meloni bruno guerri

“IO MINISTRO DELLA CULTURA? NON CREDO PROPRIO, MA SE ME LO CHIEDESSERO CI PROVEREI” - PARLA IL "DANNUNZIANO" GIORDANO BRUNO GUERRI: "LA TENUTA DI UN PROSSIMO GOVERNO DI CENTRODESTRA POTREBBE ESSERE MINATA DALL'INTERNO. I CONTRASTI SONO GIÀ RILEVANTI” –NON VEDO NESSUN PERICOLO DI FASCISMO. E SE ANCHE FOSSE L'EUROPA NON CE LO PERMETTEREBBE. C'È SÌ UN FASCISMO CHE DOBBIAMO TEMERE: È QUELLO DELLE…"

Carlo Cambi per “La Verità”

 

Giordano Bruno Guerri

«Me ne frego» era il motto degli arditi di Fiume. Diventato fascistissimo, ma coniato da un genio che «fascista non era, ne abbiamo discusso per tre giorni durante la settimana dannunziana finita ieri qui a Pescara per concludere con il contributo dei massimi storici che Gabriele D'Annunzio non fu fascista».

 

 Parola di Giordano Bruno Guerri il Vittoriale fatto a persona. Storico, giornalista, divulgatore gentilmente al vetriolo quando serve, eretico sempre rispetto al luogo comune, considerato di destra, ma catalogarlo in uno schieramento è come pretendere di mettere confini al vento.

 

D'Annunzio fu usato come simbolo dal regime. Basta, come nel caso della fiamma di Fratelli d'Italia, un simbolo per evocare il fascismo?

«I simboli in quanto tali hanno un peso e un valore. Anche a me non piace quella fiamma perché è il simbolo di un partito che era molto più a destra di Fratelli d'Italia, quindi mantenerlo è come rimarcare quel passato. La Meloni non può cancellarlo adesso in campagna elettorale, né cedendo alle pressioni. Credo però presto verrà tolto».

 

meloni milano

È in libreria con la biografia di Ernesto Bonaiuti rivista e aggiornata. Il titolo che gli ha dato La Nave di Teseo è Eretico o santo. È tempo di santità o di eresia?

«Ripropongo la vicenda umana, culturale e di pensiero di Ernesto Bonaiuti perché le decisioni di Francesco (ci sarà tra una settimana di nuovo ad Assisi Economy for Francesco, ndr) applicano tutte le teorie proposte da Bonaiuti. So per certo che è stato un profeta - ora mi danno ragione - quando ha detto: la mia chiesa si realizzerà nel prossimo secolo.

 

È singolare che proprio un gesuita, questo Papa, ne riabiliti la visione e l'insegnamento quando Bonaiuti fu perseguitato proprio dai gesuiti. Quello che a me sembra grave è che stavolta insolitamente la Chiesa è arrivata prima della società civile. Stavolta i preti sono stati più veloci nel riconoscere i propri errori. Le scuse dello Stato a Bonaiuti per come De Gasperi, Croce e Togliatti l'hanno trattato negandogli la cattedra che fu un errore civile più che della Chiesa non sono ancora venute. La cultura italiana che è molto prudente quando c'è di mezzo il Vaticano è stata scavalcata».

giordano bruno guerri

 

Guerri che parla bene della Chiesa è una notizia! Ma perché è così affascinato da questo prete scomodo?

«Bonaiuti era un modernizzatore un anticipatore e io cerco di essere d'essere una sorta di guida al suo pensiero che gli permetteva di capire il presente conoscendo il passato e di progettare il futuro».

 

È ciò che manca oggi?

«Assolutamente sì, viviamo giorno per giorno e si cambia idea al variare del prezzo del gas».

 

C'entra l'uso «democratico» della tecnologia? Dei social?

GUIDO CROSETTO GIORGIA MELONI

«Diciamo che questa tecnologia ha dato la possibilità di esprimersi a tutti. Ha portato all'evidenza pensieri banali, grossolani, sbagliati dove vero e falso sono spesso indistinguibili. Torna in mente il discorso di Umberto Eco: prima i cretini parlavano tra quattro amici al bar e ora parlano al mondo. I politici curano questa enorme nicchia di potenziali elettori, ma purtroppo si adeguano. La seguono, in cerca di un consenso di basso profilo. Soprattutto in una fase elettorale è difficile che prendano delle decisioni autonome, tanto più se impopolari».

 

Dunque l'abuso dei social deprime la capacità di guida della politica? Guidata dai chip la politica si fa cheap?

«Di nuovo: sembra che si campi alla giornata. Adesso è scoppiato il problema del gas e delle bollette.

giordano bruno guerri

 

Ma è una questione che era assolutamente evidente da mesi. Si sapeva che sarebbe successo, non a caso chi era competente ha avvisato per tempo e sono andati a cercare metano altrove. Ricordo bene i viaggi degli anni passati in Nigeria e in Libia alla ricerca del gas. E però sembra che l'abbiano scoperto adesso. Tutto questo dà un senso d'improvvisazione, di desolazione. Il fatto stesso che si discuta di fascismo e antifascismo è desolante.

 

Non vedo nessun pericolo di fascismo, se per fascismo intendiamo una dittatura di destra che certamente non è nell'interesse di nessuno resuscitare. E se anche fosse l'Europa non ce lo permetterebbe.

 

GIORDANO BRUNO GUERRI - DISOBBEDISCO

Peraltro l'Europa è una falsa nemica. C'è sì un fascismo che dobbiamo temere: è quello delle multinazionali, delle grandi aziende di internet. È di questo tipo di potere assoluto degli algoritmi di oggi che si deve avere paura perché quello è il vero pericolo».

 

Pare che il centrodestra si avvii a vincere le elezioni e a fare il governo. Quell'Europa che non dobbiamo temere non si metterà di traverso?

«La tenuta di un prossimo governo del centrodestra potrebbe essere minata dall'interno. I contrasti sono già abbastanza rilevanti e quando si tratterà di decidere i ruoli e prendere certe decisioni strategiche fondamentali c'è da sperare che il governo tenga, i rischi però che si sfarini sono molto alti.

 

Certamente la magistratura interviene volentieri e la sinistra farà il suo lavoro. Cercherà, come peraltro è riuscita più volte, a impapocchiare, a produrre un'accozzaglia pur di smentire i risultati delle elezioni. Se accadrà non ci sarà nulla di nuovo sotto il sole.

 

Per questo è importante la tenuta di un governo di destra che sono convinto sarà sorprendente a parte la possibile leadrship di una donna. Giorgia Meloni il primo presidente donna con governo di destra.

GIORDANO BRUNO GUERRI 1

 

Sarà un governo sorprendente se come D'Annunzio saprà innovare. Lui non era di questo tipo di destra, la paura che mi fa questa destra è quando s' ispira e pratica un conservatorismo spinto. Non bisogna conservare c'è da innovare. L'Italia ha bisogno di andare avanti velocemente perché sta perdendo la sfida della modernità sociale, tecnologica, negli studi. Serve una destra capace di guardare avanti».

 

Ma c'è in Italia una destra così?

«Ci deve essere. E si costruisce con l'attenzione all'individuo, alla libertà e alla valorizzazione dell'individuo che in Italia è venuta un po' meno. Si parla sempre di massa; il populismo questo è: un pensiero indistinto verso una massa indistinta. Uno scatto in avanti è rivolgersi a delle grandi professionalità.

Il prossimo deve essere un governo politico, ma dove i suggerimenti dei tecnici, i ruoli direttivi non politici, siano riservati a tecnici di grandi qualità. Se un timore sul governo di destra che si formerà può esserci è che esprima una classe dirigente non formata. La Lega ce l'ha e l'ha costruita nelle amministrazioni, Forza Italia ha una sua struttura, la squadra della Meloni non la conosciamo. Lì ci può essere un'incertezza. Ad esempio: chi sarà il prossimo ministro della cultura?».

giordano bruno guerri

 

Magari Giordano Bruno Guerri

«Non credo proprio, ma se me lo chiedessero ci proverei. Perché sono convinto che si debba accettare ogni ruolo dove si possono applicare le proprie idee. Quello è un posto importantissimo per il futuro del Paese».

 

C'è probabilmente anche un'altra sfida esiziale: quella sulla scuola. Magari per recuperare l'identità italiana e stare più convintamente in un'Europa diversa da questa?

«Sulla scuola sono 50 anni che dico che è il vero grande problema del Paese, lì va fatto ogni sforzo: di soldi, d'intelletto e di energie. Ciò detto l'identità dei popoli è oggi il problema dell'Europa. Il grande errore è stato puntare tutto sull'economia e non sulla cultura.

 

SALVINI MELONI BERLUSCONI 66

Nel lungo periodo i popoli si devono conoscere e riconoscere. Ci siamo fatti la guerra fino a pochi anni fa e ora dobbiamo imparare a stare insieme. C'è una frase di Flaiano che sembra smentire ciò che dico, ma che in realtà lo conferma: se i popoli si conoscessero meglio si odierebbero di più! Proprio perché ci sono queste differenze andava costruito il confronto tra le identità.

 

La cosa migliore che si è fatta in Europa, e torniamo alla scuola, è il progetto Erasmus per confrontare le differenze. Agli italiani che al terzo giono senza spaghetti vanno in deliquio è difficile far piacere il gulash, ma se mantenendo la fede negli spaghetti ti confronti valorizzando le varie identità nazionali allora ti puoi internazionalizzare, puoi unirti agli altri avendo un tuo bagaglio».

 

Vale anche per capire le sanzioni alla Russia che una parte della destra sembra mettere in discussione?

giordano bruno guerri

«Il proseguimento delle sanzioni è indiscutibile: va fatto. Sembra cinico detto da uno che sta al caldo e però il pericolo è talmente grande che bisogna fare argine. C'è in ballo il futuro degli equilibri mondiali; si confrontano due visioni del mondo: una conservatrice, l'altra democratica. L'America fa la sua politica egoistica; combattere la guerra con i sacrifici degli altri e far pagare a loro le conseguenze.

 

Ma stavolta le cose si svolgono ai nostri confini e non possiamo essere passivi. Qui si parla dell'Ucraina, ma in realtà siamo in uno scontro di civiltà. Bisogna guardare al futuro domandandoci cosa accadrà se cade l'Ucraina. Mi pare che non l'abbiano spiegato bene perché è scomodo e da qui nasce il tentennamento sulle sanzioni».

giordano bruno guerri donna tartt raffaele la capria

 

Si dice: se il centrodestra stravince impone il presidenzialismo. È così un male? Magari si recupera la dannunziana costituzione di Fiume

«Se il presidenzialismo fosse come quello alla francese sarebbe un bene, non un male. Quanto alla costituzione di Fiume non sarebbe applicabile adesso così com' è. Però va riconosciuto che era rivoluzionaria e di straordinaria modernità. Parla di corporazioni e quello è un pezzo inattuale, ma i principi di libertà che contiene sono assolutamente validi: la parità assoluta tra gli individui, pone la difesa del multiculturalismo e del multietnismo, si ispira ai principi di autonomia dell'ordinamento dello Stato. Tutte cose che all'epoca era impensabile di poter applicare e che invece oggi meriterebbero di avere un pieno sviluppo».

federico e giulia d'annuzio, giordano bruno guerrigiordano bruno guerri

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