paolo mieli vittorio feltri

FELTRI "SMIELIATO" – L’ODE DI VITTORIONE A PAOLO MIELI: “È PIÙ NOTO PER LE SUE APPARIZIONI TV, SPERO A PAGAMENTO, NELLE SVENTURATE TRASMISSIONI DI LILLI GRUBER, SULLA CUI TESTA VERSA SECCHI DI SAGGEZZA PERALTRO INUTILI, CHE NON PER LE SUE QUALITÀ DI STORICO. ED È UN’INGIUSTIZIA” - “IL SUO ULTIMO LIBRO È IMPERDIBILE E SE NON CI FOSSE STATO LUI IL GIORNALISMO SAREBBE GIÀ MORTO. SENZA IL MIELISMO, NON CI SAREBBE STATO IL FELTRISMO…”

Vittorio Feltri per “Libero Quotidiano”

 

paolo mieli foto di bacco

Paolo Mieli è più noto, tra le masse, per le sue apparizioni televisive, spero a pagamento, nelle sventurate trasmissioni televisive di Lilli Gruber, sulla cui testa versa secchi di saggezza peraltro inutili, che non per le sue qualità di storico. Ed è un' ingiustizia. È lì, tra le polverose carte e libri di autori da lui dissepolti negli scantinati delle biblioteche, che si situa la sua passione predominante. Il suo ultimo libro è imperdibile: Le verità nascoste, (Rizzoli, pagg. 330, euro 19,50). Nulla a che fare con i saggi gonfi di note per tornei accademici, ma neppure rifà il verso a Montanelli-Cervi, i quali hanno fatto favolosa opera di divulgazione letteraria di cose note. Mieli fa altro. Getta la rete e pesca volumi, saggi, frammenti che rivoltano i calzini delle tesi che ormai sono diventate ufficiali e perciò intoccabili.

 

PAOLO MIELI - LE VERITA' NASCOSTEpaolo mieli otto e mezzo 1

Quest' ultima sua fatica, che peraltro per lui è un godimento, così come lo diventa per i lettori, raduna - e lo annuncia il sottotitolo - Trenta casi di manipolazione della storia. Si va da Tarquinio il Superbo e Agrippina fino a Oscar Luigi Scalfaro. (A proposito di Scalfaro: Mieli è risalito alla verità del famoso "Non ci sto". Cosa che del resto mi aveva privatamente testimoniato Francesco Cossiga: i soldi li prese eccome, i famosi cento milioni al mese dai servizi segreti, e impedì che si facesse luce sul modo con cui li aveva impiegati da ministro dell' Interno). Personalmente sono stato attratto da tre personaggi, che ho subito scelto dal menu. Li elenco: Benito Mussolini, Adolf Hitler e Iosif "Giuseppe" Stalin. Ho poi scoperto dall' indice dei nomi che esattamente in quest' ordine sono anche i più citati da Mieli. Credo che intrighino profondamente anche lui. Su costoro sono state scritte milioni di pagine. Invece dell' effetto saturazione, cresce la curiosità.

vittorio feltri paolo mieli

 

L' ALLIEVO DI DE FELICE

vittorio feltri

La domanda è sempre quella: la loro capacità di attrazione delle masse, la capacità di resistere al potere e di diventare miti, come si spiega? Mieli qui non ha la pretesa di tirare le somme, ma sul Duce e sul fascismo, da buon allievo del grande De Felice, di cui fu assistente universitario alla Sapienza di Roma, ha rintracciato vicende inedite. Ad esempio sui suoi rapporti con Galeazzo Ciano, «Vanitoso più che ambizioso» i cui diari finora bevuti come oro colato anche dal suo maestro De Felice, risultano viceversa manipolati per far credere che il suocero Benito avesse lasciato libero campo in politica estera al genero.

walter chiari

 

COMITATO PER PAOLO MIELI RE D ITALIA

Rivela pure come la battuta di Walter Chiari, secondo cui neppure una monetina cadde dalle tasche del Duce quando fu appeso per i piedi a Piazza Loreto, non sia del tutto vera, almeno in riferimento ai suoi fidi, di cui tollerava le ruberie e l' accumulo di tesori in America, per poter usare meglio dei loro servigi, perché loro sapevano che lui sapeva.

 

RENZO DE FELICEMussolini Petacci scaricati a piazzale Loreto

Anche i rapporti tra Mussolini e Gabriele D' Annunzio sono più complicati di quanto si immaginasse. Di certo seppe addomesticare lo spirito ribelle e rivoluzionario del Vate, che specie dopo il delitto Matteotti minacciava di scegliere come molti dannunziani l' antifascismo. Su Hitler lascio a voi scoprire di quale pasta fossero i rapporti tra i due alleati spesso discordi dell' Asse, se il Führer fosse davvero capace di suscitare forze demoniache di tipo magico, e lui ci credesse. Su Stalin si rivela come teneva per le orecchie il Partito comunista, ma come Togliatti riuscisse qualche volta a sfuggire ai suoi ordini.

paolo mieli filppo ceccarelli

 

LE SCOPERTE

paolo mieli

Tocca però qui riferire il senso che dà Mieli a queste scoperte. In un certo senso, egli nega che la storia sia una scienza esatta. Pur basandosi su documenti, gli storici nel leggerne i movimenti finiscono sempre per prestare ai capi e ai popoli le intenzioni che in realtà sono quelle che avrebbero avuto loro nel medesimo frangente. Questo però non autorizza la superficialità, per cui una tesi vale l' altra. Lo studio del particolare resta essenziale per dare uno sguardo alla situazione del mondo intero in un dato periodo. Il problema è che proprio questa lettura generale spesso smussa i contorni delle scoperte sorprendenti per riadattarle al vestito già confezionato, e non si ha il coraggio di ribaltare il tavolo. Mieli giunge a queste conclusioni. Le fake news vanno combattute.

 

paolo mieli foto di baccoPAOLO MIELI VERSIONE CAPITAL CAFONAL

Ma qualche volta conviene dimenticare. Un eccesso di memoria provoca desideri di vendetta, impedisce di superare momenti storici bui. Solo il perdono, in forma di amnistia, che vuol dire dimenticanza, impedisce alle vicende umane di essere un susseguirsi di faide calabresi. Qui c' è - se mi permette l' amico Paolo - molto cattolicesimo nell' ebreo Mieli. Il quale infatti non esita a citare scrittori israeliani che denunciano nel loro popolo e in quello palestinese "un eccesso di memoria" (Abraham Yehoshua) un' incapacità di obbedire agli insegnamenti cristiani ma anche classici. Furono gli dei omerici a indicarci l' oblìo come cura». Credo che, con la consueta sottigliezza mimetica, Mieli voglia indicare una strada, una direzione politica per il futuro del nostro Paese. Quale? Che cosa dobbiamo dimenticare secondo Mieli? In cosa consiste il da lui auspicato «Patto dell' oblìo»? Un perdono reciproco tra politica e magistratura? Tra Lega e Pd? Glielo chiederò e vi riferirò.

paolo mieli con la figlia oleandra

 

EVVIVA IL MIELISMO

paolo mieli lilli gruber

Ho detto del Mieli storico. E il giornalismo? Ha vinto come attività pubblica prevalente questo mestiere sulla passione di storico. Per fortuna. Ho già scritto di lui anni fa, e non ritiro: «Se non ci fosse stato lui il giornalismo sarebbe già morto. Ha inventato il mielismo, prima alla Stampa e poi al Corriere della Sera.

 

 Gli hanno rimproverato di aver messo la minigonna a una vecchia e austera signora. Balle. Ha impedito che le corazzate dell' informazione cosiddetta indipendente finissero silurate dalla noia degli acquirenti. Non ha svilito affatto la politica e la cultura avvelenandole con il gossip, semmai ha dato peso alla curiosità in ambiti dove prevaleva il sussiego e la sudditanza.

 

paolo mieli otto e mezzo

Senza il mielismo, non ci sarebbe stato il feltrismo, e mi scuserà se qualifico Libero come figlio un po' bastardo del suo Corriere: non lo riconoscerà mai, ma è il destino dei figli illegittimi, che di solito alla fine sputano sangue ma sono più felici». Ora ci vorrebbe un altro genio che in età di internet riapra la partita, tuttavia non ne vedo in giro. Uno ha diritto di chiedersi: perché ha vinto in Mieli il giornalismo?

 

 

vittorio feltri (3)

C' è una logica. A furia di studiare i fatti e la loro interpretazione, ne ha isolato il nocciolo incandescente: il potere e la lotta per averlo e poi mantenerlo. E a Mieli il potere piace moltissimo. La sua prima scelta politica fu per Potere operaio, dove l' aggettivo contava pochissimo per lui. E il giornalismo, per di più innaffiato dalla rugiada di un guadagno non mediocre, è un ottimo mezzo per averlo se si hanno certe qualità da fuoriclasse. Mussolini fu un grande direttore di quotidiani. Anche Stalin diresse la Pravda prima di fregare Trotzki e prendersi la Russia. Mieli si è fermato prima. Ma ha saputo dirigendo La Stampa e il Corriere della Sera (due volte) e ora scrivendo editoriali, esercitare un influsso notevole sulle vicende italiane. Non lo impiccheranno per questo: la sua forza infatti è stata quella di agire sopra il teatrino, non dietro le quinte come i volgari propalatori di gossip, ma proprio sopra, dove stanno quelli che muovono i fili. A volte ci prova con libri bellissimi, come quest' ultimo.

paolo mieli bacia lilli gruberpaolo mieli marco travagliopaolo mieli giuseppe di piazza foto di baccogiovanni floris paolo mieli

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, IL PREMIER CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)