mainetti cerasa

GIRO DI VALTER - L'EDITORIA SI E' IMPOSSESSATA DI MAINETTI: “RICEVO SPESSO OFFERTE DI ACQUISTO PER 'IL FOGLIO', MA ME LO TENGO BEN STRETTO” – “SONO INTENZIONATO A SOLLECITARE UN AGGIORNAMENTO EDITORIALE PER MANTENERE LA TESTATA COMPETITIVA, SOPRATTUTTO SUL FRONTE DIGITALE” – LA RINASCITA DI "TEMPI" E LA BRUTTA ESPERIENZA CON LA “GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO”

 

 

Marco Antonellis per www.affaritaliani.it

 

claudio cerasa saluta valter mainetti (2)

Nel lockdown il sito on line del quotidiano “Il Foglio” ha avuto un forte balzo in avanti che ha portato la media di pagine viste anche lo scorso mese intorno ai 6 milioni, un livello che lo colloca ai primi posti fra i siti d’informazione. E ciò dimostra non solo la credibilità della testata, ma un crescente interesse per una formula che premia l’approfondimento e la qualità giornalistica.

 

Valter Mainetti, imprenditore, Ceo e azionista di riferimento di Sorgente Group, e noto collezionista d’arte,  attraverso la società editoriale “Musa Comunicazione” da alcuni anni controlla al cento per cento “Foglio Edizioni” che possiede la testata “Il Foglio quotidiano”.

 

valter mainetti

“Nonostante la crisi – confessa in questa intervista ad Affari Italiani – ricevo con una certa frequenza offerte di acquisto del Foglio, a riprova della intuizione del fondatore Giuliano Ferrara, che vent’anni fa ha inventato il giornale del futuro, che seleziona le news fornendo le chiavi di lettura, e che trova ora un grande interesse anche su internet, che è diventato uno sbocco fondamentale per la carta stampata”.

 

Del resto Stefano Feltri, direttore di Domani, il nuovo quotidiano di Carlo De Benedetti, ha voluto con sé due giornalisti di punta del Foglio e non nasconde di ispirarsi, sia pure in parte,  al giornale diretto ora da Claudio Cerasa, spesso ospite del tg e dei talk televisivi a riprova della considerazione di cui gode Il Foglio anche nel mondo dell’informazione, oltre che in quello della politica e dell’economia.

paola e valter mainetti

 

“Quanto basta – sottolinea Mainetti in proposito – per tenere ben stretto Il Foglio, che del resto non ho mai avuto intenzione di vendere, e sono intenzionato semmai a sollecitare un aggiornamento editoriale per mantenere la testata competitiva, soprattutto sul fronte digitale, sia pure nel completo rispetto dell’autonomia della cooperativa che lo edita, presieduta da Giuliano Ferrara”.

 

Ben diverso è stato l’orientamento di Mainetti con la storica testata culturale Tempi,  acquisita quando stava per chiudere.  Dopo un cospicuo investimento per rilanciarla in edicola come settimanale, Tempi non è riuscito ad incontrare l’audience necessaria per raggiungere un equilibrio dei conti, sia pure continuando a mantenere lo zoccolo duro dei suoi affezionati lettori.

 

claudio cerasa valter mainetti (3)

Il Ceo di Sorgente Group per mantenere comunque in vita il magazine ha favorito la sua trasformazione in mensile con la diffusione solo in abbonamento. Lo ha  affidato con successo – ha superato i 3000 abbonati - in  gestione alla Cooperativa Contrattempi,  formata dai redattori della testata, per poi pressoché gratuitamente cederne anche la proprietà.

 

giuliano ferrara saluta valter mainetti

“Sono orgoglioso - afferma Mainetti - di aver sostenuto in questi anni un giornale di alto spessore culturale e di aver permesso a giornalisti di grande professionalità di poter proseguire autonomamente il proprio percorso”.

 

GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

Una spiacevole esperienza invece quella con la Gazzetta del Mezzogiorno, che dopo averne preso in carico, come azionista di minoranza, il concordato preventivo con il supporto dichiarato della Banca Popolare di Bari, è stato costretto a ritirarlo per il venir meno degli impegni dell’istituto di credito, che nel frattempo era stato commissariato dalla Banca d’Italia. 

IL FOGLIO

 

“Ho tentato in tutti i modi - rileva Mainetti - di portare avanti il concordato, cercando di sostituire il mancato finanziamento bancario con l’affiancamento di alcuni imprenditori locali. Purtroppo la ricerca è stata infruttuosa e comunque non sufficiente a coprire l’importo necessario al piano concordatario.

 

Del resto in ogni circostanza avevo dichiarato che non avevo alcun interesse egemone e la stessa banca mi aveva assicurato che avrebbe lei stessa trovato degli imprenditori che mi avrebbero affiancato nel rilancio dello storico quotidiano di Puglia e Basilicata”.

 

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO EMMA

Dispiaciuto di non aver potuto evitare il fallimento in cui si trova ora la Gazzetta del Mezzogiorno, sia pure con la concessione dell’esercizio provvisorio per continuare ad essere in edicola, Mainetti si dice sempre disponibile anche ora a partecipare, sempre pro quota, ad una eventuale cordata alla quale il Tribunale potrebbe vendere o affittare la testata.

 

Mainetti è consapevole di quanto sia “tosto” il settore editoriale, soprattutto dalla parte dell’editore e nei rapporti con i giornalisti, ma ciò non lo scoraggia nella nuova passione, nata sulla scia del suo interesse per la cultura, che fino a qualche anno aveva limitato al mondo dell’arte.

valter mainetti con la moglie paola foto di bacco

 

Mainetti è anche un appassionato e colto collezionista e insieme alla moglie Paola guida la Fondazione Sorgente Group,  posta sotto la direzione artistica di Claudio Strinati. Fondazione che possiede una ricca raccolta di antichità greche e romane, una pinacoteca con opere dal 1400 al 1700 e una spettacolare collezione di arte Liberty e Dèco. Tra le altre cose promuove la pubblicazione di libri di immobili prestigiosi, come quello dedicato al Flatiron Building di New York, il primo grattacielo al mondo costruito in acciaio e oggi in parte proprietà di uno dei fondi di Sorgente Group.

annalisa chirico valter e paola mainetti foto di bacco

 

“L’arte è un modo di comunicare  - conclude Mainetti - e mi è sembrato naturale allargare l’attività al settore editoriale, anche se le esperienze fatte fino ad ora, ad eccezione de Il Foglio,  non sono confortanti. Tuttavia resto convinto che anche nell’editoria come nell’arte, conti la bellezza/qualità legata alla rarità/storia delle testate.

 

claudio cerasa con valter mainetti

Un principio base dell’economia dice che le cose più sono rare e più valgono. Il metterle insieme fa sì che il valore complessivo sia però superiore alla somma degli oggetti. È come una collana di perle della stessa dimensione e colore: la collana vale più della somma aritmetica di ogni perla. Non escludo quindi di affiancare al Foglio altre attività editoriali collaterali di qualità, che contribuiscano a valorizzare la testata, come programmi per la televisione”.

Ultimi Dagoreport

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...