amadeus affari tuoi 2

“AFFARI TUOI”, LA CASSAFORTE DELLA RAI – VELTRONI E IL PROGRAMMA CON IL MAGGIOR ASCOLTO DEL SERVIZIO PUBBLICO, CON IL 30% DI SHARE - “NON È UN GIOCO D’AZZARDO. PER LA SEMPLICE RAGIONE CHE IL CONCORRENTE NON RISCHIA NULLA DI SUO. TRA IL FASCINO DEI NUMERI E LE STORIE DI VITA DEI CONCORRENTI, AMADEUS NON RICORRE ALLA LACRIMA FACILE. PENSO CHE A CESARE ZAVATTINI SAREBBE INTERESSATO PIÙ UN PROGRAMMA COSÌ DI TANTI REALITY…”

Walter Veltroni per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

(...)

AMADEUS AFFARI TUOI 55

Proprio ai numeri è in fondo consacrato il gioco televisivo più popolare in Italia. Se spesso ci si azzuffa, tra conduttori televisivi, in ragione dell’uno per cento di ascolto in più o in meno, «Affari tuoi» viaggia regolarmente, come un treno in orario, oltre il ventidue e alla fine, quando la storia di ogni puntata conosce il suo diapason, arriva al trenta per cento. Più della nazionale di calcio. È il programma, quest’anno, con il maggiore ascolto del servizio pubblico.

 

In «Affari tuoi» — che è stato condotto da Paolo Bonolis, Pupo, Antonella Clerici, Max Giusti, Flavio Insinna — in onda dal lontano 2003 e originato da un format olandese, i numeri hanno esattamente il ruolo che rivestono nella vita di ciascuno di noi, comuni mortali.

 

Non Archimede, Leibniz o Fibonacci. Noi, che usiamo i numeri per tre cose. Per giocare, per ricordare, per contare, prevalentemente profitti e debiti. «Affari tuoi» si colloca nel mezzo di questo triangolo di significati. I venti partecipanti, uno per regione, scelgono un pacco, senza conoscerne il numero.

 

AFFARI TUOI

All’ interno ci potrà essere una cifra, corrispondente ad una somma di denaro che va da 0 a 300.000 euro. L’associazione tra il numero del pacco e l’ammontare ivi contenuto è a conoscenza solo del notaio e del «dottore». Il concorrente è uno scelto tra venti, come un eroe che avanza dalle fila del coro e si mette sul proscenio. A turno potranno giocare tutti i rappresentanti regionali.

 

Almeno in questo non ci sono gerarchie e disallineamenti.Il gioco è semplice e fondato su alcuni elementi distintivi del destino e del carattere di ciascuno: la fortuna, il coraggio, la capacità strategica.In sostanza il concorrente, lungo la trasmissione, quarantotto minuti di televisione, dovrà decidere se tenere fino in fondo il pacco che ha scelto o cedere alle lusinghe del «Dottore» che lo inviterà a cambiarlo o ad accettare offerte di cifre più o meno seducenti. Il gioco, è fatto di nulla. È leggero come l’aria. È come la morra, la tombola, il lotto.

 

Eppure.. Eppure è, a ben guardare, un contenitore di storie italiane. Non quelle selezionate dagli algoritmi del dolore o dell’orrore.

AMADEUS AFFARI TUOI 34

Ma quelle di alcune centinaia di persone scelte tra le quasi quaranta mila che ogni anno chiedono di partecipare iscrivendosi a un sito o telefonando. Mi è venuto in mente di venire qui, al mitico Teatro delle Vittorie, per parlare con i protagonisti, dopo aver visto una puntata in cui giocavano due ragazzi abruzzesi che, verso la fine, con un misto di pudore e dolore, hanno rivelato che un certo numero era importante perché riferito al destino sfortunato della loro bambina. Soffrivano nel dirlo e si capiva che non avrebbero voluto andare oltre.

 

Era già tanto, per loro troppo, così.

 

Il conduttore del programma, Amadeus, non ha fatto quello che tutti gli altri avrebbero fatto, specie i rabdomanti della lacrima altrui.

 

Non ha chiesto nulla di più, non ha voluto sapere come e quando e tutto il resto. Non era una notizia di pubblico interesse, quella, era un dolore confessato con pudore. Ho molto apprezzato, ancora una volta, la misura, rara, di Amadeus.

AMADEUS AFFARI TUOI

 

Quella sera, e tante altre, ho pensato che proprio in questo programma, lieve come le «manine» che annunciavano la primavera in «Amarcord», c’è più vita reale che in tanti altri. Si incontrano casualmente la vita e le storie di persone che non sono lì per raccontarsi o per denunciare un misfatto subito. Sono lì per giocare, per provare emozione e per cercare di vincere qualcosa che forse gli cambierà la vita, forse gli cambierà l’automobile, forse gli cambierà solo una giacca. Eppure, che vincano o perdano, che siano felici o delusi, vanno via senza rimpianti.

 

Perché «Affari tuoi» non è un gioco d’azzardo. Per la semplice ragione che il concorrente non rischia nulla di suo. Persino al lotto o a tombola bisogna comprare numeri e cartelle per «tentare la fortuna».Qui no. Qui si vince, tutto o poco, ma non si perde mai nulla. E, comunque, lo dicono tutti i concorrenti andando via, avrai vissuto «un’esperienza straordinaria» e quando tornerai al bar del paese, perché per fortuna nei paesi i caffè ancora non arrivano con i droni, per un po’ sarai al centro dell’attenzione di cittadini come te. Butta via, in tempi avari come questi.

AMADEUS AFFARI TUOI 2

 

Per Amadeus i numeri «sono delle madeleines, un espediente mnemonico per attivare ricordi, momenti, gioie, dolori. I concorrenti li usano, per scegliere o evitare pacchi, usandoli come riferimenti sentimentali. E, proprio usando i numeri, si aprono e cominciano a raccontare.

 

Qualcuno mi ha detto che neanche dallo psicologo aveva mai detto tanto di sé. E non lo fanno per furbizia, non aggiungerebbe nulla, lo fanno per sollecitazione emotiva, per la potenza dell’identificazione tra i numeri e i volti, tra i numeri e gli istanti del proprio vissuto». Numeri come sentimento. Non è un paradosso? Forse no.

Alex Bellos, nell’introduzione al suo «Il meraviglioso mondo dei numeri» scrive che «il mondo dei numeri è un posto straordinario.

 

Raccomanderei una visita».Il «Dottore» è, per gli spettatori del programma, solo «un’ entità». Non ha volto, non si sente la sua voce, è lecito persino dubitare della sua reale esistenza.

spettatore di affari tuoi con la panza di fuori 2

 

Si pensa che sia lì, nascosto da qualche parte e collegato per telefono con il conduttore, solo per difendere le già esangui casse della Rai e dunque sia spietato, maligno, furbo come una faina, incapace di sentimenti. Invece no. Pasquale Romano — si può dire il nome? Sì, si può — è il capo autore del programma, ha studiato filosofia, poi ha fatto il giornalista e da anni si occupa dei programmi di intrattenimento della prima rete.

 

È una persona colta e gentile, non sembra Rockerduck, né Scrooge di Dickens. «Il mio lavoro non è tanto far risparmiare l’azienda. Infatti per uno che vince più del budget di puntata, inevitabilmente ci sono tre che portano a casa di meno. Ciò che invece mi fa fare scelte, offerte, e proposte di cambio è un solo obiettivo: portare il concorrente a un finale significativo. Il finale ideale è “o tutto o nulla”. Ci si arriva con qualcosa di più complicato di un puro esercizio sul denaro, ci si arriva immaginando la persona che hai davanti, le sue scelte.

spettatore di affari tuoi con la panza di fuori 6

 

(...) Stefano Mignucci, il regista, mi conferma che questa scelta ha reso il «testo» del gioco molto più caldo. «Sembra sempre la stessa cosa, perché “Affari tuoi” ha le sue dinamiche fisse. Ma ora anche solo la relazione di sguardi tra i concorrenti consente un montaggio molto più emozionante. Non è come riprendere un tg, io uso lo zoom-in proprio per esaltare il gioco degli occhi, le incertezze, i silenzi». Già, i silenzi. Questo programma ha un’altra caratteristica. Non c’è fretta. I concorrenti possono discutere, riflettere, prendere tempo.

 

Televisione senza il tempo come ghigliottina: strano e bello. Incontrando gli autori che mi raccontano come scelgono il cast: semplici colloqui, senza l’ambizione di trovare fenomeni o nuovi comici: faccio presente che alla fine, volenti o no, quelle persone che sfilano davanti alla telecamera, che sperano e si raccontano, attraverso i numeri presenti nella loro vita finiscono con il costruire un, forse involontario, racconto del paese reale. Penso che a Cesare Zavattini sarebbe interessato più un programma così di tanti reality.

amadeus affari tuoi

 

Incontro, prima della registrazione, due ragazzi che sono stati sorteggiati come concorrenti. Uno viene da Melia di Scilla, in Calabria, si chiama Domenico, ha 25 anni ed è accompagnato da una mamma giovane. Di mestiere, dopo aver studiato all’alberghiero, fa l’operaio portuale perché questo gli consente di curare meglio la sua piccola fattoria: 23 cani, 4 vitelli e galline a volontà. «Se dovessi vincere tanto aiuterei le mie sorelle e poi vorrei aprire un piccolo ristorante. Se non vinco, va bene lo stesso. Sono stato qui e ho fatto tante amicizie. Ho scoperto come funziona la televisione e me ne torno felice al mio paesino di 700 abitanti».

 

affari tuoi

Matteo, 44 anni, viene dalle montagne della Val d’Aosta, il suo comune ha 200 anime, si chiama Allein. Ha scalato il Monte Bianco, lavora all’ospedale di Aosta. Anche lui, che tiene per mano la sua compagna, è felice di esserci stato. Tra due ore lo sarà un po’ di più o un po’ di meno. Ma intanto… «Se vincessi la prima cosa che farei è offrire una cena a tutti e venti i ragazzi con i quali ho condiviso diciotto puntate. E poi acquisterei un appartamento per mia mamma. Guadagno 1.700 euro al mese. Quello che viene, va bene. E grazie a tutti». Numeri, giochi, storie. Tutto utilizzato per raccontare. Senza pretese, neanche di voler far questo. Succede, proprio come nella vita.

affari tuoi formato famiglia 6affari tuoiaffari tuoi 1affari tuoi pacco premio 4affari tuoi formato famiglia

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…