barbareschi dolceroma

IL DIVANO DEI GIUSTI - POCHE NOVITÀ STASERA, MA SU NETFLIX VEDO CHE GIRA L’IMPERDIBILE “DOLCE ROMA”, DIRETTO DA PRODOTTO E INTERPRETATO DA UN LUCA BARBARESCHI IN GRAN FORMA NEI PANNI DI UN PRODUTTORE MEGALOMANE (INDOVINATE CHI È?). STRACULTONE SULLA ROMA SUPERFAFONAL DEL CINEMA DI OGGI. NON MANCA NIENTE, NÉ I FIUMI DI COCA, NÉ LE FESTE IN TERRAZZA, NÉ I GIOVANI REGISTI SAPUTELLI STRAFATTI, NÉ I CAMORRISTI COMICI, NÉ I POLIZIOTTI TRISTI, NÉ I VAFFANCULO E I TESTA DI CAZZO…

 

Marco Giusti per Dagospia

undine 1

 

Poche novità stasera. Però noto che su Amazon passa il notevole “Undine” di Christian Petzold con Paula Beer, premiatissima sia a Berlino che agli EFA 2020, drammone con complicazioni omicide. Passa anche “Il giorno sbagliato” di Derrick Borte con un Russell Crowe sovrappeso che prima fa fuori moglie e amante della moglie, poi non si regola per tutta la giornata (vorrei anche vedere…).

 

little joe

Molto curioso, sofisticato, “Little Joe”, bio-fantascientifico dell’austriaca Jessica Hausner con Emily Beecham che dovrà affrontare la pianta che sta creando nel suo studio. Una pianta sterile che, costruita per non procrearsi, dovrà cercare altri modi per sopravvivere.

 

BARBARESCHI IN DOLCEROMA

Su Netflix vedo che gira l’imperdibile “Dolce Roma”, diretto da Fabrizio Resinario e prodotto e interpretato da un Luca Barbareschi in gran forma nei panni di un produttore megalomane (indovinate chi è?). Stracultone sulla Roma superfafonal del cinema di oggi. Non manca niente, né i fiumi di coca, né le feste in terrazza, né i giovani registi saputelli strafatti, né i camorristi comici, né i poliziotti tristi, né i vaffanculo e i testa di cazzo.

 

Luca-Barbareschi - Dolce roma

Senza scordare le pillole di saggezza sparse in qua e in là: “In questa città nessuno pensa quello che dice e nessuno fa quello che dice”, “Aveva due idee nella testa, la fica e la coca”.

 

Nascosto, in una trama da giallo, il film è tratto dal romanzo omonimo di Pino Corrias, c’è un ritratto preciso del mondo e della fiction romana che Barbareschi e i suoi autori, Brizzi e Corrias, sembrano conoscere molto bene. Barbareschi/Martello ha grandi battute, “Menta per il mojito, così imparate a bere, froci!”, termimando ogni osservazione con un “e vaffanculo”.

 

BARBARESCHI IN DOLCEROMA

E un finale con la katana al ritmo di “Roma brucia” di Venditti favoloso. Ma è notevolissima anche Claudia Gerini come sua degna compagna, è lei che ha i soldi, soprattutto quando si concede un bagno completamente nuda (complimenti!) nel miele dello Zimbabwe.

 

Oscar Martello avrà letto sì e no 30 pagine del libro da cui vuole trarre un film, non è in grado di leggere di più. Come tanti veri produttori romani.

 

Ma è deciso a farne un successo affidandolo al suo regista di fiducia, un Luca Vecchi pippatissimo che gioca tutto sui piani sequenza per non farsi tagliare le scene dal produttore, che lo definisce un “Tarkovski dei poveri”, e alla sua attrice di punta delle fiction tv, certa Jacaranda Ponti, interpretata da Valentina Bellé, che ogni tanto esplode in un “la fiction italiana è ’na merda”.

 

 

tonya

Detto questo, ieri mi sono rivisto tutto “I cancelli del cielo” di Michael Cimino su Rai Movie. Un filmone. Beh, non è né una copia restaurata né una prima. Ma se cercate su Internet non trovate neanche che venne proiettato nel 1982 a Venezia in copia integrale, quindi… Per quanto un po’ disastrata la mia memoria funziona ancora meglio di Wikipedia e di Internet, anche se non mi ricordavo tutti i nudi integrali di Isabelle Huppert e le apparizioni di Willem Dafoe e Mickey Rourke. L’altra cosa riguarda il meraviglioso 70mm.

tonya

 

Che scompare nella copia a tratti sfocata che ho visto ieri sera… aiuto! Meglio che niente, certo. Meglio di qualsiasi serie e miniserie, inoltre. Allora sembrava un film lunghissimo, per questo venne tagliato, mentre oggi ci sorbiamo cinque-sei-dieci ore di serie che si avvitano su se stesse per allungare il brodo. 

 

l’albero degli impiccati

Stasera in prima serata tra un talk sulla crisi di governo e un altro, Rai Uno alle 21, 25, presenta il lacrimoso film francese coi bambini ebrei in fuga dai nazismo “Un sacchetto di biglie” di Christian Duguay, modesto regista di “Coco Chanel”. Un sacco di biglie, anche meno, è quello che ci ritroveremo in mano alla fine di questa crisi, mi sa.

 

Preferisco comunque “Tonya” dell’australiano Craig Gillespie, Rai Movie 21, 10, con la strepitosa Margot Robbie coi pattini nei panni di Tonya Harding, la  celebre pattinatrice americana che si preparava alle Olimpiadi invernali di Lillehammer, in Norvegia, che venne accusata di aver fatto sprangare nelle gambe la sua acerrima rivale Nancy Kerrigan il 6 gennaio del 1994. Lo diede davvero Tonya l’ordine? Chissà?

 

un sacchetto di biglie

La verità, anzi the fucking truth, come dice Margot Robbie in questo film ben costruito, divertente e pieno di sorprese, sembrerebbe un po’ diversa e più complessa. Anche perché i protagonisti della vicenda brillano un po’ tutti per ignoranza o per stupidità. Tonya, anche se è l’unica pattinatrice in grado di fare il “triple axel”, è una coatta ignorante, perde punti perché manda affanculo i giudici, si mena tutto il tempo con il marito, certo Jeff Gillooly, interpretato da Sebastian Stan, una sorta di nullità. “Uno stupido non dovrebbe mai sposarsi un altro stupido”, sentenzia la mamma, Allison Janney, premio Oscar quell’anno, fredda, per nulla comunicativa, sempre con la sigaretta in bocca.

rampage

 

Ci sarebbe anche il fumettone con gli animali e il pelatone supermuscoloso Dwayne Johnson “Rampage”, Italia 1 alle 21, 20. Devo dire che è divertente. Ci stanno un gorilla albino gigante di nome George, un lupo di diciotto metri di nome Ralf e un lucertolone enorme che esce dall’acqua pronto a mangiarsi chiunque in quel di Chicago. Scordavo un generale ottuso che vuole sganciare una megabomba per rispolvere il problema.

 

 

il giorno sbagliato

Ecco, e poi c’è Dwayne Johnson, cioè The Rock, il solo che possa menare a tutti. Tratto da un celebre videogioco, diretto da Brad Peyton, un regista che ha girato pure di peggio (San Andreas, Cats and Dogs, ecc.), e benché sia scritto da ben quattro geni della sceneggiatura che non riescono a scrivere una sola battuta buona, si vede solo perché c’è Dwayne Johnson in canotta e pelata che parla con il suo amico George, il gorilla albino, facendo battute sceme.

 

la prima cosa bella

Cine 34 alle 21 presenta “La prima cosa bella” di Paolo Virzì scritto con Bruni e Piccolo interpretato da Valerio Mastandrea che fa il livornese, Micaela Ramazzotti che fa Stefania Sandrelli da giovane, Stefania Sandrelli che fa Stefania Sandrelli, due ottime apparizioni di Paolino Ruffini e Claudia Pandolfi e Marco Risi che fa Dino Risi, Iris alle 21. Tra i migliori film di Virzì.

 

tutti gli uomini del presidente

Iris si spara due western antiquatelli, prima alle 21 “Sfida nella valle dei Comanche” di Frank McDonald con Audie Murphy che vedrà solo Ciro Ippolito, poi alle 23 il più interessante e insolito “L’albero degli impiccati” di Delmer Daves con Gary Cooper appena uscito da una plastica al viso, Maria Schell completamente sbagliata, Karl Malden e George C. Scott al suo esordio. Leggo che Delmer Daves malato venne sostituto per due giorni da Karl Malden e per uno da Vincent Sherman.

 

inserzione pericolosa

In seconda serata non è affatto male su Rai Movie alle 23, 15, “Inserzione pericolosa” thriller di Barbet Schroeder con Bridget Fonda che apre la sua casa a una disturbata Jennifer Jason Leigh. Sono vent’anni, da quando si è messa con Danny Elfman, che Bridget Fonda non fa più film, purtroppo…

 

All’1 e qualcosa arriva su Iris “Tutti gli uomini del presidente” di Alan J. Pakula con Dustin Hoffman e Robert Redford alle prese col caso Watergate. Ottimo per l’addio di Trump alla presidenza. Arriva anche su Rai Movie all’1, 10, un bel noir di Jacques Deray, “Flic Story”, con Alain Delon, Jean-Louis Trintignant, Renato Salvatori e Claudine Auger. Nella notte le uniche stravaganze sono “Il Santo Patrono” di Bitto Albertini con Lucio Dalla, Cine 34 alle 3, terribile, e il peplum “Gli invincibili fratelli Maciste” di Roberto Mauri con Richard Lloyd, Mario Novelli, Antonio De Teffé e Claudie Lange, Cine 34 alle 4, 25.

 

sfida nella valle dei comanche

Mi interessano di più “L’estate impura” di Pierre-Granier Deferre con Philippe Noiret, Annie Roussel, la povera Marie Trintignant e Laura Betti, Rete 4 alle 3, 10, o il mai visto “Insieme per forza” di John Badham con Michael J. Fox, James Woods e Annabella Sciorra, Iris alle 3, 20. Alle 5 in punto Rai Movie presenta un altro grande film superlungo in 70mm, “Quelli della San Pablo” di Robert Wise con Steve McQueen, Richard Attenborough, Candice Bergen e Marayat Andriane più nota come Emmanuelle Arsan, la scrittrice erotica.

Valentina Bille - Dolce Roma

 

Grande metafora, molto chiara, sul disastro americano in Vietnam, che anticipa “Apocalypse Now” di Coppola. La nave, la USS San Pablo, venne ricostruita di sana pianta e nel 1975 era ancora in giro, con altro nome, nei mari di Singapore. Wise, che credeva molto al film, per poterlo fare, dovette prima girare “Tutti insieme appassionatamente”, che fu un grande successo e vinse ben 5 Oscar. Attenti che la copia originale è di 196’ poi ridotti a 181’. Ma giravano copie in tv decisamente più corte.

tonyatonya undinetonya harding margot robbietonya

Barbareschi e Gerini - Dolce roma

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”