifer Lawrence, Michael Fassbender.

 

Tornano gli X-Men originali e mandano Wolverine in missione nel tempo, diciamo il 1973, per incontrare i nuovi X-Men del passato e darci questo strano, fin troppo complesso, ma adorato dalla critica, megapolpettone supereroistico da 200 milioni di dollari, diretto da Bryan Singer, che torna alla serie che aveva lasciato dopo la regia dei primi due titoli quattordici anni fa. In un primo tempo l’idea era solo quella di dare un seguito a “X-Men l’inizio”. Ma quando Bryan Singer è entrato nel progetto come regista, il film si è trasformato in una reunion tra i giovani eroi mutanti e le vecchie star della serie.

 

x men – giorni di un futuro passato

Patrick Stewart e Ian Mckellen stavano a teatro a recitare “Aspettando Godot” quando sono stati avvisati da Singer. Le loro apparizioni da vecchi supereroi sono incantevoli, inutile dirlo. Ma c’è pure una Halle Berry non in formissima come Tempesta. Da una parte quindi, c’era l’idea di unire ai nuovi X-men i vecchi, poi quella di dare maggiore importanza a Jennifer Lawrence, cioè Mystica o Raven, che dopo la saga di “Hunger Games” è diventata una sorta di megastar globale. Non solo.

le comiche

 

Dal momento che si poteva mandare un solo supereroe del vecchio gruppo nel passato e questo compito, a leggere i comics, sarebbe spettato al personaggio di Kitty Pride, cioè la giovane Ellen Page, nel frattempo diventata Elliot, che non era un’idea così forte e spettacolare, si è pensato di sostituirla mandando in missione il maschio più forte e scatenato della vecchia saga, cioè il Wolverine di Hugh Jackman. Solo vederlo assieme al duo Michael Fassbender come giovane Magneto e James McAvoy come giovane Charles Xavier sarebbe stato un colpo vincente. E l’immagine dei tre maschi supereroi che si ritrovano nel passato e si uniscono in una sorta di amore-guerra con Jennifer Lawrence sulla carta è davvero imbattibile.

oh serafina

 

In seconda serata avrei occhi solo per “Oh, Serafina!” di Alberto Lattuada con Dalila Di Lazzaro, Renato Pozzetto e Angelica Ippolito, Cine 34 alle 22, 50. Scritto da Giuseppe Berto come soggetto cinematografico, che nessun produttore voleva fare, e solo dopo, nel 1974, diventato un libro ritorna a essere un film nelle mani di Lattuada. Lo sceneggia lo stesso Berto, che in un primo momento pensava di esordire così nella regia, con Enrico Vanzina e lo stesso Lattuada quando riesce a montare il film.

 

Il personaggio di Pozzetto, Augusto, è descritto da Lattuada alla stampa come “un istintivo francescano, uno sprovveduto naif, non un predicatore noioso, e Pozzetto ha una rotondità fisica che lo fa assomigliare a un piccolo Budda. Augusto è uno che dialoga con gli uccelli”. Dalida Di Lazzaro, a soli 22 anni, appena uscita da ruoli minori in Il mostro è in tavola, barone Frankenstein e La pupa del gangster, è Serafina, con tutta la sua carica di sensualità che farà impazzire Pozzetto, nudissima, mentre Angelica Ippolito, che ha il ruolo della moglie Palmira, ha lavorato quattro anni con Eduardo e poi con Carlo Cecchi e per questo film ha rinunciato al teatro con Strehler.

 

oh serafina

Entrambe, si legge nell’articolo del “Corriere della Sera”, dicono che “non saranno mai del gruppo delle cuginette e delle cognatine”. Dalila Di Lazzaro ricorda oggi che per il ruolo di Serafina disse a Lattuada e a Giuseppe Berto che non c’era bisogno di provino, “Io ero Serafina!”. La incontrarono e furono d’accordo con lei. Oggi lo ricorda come uno dei suoi film migliori. “Lattuada poteva convincerti a fare qualsiasi scena”. Lui già la voleva per il precedente “Le farò da padre”, ma lì era più giusta Teresa Ann Savoy.

 

gran bollito

Questo è il film che la lanciò definitivamente, anche perché era bellissima e Lattuada la spoglia in continuazione, ammesso che qualcosa sia rimasto nella copia di Cine 34. A seguire, cioè alle 00, 45, Cine 34 propone il notevolissimo, grottesco, “Gran bollito” di Mauro Bolognini con Shelley Winters, doppiata da Regina Bianchi, come la terribile saponificatrice di Correggio, la Cianciulli, maciara campana che faceva sapone delle donne che uccideva, le amiche della porta accanto, qui tutte interpretate da attori maschi, come Max Von Sydow, Renato Pozzetto, Alberto Lionello.

 

Ma tutto il cast, che comprende pure Laura Antonelli, Milena Vukotic, Rita Tushingham, Liù Bosisio, Adriana Asti è strepitoso. All’epoca non piacque perché il pubblico italiano non ama le opere al nero. Musiche di Jannacci e scene di Danilo Donati. E’ bello pure “Detenuto in attesa di giudizio” di Nanni Loy, La7 alle 2, 20, qualcosa in più di una commedia sulla giustizia all’italiana con Alberto Sordi protagonista che finisce in carcere per errore e non sa più come uscirne, era già un grande film civile sugli orrori del nostro sistema giudiziario in anni assolutamente pericolosi per il paese.

gran bollito

 

Grande cast minore, Lino Banfi, in un ruolo serio, è il direttore del carcere, Tano Cimarosa un secondino, Giuseppe Anatrelli un detenuto camorrista gay che tenta di farsi Sordi, Gianfranco Barra, Mario Brega. La situazione si fa calda quando arriva l’horror di straculto con sbudellamenti e mutilazioni a go-go “Buio omega”, considerato il capolavoro gore di Joe D’Amato con Kieran Canter come imbalsamatore pazzo e Cinzia Monreale in doppio ruolo, Cine 34 alle 3, 25, più o meno assieme allo sballatissimo “Paolo il freddo” di Ciccio Ingrassia, regista e produttore (la mitica Ingra Film) con Franco Franchi, Ileana Rigano, Guido Leontini, Rete 4 alle 3, 35, non un film riuscitissimo, è vero, inoltre Ciccio voleva farlo con Lino Banfi protagonista e non con il vecchio socio. Rai Movie alle 3, 40 getta nella mischia un grande horror all'americana prodotto da Dario Argento e diretto da Lamberto Bava, “Démoni”, il primo della serie (sono due più un terzo, finto sequel, diretto da Umberto Lenzi) con Urbano Barberini, Natasha Hovey, Fiore Argento, Nicoletta Elmi, Bobby Rhodes e Michele Soavi come angelo della morte in motoretta. In questo i demoni vengono fuori dal film nel film e vanno a caccia degli spettatori.

oh serafina

 

Molto teorico, anche se già nel vecchio “The Blob” c’era la stessa trovata. Scritto assieme a Dardano Sacchetti e Franco Ferrini. Rete 4 alle 4, 20 propone “A noi piace freddo” di Steno con Tognazzi e Vianello, Francis Blanche come ufficiale nazista, Yvonne Furneaux e Peppino De Filippo che fa una pernacchia al Fuhrer. La parodia del film di Billy Wilder è solo nel titolo. Per oggi è tutto.

gran bollito gran bollito

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...