fedez giletti salini

“FEDEZ? I VERI MARTIRI SONO ALTRI. MA CHE DEBOLEZZA CULTURALE DELLA RAI” – GILETTI SCATENATO SUL RAPPER E SULLA TV PUBBLICA. "IL MIO FUTURO? PESERÀ IL SENSO DI LIBERTÀ. LE INCHIESTE BONAFEDE E ARCURI ALTROVE NON AVREI POTUTO FARLE. IN RAI MANCANO LE COMPETENZE. C'È CHI LAVORA E CHI È PRONO AL POTERE - UNA RICETTA PER LIMITARE L'INVADENZA DEI POLITICI IN RAI? IMPOSSIBILE”

Fabio Martini per "la Stampa"

 

massimo giletti non e' l'arena 3

Con i suoi 29 anni vissuti in casa Rai e i quattro trascorsi in casa Cairo a La7, pochi come lui conoscono i politici, le loro debolezze e le loro pressioni sui diversi palcoscenici tv, e in questa intervista a La Stampa, Massimo Giletti spiazza i tradizionali schemi di buoni e cattivi.

 

Fedez?

«Quanta debolezza culturale nel non capire che basta mezza frase di personaggi così abili e influenti e sei spacciato: fai diventare martire chi, magari, non è stato neppure oggetto di una censura! I martiri veri sono altri!».

fedez concertone

 

Tutti si lamentano della lottizzazione della Rai, ma nel corso degli anni c' è stata una lottizzazione greve e una lottizzazione artefice di pagine di ottima tv, magari ripetibili?

«Certo. C' è molta ipocrisia: il Parlamento, come è giusto che sia, detiene il controllo su un' azienda pubblica. Il problema è che ai tempi di Ettore Bernabei, la massima espressione del potere e della politica, c' erano grandi dirigenti che avevano al centro il prodotto e sapevano dire no ad un certo tipo di pressioni. Oggi c' è uno scadimento di qualità e di competenze nella gestione dell' azienda. Una parte dell' azienda lavora alla grande e un' altra parte è prona ai poteri politici. In una forma di vassallaggio che mi fa molta tristezza».

 

A caldo la vicenda Fedez è sembrata grave, ma i dettagli messi assieme nei giorni successivi hanno ridimensionato la denuncia?

massimo giletti 1

«Sì certo, c' è stata l' abilità da parte di Fedez di saper trasformare in evento una piccola cosa di cui nessuno si sarebbe mai occupato. Questa storia racconta la debolezza culturale di una struttura che non capisce che non si possono dire certe cose. Fedez sarà pure bravo a gestire il marketing di se stesso ma è anche un artista che deve parlare di ciò che vuole sul palco.

 

E invece tutti hanno finito per parlare del caso. Lo stesso Salvini non ha potuto rispondere a Fedez. Devi ammiccare, devi invitarlo a prendere un caffè. Morale della storia: non "puoi" censurare Fedez che ha milioni di persone che lo seguono. L' aveva detto Umberto Eco diversi anni fa che saremmo diventati schiavi dei social».

 

foa salini

In una rete privata margini di libertà sono teoricamente superiori ma non sarebbe credibile negare le pressioni anche in questo ambito. Vero?

«Sfido a chiedere a qualunque dei miei colleghi se Cairo abbia mai fatto una telefonata a Mentana, a Floris e a tutti gli altri per chiedere qualcosa! Io sono a La7 da quattro anni e nella mia decisione sul futuro peserà il mio senso di libertà. Perché io faccio una televisione che è al "limite". Le battaglie contro Bonafede e le scarcerazioni dei mafiosi. O quella che ho fatto, isolato, contro Arcuri non avrei mai potuto farle altrove».

 

Da parte di un politico ci sono tanti modi per esercitare una pressione: non vengo se mi pressi troppo o se mi fai trovare interlocutori sbagliati.

massimo giletti non e' l'arena 2

«Sa cosa ho detto ai miei? Ragazzi, lo vedete, da quanto ho "toccato" certe corde, non viene più nessuno dei big! Di Maio, Zingaretti, nessuno. E ho aggiunto: sappiate una cosa: forse dobbiamo cambiare idea sulla valutazione di un programma. Il valore si misura a sottrazione, sei non hai molti nomi importanti, significa che lavori bene! Se non vengono, vuol dire che stiamo facendo un lavoro importante, che dà fastidio».

 

Chi sono più permalosi? Quelli di sinistra, quelli di destra o i Cinque stelle?

«Permalosi i politici? Direi che dovremmo farlo noi un mea culpa: oramai ci sono politici che vogliono in anticipo le domande. E allora, pur di avere il politico forte, ti accordi, non fai le domande! Se ci dobbiamo appiattire meglio non averli».

urbano cairo foto mezzelani gmt5

 

Una ricetta per limitare l' invadenza dei politici in Rai?

«Impossibile. La politica in Italia non è ancora matura per fare un passo indietro e forse non mollerà mai. Soprattutto i programmi che oramai contano più dei Tg».

 

Ha mai sospettato che la semplificazione del linguaggio dei talk show, ragionare per buoni e cattivi, vincitori e perdenti ha spalancato la strada all' antipolitica?

«Oggi la politica si fa per social e per slogan e forse anche noi siamo stati in parte responsabili. Ma non siamo certo responsabili dell' incapacità della politica di programmare ad una settimana. Pensano solo all' oggi».

DOMENICO ARCURI alfonso bonafedemassimo giletti non e' l'arena 1

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…