“LA DITTATURA NON E’ MAI FINITA” - FORATTINI SI SFOGA NEL SUO ULTIMO LIBRO: “IN ITALIA CHIESA, POTERE E TOGHE NON TOLLERANO LA SATIRA” - “ANDREOTTI ARRIVÒ A DIRE IN TV CHE L’AVEVO INVENTATO IO, INVECE I FURIBONDI A OGNI VIGNETTA ERANO CRAXI, D'ALEMA E FORMIGONI” - “DAI GIORNALI ME NE SONO SEMPRE ANDATO IO…”

-

Condividi questo articolo


Alessandro Feroldi per La Verità

 

GIORGIO FORATTINI GIORGIO FORATTINI

L’ultimo libro di Giorgio Forattini nasce grazie a un ferro da stiro, con il quale pazientemente per decenni la fida assistente Michela Cappelletti ha salvato e stirato schizzi e bozzetti di prova, spesso accartocciati. L' idea di un catalogo illustrato delle più celebri vignette, con i disegni preparatori mai pubblicati, è venuta alla moglie, Ilaria Cerrina Feroni, una vita nei libri e per i libri.

 

Terza presenza femminile in questo «Abbecedario della politica» è Annaluce Canali, designer, che ha curato grafica e impaginazione. In Italia è raro che un disegnatore diventi famoso come Forattini, perché poco si usano le vignette nei giornali, mentre all' estero è spesso il contrario: più un giornale è raffinato e meno usa le foto, a favore dei disegni.

 

copertina del libro di giorgio forattini copertina del libro di giorgio forattini

 Per esempio il celeberrimo New Yorker, settimanale nato nel 1925, in copertina pubblica solo disegni e vignette, mettendoli anche all' interno per certi tipi di articoli. Forattini ha cominciato tardi a disegnare vignette, a 40 anni (vincendo un concorso per grafici al quotidiano romano Paese Sera), ma poi una vignetta al giorno per altri 40 anni non gliel' ha tolta nessuno.

 

Tormento o estasi dover inventare un disegno al giorno?

«Estasi, sempre estasi, cercare l' ispirazione dopo aver letto di tutto ed essersi informati sugli sviluppi politici. Anche molta allegria, quando la vignetta è finita, è nata».

 

Si usa dire che satira e comicità hanno bisogno di molta cultura.

«La cultura aiuta molto, ma deve essere molto ampia, a tutto campo, deve andare dalla politica alla mitologia, dalla storia alla letteratura».

 

sicilia vista da forattini sicilia vista da forattini

I comici esistono ancora, i disegnatori satirici sempre meno.

«L' Italia è un Paese giovane in cui Chiesa, potere e magistratura non tollerano la satira, l' ironia, la critica irriverente. Le persone con quei poteri non accettano di essere dissacrate, neanche per scherzo. In fondo una sorta di dittatura fascista non è mai finita, sul fronte della satira.

Che è rischiosa per chi la fa, perché il disegno è la cosa più personale che ci sia, non è anonimo come una fotografia».

 

VIGNETTA DI FORATTINI referendum sul divorzio VIGNETTA DI FORATTINI referendum sul divorzio

All' estero è diverso?

«Sono molto più tolleranti perché hanno tradizioni diverse nel rapporto tra il cittadino e il potere: in Inghilterra la satira è molto forte già nel '700, come negli altri Paesi anglosassoni compresa l' America. Non esisteva invece tolleranza nella Germania di Hitler, nella Russia degli Zar e dopo la Rivoluzione d' ottobre, e nel nostro fascismo».

 

Com' è nata la famosissima vignetta del 12 maggio 1974, sul referendum vinto per confermare il divorzio, con Fanfani-tappo-di-spumante sparato dalla bottiglia?

«Dalla mia voglia di divorziare, mi ero sposato troppo giovane e il mio matrimonio era finito da tempo. Era una mia gioia spontanea, personale. Amintore Fanfani però si arrabbiò moltissimo».

 

A proposito, quali politici si divertivano alle vignette e quali meno?

«Giulio Andreotti e Giovanni Spadolini non hanno mai protestato, addirittura mi chiedevano le vignette originali. Andreotti arrivò a dire in televisione: "Io sono stato inventato da Forattini!". Aveva un senso spiccato dell' umorismo, l' ho ritratto anche ferocemente in un migliaio di vignette, non ha mai battuto ciglio. Invece i furibondi a ogni vignetta su di loro erano Bettino Craxi, Massimo D' Alema, Ciriaco De Mita, Roberto Formigoni».

 

Vignetta di Forattini su andreotti Vignetta di Forattini su andreotti

Molte querele?

«Inevitabili, ma l'importante era il direttore del giornale che ti difendesse. A Repubblica, di cui sono stato fondatore e progettista grafico nel 1976, il direttore Eugenio Scalfari si arrabbiava ma mi lasciava libero, anche con litigate furiose. Invece Ezio Mauro stette zitto nella famosa vignetta su D' Alema che sbianchetta la lista Mitrokhin. Alla fine ho cambiato molti giornali perché ero io ad andarmene, non loro a cacciarmi».

 

Il liberale Forattini, anticomunista, fa vari mestieri ma comincia come vignettista in un giornale del Pci.

«Intanto ero stato assunto come grafico, le vignette vennero dopo. Paradossalmente in quel giornale avevo più libertà che in altri non di sinistra, perché su Paese Sera scrivevano firme illustri della cultura, non solo comunisti, e poi un giornale della sera ha un' altra linea editoriale, è una guida per scegliere un film, un concerto, un teatro. Un quotidiano sintetico, dove la semplicità della vignetta vince».

Vignetta di Forattini su massimo d alema Vignetta di Forattini su massimo d alema

 

Cosa deve avere un giovane oggi che volesse fare il grafico in un giornale?

«Come ogni creativo deve avere un' idea, sempre da quella si parte. Però una volta il grafico era un riferimento molto importante, oggi con i sistemi digitali è molto diverso».

 

Giorgio Forattini è stato premiato nell' Aula magna dell' Università di Firenze a scienze politiche. Possiamo chiamarla politologo?

GIORGIO FORATTINI GIORGIO FORATTINI

«Certamente, e la cosa mi onora!»

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – PERCHÉ GIORGIA MELONI HA RINCULATO IMPROVVISAMENTE SULLE DIMISSIONI DI GIOVANNI TOTI? C'ENTRANO I TEMPI DELLA GIUSTIZIA: TRA INTERROGATORIO E TRIBUNALE DEL RIESAME SI POTREBBE SCAVALLARE IL 9 GIUGNO, GIORNO DELLE EUROPEE. E A QUEL PUNTO, MEGLIO TENERE TOTI IN GHIACCIAIA - NEL GOVERNO DUCIONI QUALCUNO AVRA' PENSATO: MEGLIO NON ABBANDONARE AL SUO DESTINO UN POTENTE COLLEGA NEI GUAI, NON SIA MAI CHE TOTI APRA COMPLETAMENTE LE VALVOLE E RACCONTI TUTTO CIÒ CHE SA… - VIDEO

DAGOREPORT - PERCHÉ DISCOVERY HA SBATTUTO LA PORTA IN FACCIA A MARIA CARMELA D’URSO, DETTA BARBARA? ALCUNI SOSTENGONO CI SIANO DI MEZZO LE DIFFICOLTA' A TRATTARE CON IL SUO AGENTE LUCIO PRESTA, ALTRI INVECE ADDEBITANO IL MANCATO CONTRATTO ALLA "FATWA" SCAGLIATA SULLA CONDUTTRICE DA PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE L'HA SILURATA DA MEDIASET E OSTRACIZZATA DALLA RAI: COSA HA FATTO "BARBARIE" PER MERITARE L'"EDITTO BULGARO"? - AMADEUS SOGNA UN PROGRAMMA CON FIORELLO, MA LO SHOWMAN SICILIANO E' UN CACADUBBI: GLI AMERICANI GLI HANNO DATO TEMPO FINO ALLA FINE DI MAGGIO PER DECIDERSI...

DAGOREPORT – PUTIN STA VINCENDO ED E' CIO' CHE BIDEN E BLINKEN VOLEVANO: LA CASA BIANCA HA APPROFITTATO DELLO STALLO AL CONGRESSO SULLE ARMI PER LASCIAR AVANZARE I RUSSI, TENENDO GLI UCRAINI CON I PISTOLINI SCARICHI, PER FORZARE ZELENSKY AD ACCETTARE UNA TRATTATIVA DI PACE PRIMA DELLE ELEZIONI PRESIDENZIALI DI NOVEMBRE - “MAD VLAD” È STATO LASCIATO LIBERO DI CONQUISTARE KHARKIV E ALTRI TERRITORI, CHE POI OFFRIRÀ SUL TAVOLO DI PACE. IL CREMLINO VUOLE ANCHE IL PORTO DI MARIUPOL, OLTRE A CRIMEA E A METÀ DONBASS - BLINKEN CHE SUONA LA CHITARRA COME I VIOLINISTI DEL TITANIC - VIDEO

DAGOREPORT – ASPETTANDO IL CROLLO DEL GOVERNO DUCIONI, CON L’IMPLOSIONE DI SALVINI, GOFFREDO BETTINI METTE IN CAMPO TUTTE LE FORZE PER RISPEDIRE ELLY SCHLEIN IN SVIZZERA: A CHE SERVE AUTOCOMPIACERSI DELLA PROPRIA SUPERIORITÀ DA “HAPPY FEW”, PER POI RITROVARSI GOVERNATI DA SCAPPATI DALL’ESAME DI TERZA MEDIA? - IL RITORNO DI FRANCESCO RUTELLI HA RINGALLUZZITO LA PLATEA. CHE L’EX SINDACO DI ROMA POSSA SCENDERE NUOVAMENTE IN CAMPO, AL MOMENTO NON È SOLO UNA SUGGESTIONE: “RIVERGINATO” DOPO 12 ANNI DI ASSENZA DALLA SCENA POLITICA, CON UN PD PRIVO DI PERSONALITÀ CARISMATICHE DOTATE DI LEADERSHIP, RUTELLI È LA SOLUZIONE (SEMPRE NEL CASO CHE SINISTR-ELLY VENISSE SFIDUCIATA DOPO LE EUROPEE)

FLASH! – COLPI DI “SOLE”: USCITO IMPROVVISAMENTE QUALCHE MESE FA DAL RUOLO DI CEO DI TELEPASS, GABRIELE BENEDETTO PUNTEREBBE A PRENDERE IL POSTO DI CARTIA D’ASERO COME CEO DEL ‘’SOLE 24 ORE’’ - DENTRO AL PALAZZONE ROMANO DEGLI INDUSTRIALI, IL PROFILO DI BENEDETTO GENERA PIÙ DI UNA PERPLESSITÀ: È UN CONSULENTE FINANZIARIO CHE NON SI È MAI OCCUPATO DI EDITORIA - IL NUOVO PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA EMANUELE ORSINI VORRÀ INIZIARE IL SUO MANDATO CON UNA NOMINA DIFFICILMENTE COMPRENSIBILE?