Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera? So che i fan di David Bowie avranno già fatto i biglietti per “Moonage Daydream”, il bellissimo documentario che Brett Morgen ha dedicato al cantante già passato a Cannes e che oggi ha un’anteprima in poche sale sparse prima dell’uscita regolare la prossima settimana. Io sono già pazzo di “I May Destroy You”, la miniserie HBO in 12 puntate scritta e interpretata da Michaela Coel nei panni della scrittrice nera inglese Arabella, divisa tra scrittura creativa e seratine troppo alcoliche e una valanga di amici e fidanzati, da ieri apparsa su Sky con due anni di ritardo.
Ma ho trovato interessante anche la prima puntata, su quattro, della freschissima “Wanna”, il documentario Netflix sulle avventure e sulle disavventure della televenditrice Wanna Marchi ideata da Alessandro Garramone e diretta da Nicola Prosatore. Niente che non sapessi, devo dire, ma il materiale raccolto è davvero moltissimo e poi fa sempre piacere rivedere i faccioni di Roberto Da Crema, Walter Carboni, Joe Denti, star di una televisione privata ormai perduta anche nella memoria. Certo, Wanna Marchi, sia nella fase canterina (“D’accordo?”), sia che si esibisse con la figlia Stefania o con il mago era del tutto fuori controllo.
Ricordo che a Blob, dove la mettevamo spesso, in realtà non funzionava bene come i campioni delle generaliste, come Funari. Il pubblico di Rai Tre ha sempre visto male i personaggi delle tv private e i televenditori. E infatti nessuno di loro, nemmeno il più civile, Guido Angeli, è riuscito a fare un vero salto di canale. E ogni volta che si è provato a fare qualche inserimento, ricordo un programma di Baudo, ma anche dei programmi di Rai Due che civettavano proprio con Wanna Marchi, c’è alla fine stato un rigetto.
Proprio per una forma di classismo, di un non riconoscersi da parte del pubblico nel personaggio del televenditore, per quanto divertente fosse. La serie “Wanna”, però, va vista. E’ pura storia italiana. E’ apparsa ieri anche la nuova serie Disney “Andor” ideata da Tony Gilroy con Diego Luna, Stellan Skarsgard, Genevieve O’Reilly, Forrest Whitaker, 12 episodi…
E in chiaro cosa vediamo? In prima serata stasera avete una marea di titoli. Si va dal biopic brasiliano “Pelé” di Michael Zimbalist, Jeff Zimbalist con Kevin De Paulha, Leonardo Lima Carvalho, Seu Jorge, Canale 5 alle 21, 20, al kolossal di Ridley Scott “Le crociate” con Orlando Bloom, Eva Green, Liam Neeson, Jeremy Irons, Edward Norton, David Thewlis. Ciò che si dice un filmone, anche se andrebbe magari recuperato nella director’s cut da 190 minuti e non in questa versione voluta dalla Fox da 140 minuti.
Per i fan di Nicolas Cage ci sarebbe “Stolen” di Simon West con Malin Akerman, Josh Lucas, Danny Huston, Canale 20 alle 21, 05, dove il nostro eroe è appena uscito di galera e vorrebbe rigar dritto con la figlia adorata, se non ci fosse un problemino. I cattivi gli hanno rapito la figlia e giurano di farle del male se entro dodici ore non recuperare i dieci milioni di dollari, mai recuperati, della rapina per cui era finito dentro.
Su La5 alle 21, 10 avete il bel film di Alexander Payne “Paradiso amaro” con George Clooney, ricco avvocato delle Hawaii, che ha la moglie in coma e scopre che lei lo ha tradito con un altro uomo, del tutto diverso da lui. Lo dovrà avvertire. Ma dovrà anche fare i conti con la vita che ha fatto fino a quel momento. “I migliori anni della nostra vita” diretto da Claude Lelouch nel 2019 è una sorta di tristissimo, ma commovente sequel, cinquant’anni dopo, di “Un uomo, una donna”, dove tornano più o meno i due protagonisti di allora, Anouk Aimée e un vecchissimo Jean Louis Trintignant, Tv2000 alle 21, 10.
Devo dire che già rivederli assieme vale il prezzo del biglietto, anche se si sfiora un po’ la pornografia. Ma la pornografia dei sentimenti è sempre stata la chiave dei film di Lelouch, quindi, va bene così, con tanto di musica di allora. Fu davvero una delle più belle coppie del cinema. Rai Movie alle 21, 10 propone “Gli uomini d’oro” di Vincenzo Alfieri con Fabio De Luigi, Edoardo Leo, Giampaolo Morelli, Giuseppe Ragone, Mariela Garriga, una sorta di rilettura dei film di colpi all’italiana e dei “7 uomini d’oro” di Marco Vicario.
Con un cast così sembrerebbe una commedia, invece è un noir anche piuttosto cupo tratto da una storia vera ambientato nel lontano 1995, con un colpo che si rivela sanguinoso messo in piedi durante il derby Juve-Toro. In pratica, se vuoi fare un film alla Tarantino, con morti e sangue, perché scegliere degli attori popolari da commedia? Meglio farlo con attori meno noti. Ma il film è interessante, come lo era il primo film di Alfieri, I peggiori. Notevolissimo De Luigi tifoso del Toro che reagisce sparando a un Forza Juve di troppo. Notevole anche il sano odio tra nordici e terroni, anche se questi anni ’90 sembrano più gli anni ’70…
Cine 34 alle 21, 10 risponde con un altro film di colpo e truffe, “Non si ruba a casa dei ladri” di Carlo Vanzina con Vincenzo Salemme, Massimo Ghini, Stefania Rocca, Manuela Arcuri, Maurizio Mattioli. Pieno di battute. “A te la grande bellezza te fa na pippa!”. “Er culo cosa?”. “Tié, a te e a De Laurentiis!” E pieno di buone idee comiche sulla volgarità romana di politici, acchiappone, facilitatori. “Politicamente, da che parte sta?”- “Mah, adesso l’importante è starci, facilitare…”. Sui trafficoni che hanno i soldi in Svizzera e sulla facilità di perdere tutto.
manuela arcuri non si ruba a casa dei ladri
E sui meccanismi della corruzione al ritmo della frase di Giovenale “A Roma tutto ha un prezzo”, giustamente citata come epigrafe finale del film. Qui sono di scena un trafficone romano, Antonio Russo, e la sua donna Lori, cioè un Massimo Ghini con un capello rossiccio e una Manuela Arcuri volgarissima e ignorantissima (“Il dado è tratto” – “Dado chi?”) che per facilitare la scelta di un’impresa delle pulizie rispetto a un’altra per un appalto, distruggono la felicità di un’altra coppia, quella formata dal napoletano Simone Santoro, Vincenzo Salemme, e da sua moglie torinese Daniela, Stefania Rocca, titolari, appunto, di una piccola impresa.
Ridotti in miseria i Santoro trovano lavoro come camerieri proprio nella villa dell’infamone responsabile del loro disastro. E tramano una vendetta alla American Hustle, cioè una truffa che lo ridurrà in mutande. Nella truffa sono coinvolti un altro truffato romano, Giorgio, Maurizio Mattioli, finito a far l’autista, una giovane attore cane, Lorenzo Bonucci, e una bella bionda, Ria Antoniou. Fra i truffati troviamo un banchiere svizzero, il grande Teco Celio, che fa qui il suo esordio nella commedia vanziniana. I Vanzina sono gli unici che possano giocare con lievità su temi pesanti da Mafia Capitale facendoci ridere senza scadere nel moralismo o nel giornalistico.
non si ruba a casa dei ladri 3
Tutti i personaggi ruotano attorno alla corruzione politico-imprenditoriale dei nostri giorni e sulla volgarità alla Cafonal dei protagonisti. E nella volgarità alla Cafonal, va detto, che sia Ghini co sti capelli rossi in testa e la Arcuri con l’esibizione continua di intimo e di battute ignoranti (“Hanno arrestato Maronaro!” – “Gioca nella Roma?”) sono piuttosto riusciti . Come sono riusciti Vincenzo Salemme e Stefania Rocca come coppia comica per precisione di tempi e battute. I Vanzina si permettono anche di far citare alla Rocca il vecchio Macario con un meraviglioso “Lo vedi come sei?”, che solo i più vecchi cinéphiles ricorderanno.
cinquanta sfumature di rosso 1
In “Prey” di Dick Maas con Mark Frost, Julian Looman, Abbey Hoes, Cielo alle 21, 15, vediamo quello che può fare un leone feroce africano che scorrazza allegramente per le vie di Amsterdam. Gnam! Ma c’è anche “Cinquanta sfumature di rosso” di James Foley con Jamie Dornan e Dakota Johnson, coppia sadomaso da salotto, Italia 1 alle 21, 20, e un terzo film di colpi gobbi, “La rapina perfetta. The Bank Job” di Roger Donaldson con Jason Statham, Saffron Burrows, Stephen Campbell Moore, Canale Nove alle 21, 25.
In seconda serata Rai Movie alle 22, 55 propone il giallo “Non sono un assassino” di Andrea Zaccariello con Riccardo Scamarcio, Alessio Boni, Edoardo Pesce, Claudia Gerini, Barbara Ronchi. Cine 34 prosegue alle 23 con la serata vanziniana con “Piper” con Massimo Ghini, Martina Stella, Maurizio Mattioli, Matteo Branciamore, Matteo Barzini. Su Cielo alle 23, 15 ritroviamo “Casa di piacere” di Alex Damiano alias Bruno Gaburro con Valentine Demy, Alex Freyberger, Alessandro Scotti, David D'Ingeo.
Attenzione che su La7D alle 23, 25 passa anche un capolavoro come “Robin e Marian”, rilettura della storia di Robin Hood e di Marian non più giovane, diretta con grande grazia da Richard Lester e interpretata da una coppia stupenda, Sean Connery e Audrey Hepburn come Robin e Marian, Robert Shaw come il cattivo Sceriffo, Nicol Williamson come Little John, e Richard Harris come Re Riccardo. Su Iris alle 23, 55 avete invece il fortunato “Proposta indecente” di Adrian Lyne con Robert Redford, Demi Moore, Woody Harrelson, Oliver Platt. La proposta indecente che viene fatta da Redford a Demi Moore, moglie di Woody Harrelson la sapete tutti.
astrid bergen frisbey e elio germano alaska
Non mi sembrò così riuscito “Black Mass. L'ultimo gangster” di Scott Cooper con Johnny Depp, Joel Edgerton, Benedict Cumberbatch, Jesse Plemons, Kevin Bacon, Rete 4 alle 0, 50, mentre amo molto “Alaska” di Claudio Cupellini con Elio Germano e Astrid Berges-Frisbey, che si amano, si lasciano, si amano ancora tra Parigi e Milano.
Su cine 34 all’1 arriva “Bingo Bongo” di Pasquale Festa Campanile con Adriano Celentano, Carole Bouquet, Felice Andreasi, Enzo Robutti, Walter D'Amore, film oggi improponibile a cominciare dal titolo, mentre su Tv8 alle 2 la situazione si risalda con “Sex Movie in 4D” di Sean Anders con Josh Zuckerman, Amanda Crew, Clark Duke, James Marsden, Seth Green, storiella di un diciottenne vergine che cerca di risolvere il suo problema con l’altro sesso entro l’estate. Così così.
“Memorie di pesce rosso” di Terry Kinney con Matthew Broderick, Alan Alda, Virginia Madsen, Dylan Baker, Bobby Cannavale, Louis C.K., è una buffa, ma non riuscita commedia che parte dal viaggio di un giornalista reduce da una perdita di memoria pesante, assieme a una vecchia fidanzata e a uno zio malato di Alzheimer che vanno a una fiera di rarità, Iris alle 2, 10. Il personaggio migliore è ovviamente quello di Alan Alda. Rai Due alle 2, 30 presenta l’interessante “Il venditore di medicine” di Antonio Morabito, assolutamente stracult per il coinvolgimento di Marco Travaglio come attore.
travaglio ne il venditore di medicine
Un po’ come ritrovare Carlo Freccero recitante in “Volevo solo dormirle addosso” di Eugenio Cappuccio o in “Ogni lasciato è perso” di Piero Chiambretti o Gianni Letta nel terribile “Io so che tu sai che io so” di Alberto Sordi. Marco Travaglio non interpreta solo un barone della medicina che sotto la scorza di uomo tutto di un pezzo nasconde qualche peccatuccio, ma è anche co-sceneggiatore assieme a Michele Pellegrini e allo stesso regista. E ritroviamo nel film anche la sua musa dei tour teatrali Isabella Ferrari.
isabella ferrari il venditore di medicine
Qui si punta il dito contro la malasanità e il mondo dei fabbricanti e dei venditori di medicine che corrompono i medici e i direttori di cliniche mediche per i loro guadagni. Tu mi prescrivi un certo farmaco e io ti regalo un ipad o una macchina. A seconda del volume di affari. Claudio Santamaria è Bruno Donati, un piccolo soldato di una grande azienda farmaceutica che gira per Roma con la sua valigetta piena di farmaci da vendere ai medici. Il suo capo, la cattivissima Isabella Ferrari, è la prima a tagliare le teste che non servono più all’azienda. Ma gli offre un’ultima possibilità.
claudio santamaria il venditore di medicine
Se riuscirà a trovare la strada per corrompere il potente barone oncologo Malinverni, cioè Marco Travaglio, il suo posto non sarà più a rischio. Cinquant’anni fa una storia di questo tipo si sarebbe risolta con una commedia alla Luigi Zampa, tipo “Il medico della mutua”. Oggi la stessa storia diventa un mix di dramma alla Dardenne, con macchina a mano fissa sulla schiena del protagonista, e di commedia sociale alla Paolo Virzì.
Travaglio nel film “Il venditore di medicine”
Ma il succo è più o meno lo stesso dei tempi di Zampa. Claudio Santamaria è un ottimo soldatino in mezzo a tanti squali più cattivi e affamati di lui, Travaglio se la cava anche meglio di Freccero, anche se vederlo col camice dietro la scrivania ricorda più il dottor Patacchiola di Bombolo in “Viva la foca” che il Travaglio da diretta santoriana. Isabella Ferrari fa una cattiva un po’ di maniera. E compare pure Roberto Silvestri, critico storico de “Il Manifesto” in un ruolo di giudice.
Dopo le 3 di notte arrivano i film più rari. Come “Appassionatamente” di Giacomo Gentilomo con Amedeo Nazzari, Myriam Bru, Andrea Checchi, Isa Barzizza, Vera Carmi, Umberto Melnati, Rete 4 alle 4, o il terribile “Il gatto di Brooklyn aspirante detective” di Oscar Brazzi con Franco Franchi, Luigi Pistilli, Annabella Incontrera, Gianni Agus, Camille Keaton, Cine 34 alle 4, 40, il primo film che Franco gira senza Ciccio. E Luigi Pistilli non solo non è un comico, ma non vuole neanche esserlo.
Chiudo con le bellissime Laura Antonelli e Monica Guerritore in “La venexiana” di Mauro Bolognini prodotto da Ciro Ippolito, Rai Movie alle 5, trionfo di nudi femminili. E con il più raro “Lo sconosciuto di San Marino” di Michal Waszynski, ebreo-ucraino apolide, scenografo e regista del fondamentale “Il dybbuk”, scritto da Cesare Zavattini e Vittorio Cottafavi, con Anna Magnani, Vittorio De Sica, Aurel Milloss, Antonio Gandusio, Giuseppe Porelli, ambientato a San Marino tra sfollati, spie, disperati alla fine della guerra.
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