feltrinelli

FELTRINELLI OLTRE LE IDEOLOGIE: ‘’IO CREDO CHE IN UNA SOCIETÀ LIBERA NON POSSA ESISTERE LA CENSURA’’ - NEL 1959, DURANTE IL SUO PRIMO VIAGGIO NEGLI STATI UNITI, GIANGIACOMO FELTRINELLI SVELA COME E PERCHÉ PUBBLICÒ ‘’IL DOTTOR ZIVAGO” DI PASTERNAK MALGRADO LE ‘’PRESSIONI’’ DEI SOVIETICI: ‘’IL PROBLEMA PER ME È LA QUALITÀ. NON CREDO CHE L'ARTE LETTERARIA POSSA ESSERE GIUDICATA STRETTAMENTE IN BASE A PROBLEMI E SCHEMI POLITICI’’

Nel 1959,  durante il suo primo viaggio negli Stati Uniti, Giangiacomo Feltrinelli è intervistato per Wriet Radio da Barney Rosset, fondatore di Grove Press, editore anche di Samuel Beckett e Jack Kerouac. L'intervista inedita capitolo del libro che pubblichiamo in anteprima.

 

Giangiacomo Feltrinelli con Inge e Carlo

Un capitolo di “Senior Service”, di Carlo Feltrinelli (ed. Feltrinelli), pubblicato da “La Stampa”

 

Barney Rosset: Signor Feltrinelli, potrebbe dirmi potrebbe dire a uno come me, che da non troppo tempo si occupa di editoria, quando ha cominciato a pubblicare dei libri e che tipo di libri ha pubblicato in Italia?

 

Giangiacomo Feltrinelli: Abbiamo iniziato a pubblicare nel 1955 e, tranne qualche eccezione, quei primi libri erano piuttosto brutti.

gian giacomo feltrinelli a una manifestazione

 

BR: Perché è venuto in America in questo momento?

 

GF: Sono venuto in America perché oggi pubblichiamo libri decisamente migliori, e vorremmo pubblicarne ancora di migliori. Ho pensato che avere contatti diretti e personali con editori americani poteva essere un passo importante per sviluppare la nostra attività, per aggiungere nuovi autori al nostro Catalogo e per farci un'idea più precisa della produzione letteraria americana.

 

BR: Ci sono degli scrittori di cui ha sentito parlare che le hanno fatto una buona impressione e le sono rimasti impressi nella mente? Ci sono tre o quattro scrittori che avrebbero buone probabilità di essere pubblicati da lei in Italia?

 

BARNEY ROSSET

GF: Non ne ho trovati molti. È un periodo di transizione. C'è qualche nuovo venuto che probabilmente diventerà un grande scrittore tra qualche anno: James Purdy, Jack Kerouac, anche se non è più tanto giovane. Speriamo di avere nel nostro catalogo molti di questi libri.

 

BR: Lei ha pronunciato la parola Beatnik. Io sono allergico a questa parola. Cosa intende quando la dice?

GF: Una nuova generazione di autori tosti e di scrittori che raccontano i fatti della vita come la vedono, aspramente, usando un linguaggio crudo.

 

BR: Lei crede che questo sia un bene o un male? Pensa che sia questo il modo di scrivere che piacerebbe a lei e ad altri lettori in Italia?

GF: Io penso che questo modo di scrivere abbia molte frecce al suo arco. Scarta ogni ciarlataneria, qualunque cosa tracci un quadro roseo e mistificatore della vita. In ogni paese ci sono dei problemi, e ci sono il bene e il male, e l'unico modo di affrontarli è scriverne o parlarne in termini diretti.

CARLO FELTRINELLI COVER

 

BR: È piuttosto insolito che una figura come la sua sia arrivata a occupare il centro della scena negli ultimi anni. Non capita spesso che un editore attiri tutta l'attenzione che ha attirato lei, signor Feltrinelli. Questa attenzione si è incentrata soprattutto sulla pubblicazione del libro di Boris Pasternak, Il dottor Zivago. Potrebbe dirci come è riuscito a pubblicarlo?

 

GF: Il romanzo mi è arrivato nel più semplice dei modi. A Mosca avevo un amico che cercava talenti per me, e mi diceva cosa c'era di nuovo.

 

BR: Mi scusi, ma trovo che questo sia un punto molto interessante. Come si fa ad avere un amico che sta a Mosca e cerca talenti per te? È una faccenda che mi ingelosisce, e mi domando come sia possibile.

GF: A Mosca ci sono molti giovani italiani che per due o tre anni studiano all'università. Uno di loro, prima di partire, mi ha chiesto se mi interessava ricevere regolari notizie sulla nuova letteratura russa o sulla saggistica. Ho detto di sì, naturalmente. Quando questo amico era là, nel 1956, sentì parlare di un libro di Pasternak di prossima pubblicazione. Gli dissi: «Okay, va' avanti».

Giangiacomo Feltrinelli

Lui contattò l'autore. Prese gli accordi necessari per la pubblicazione del libro in Italia. Il libro doveva ancora uscire nell'Unione Sovietica. Non c'erano problemi di permessi. Questo amico mi portò il manoscritto originale. Io ritirai il manoscritto a Berlino. Era battuto a macchina con le correzioni e le cancellature originali.

 

BR: Durante quel periodo lei seppe qualcosa da Pasternak in persona?

GF: Ricevetti molte lettere da Pasternak, che sembrava interessato a pubblicare il libro in Italia.

 

BR: Qui, in questo paese, leggiamo che a un certo punto ci fu un cambiamento: qualcuno cambiò idea, lui o altre persone nell'Unione Sovietica.

GF: Nell'autunno del '56, dopo l'annuncio della pubblicazione del libro, a Mosca ci fu un cambiamento. Dapprima mi chiesero di ritardare la pubblicazione fino all'ottobre del 1957, richiesta che accolsi perché la traduzione non era pronta.

giangiacomo feltrinelli

Dopodiché l'idea di pubblicarlo (in Russia) fu scartata definitivamente. Vennero a trovarmi molti rappresentanti di scrittori sovietici, soprattutto Aleksej Surkov, che era il presidente dell'Unione degli scrittori sovietici. Parlammo del libro, e lui era molto critico. Cercò di dissuadermi dal pubblicarlo.

 

BR: Cosa pensò di questi tentativi di dissuaderla?

GF: Si sentiva che i giudizi politici di Surkov erano influenzati da una curiosa ristrettezza di vedute, direi. Non aveva niente a che fare con un giudizio obiettivo del libro, che io non considero un romanzo antisovietico o anticomunista. È un romanzo sui tempi difficili che attraversa un paese. Parla di esseri umani e della loro lotta per la vita. Contiene molte lezioni fondamentali che si applicano a ogni essere umano in una società moderna.

pasternak

 

BR: L'avrebbe pensata diversamente se fosse stato un romanzo antisovietico?

GF: Il problema per me è la qualità. Non credo che l'arte letteraria possa essere giudicata strettamente in base a problemi e schemi politici.

 

BR: Sono pienamente d'accordo con lei. Ma quando Surkov pensò che il libro non si doveva pubblicare a causa di quella che per lui era la sua natura antisovietica, questo le fece cambiare certe opinioni sulla stessa Unione Sovietica?

pasternak cover

GF: Ero sorpreso che un paese, quarant' anni dopo una rivoluzione riuscita, con i sovietici ancora al potere, che i sovietici si preoccupassero ancora tanto di un romanzo. Lo trovavo assolutamente ridicolo. Le esperienze dei suoi personaggi sono praticamente uguali sotto ogni governo di ogni paese.

 

BR: Personalmente, come editore, ho sempre avuto un grande interesse per la censura. La censura è sempre stata un problema importante negli Stati Uniti. La libertà di stampa. Noi pensiamo che lei abbia fatto delle esperienze di prima mano in questo campo da quando ha pubblicato Il dottor Zivago.

Lei crede che dovrebbe esistere una censura o da parte della Chiesa o dello Stato per ragioni morali, politiche o di oscenità? In altri termini, crede che in una società libera debba esistere la censura?

GF: Io credo che in una società libera non possa esistere la censura.

carlo feltrinelli 65ba1e04 e64c 4f3c 8b5b 8f3887ca3759JACK KEROUACCarlo Feltrinelli Carlo e Inge Feltrinelligiangiacomo feltrinelli

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."