il santone marcore palmaroli

“CIÒ CHE NON TI UCCIDE TE ROMPE LI COJONI” - OSCIO CONQUISTA RAIPLAY: ARRIVA "IL SANTONE", LA SERIE TV CON NERI MARCORÈ ISPIRATA AL PERSONAGGIO CREATO DA FEDERICO PALMAROLI – L’ATTORE FETICCIO DEL VELTRONISMO SI DICE "SODDISFATTO" DELLA COLLLABORAZIONE CON PALMAROLI, CHE HA SIMPATIE DI DESTRA: “È UN PROFESSIONISTA NON FAZIOSO CHE FA RIDERE IN MANIERA TRASVERSALE. CREDO CHE SIA L'UNICO RAPPRESENTANTE DI DESTRA CHE FA QUESTO MESTIERE”

Ilaria Ravarino per “il Messaggero”

 

IL SANTONE MARCORE

Un fenomeno satirico nato a Roma, nel centralissimo quartiere Flaminio, ma diventato talmente virale sul web da varcare i confini del Paese, fino ad arrivare là dove nessun meme italiano era mai giunto prima: il continente indiano.

 

Nato dalla creatività del romano Federico Palmaroli, 49 anni, il tormentone che nel 2015 popolava internet con finti aforismi del vero santone indiano Osho Rajneesh, diventerà da domani una serie tv in esclusiva su RaiPlay: un'intera stagione da dieci episodi da mezz' ora ciascuno, intitolata Il Santone -#lepiubellefrasidiOscio, in cui Neri Marcorè presta il volto a un ex antennista che, dopo aver perso la memoria, diventa guru di periferia.

 

SENZA FOTO

«L'operazione è diversa da quella fatta su internet, in cui usavamo le foto di Osho - spiega Palmaroli, che nel frattempo, dopo essere stato denunciato dalla Osho International Foundation, ha dovuto rinunciare a usarne l'immagine - Qui invece c'è un santone in carne e ossa, che solo perché indossa una veste bianca da guru finisce per diventare il punto di riferimento di un gruppo di persone che hanno bisogno di affidarsi a qualcuno. Ma le due operazioni hanno in comune il dna del romano, quella capacità di superare le difficoltà con una battuta».

IL SANTONE MARCORE

 

Il mondo cui l'antennista Enzo Baroni fa ritorno con le vesti del santone, dopo essersi misticamente allontanato dalla moglie (Carlotta Natoli, 50 anni, con Marcorè già in Tutti pazzi per amore), è la Roma di Centocelle, che la serie racconta, estremizzando, con tutti i cliché della periferia, tra spaccio, famiglie sotto sfratto e un'umanità allo sbando ma dal gran cuore.

 

I TORMENTONI

«Qui c'è la romanità che preferisco, quella caustica, dalla battuta irriverente con elementi di genio - spiega Marcorè, 55 anni, originario delle Marche - è un peccato che si stia perdendo quella capacità di non prendere nulla sul serio, e di sdrammatizzare, che è sempre stata una caratteristica della Roma che amo».

IL SANTONE NERI MARCORE

 

La serie non manca di citare i tormentoni più famosi inventati da Palmaroli (il primo: «Ciò che non ti uccide te rompe li cojo»), inseriti in ogni episodio a scandire l'ascesa social dell'antennista, che grazie alla Rete, e con la complicità di un'agente televisiva (Rossella Brescia) diventa un influencer cosi popolare da attirare su di sé l'attenzione della politica.

 

LA CRITICA

«C'è anche una sottile critica alla viralità, che spesso si basa sul niente - spiega la regista, Laura Muscardin - e al bisogno della società di avere a ogni costo un mito». Viralità che è stata alla base del fenomeno di Oscio, diventato nel 2016 un caso editoriale dopo aver raggiunto più di un milione di follower sui social: «La Rete ha dato a chiunque spazio per fare satira, offrendo opportunità diverse dall'unico terminale possibile, che ai miei tempi era la tv - ha detto Marcorè - prima la selezione era a monte, ora si fa con i fatti: se resisti, come Oscio, Lercio o Spinoza, funzioni. Ma la moltiplicazione delle proposte ha portato a una maggiore evanescenza: le battute dei programmi di culto della tv restavano per decenni, oggi è difficile immaginare una simile permanenza».

Neri Marcore Carlotta Natoli IL SANTONE

 

SINISTRA E DESTRA

Da sempre politicamente schierato a sinistra, Marcorè - protagonista del nuovo film di Walter Veltroni, Quando, e a settembre all'esordio da regista con una commedia - si dice infine «soddisfatto» della collaborazione con Palmaroli, di vedute politiche diametralmente opposte.

 

«Gli va riconosciuta la capacità di far ridere e di farlo in maniera trasversale. Magari se sei di sinistra ti ferisce di più, ma funziona. È diventato un professionista inattaccabile e non fazioso, che colpisce come solo la satira sa fare. Del resto credo che sia l'unico rappresentante di destra che fa questo mestiere. E io sono convinto che si possano avere idee diverse, purché non estremiste. Anzi: si deve parlare con chi non la pensa come te, basta che ci sia il rispetto reciproco della dignità».

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