claudio sabelli fioretti cossiga

“PRESIDENTE, LEI È MATTO?”- CLAUDIO SABELLI FIORETTI E IL RACCONTO DELL’INTERVISTA STRACULT A FRANCESCO COSSIGA (IN MUTANDE) – “LUI COMINCIA A PARLARE DI ERASMO, CHURCHILL, DICE CHE NON SI È INTELLIGENTI SE NON SI È MATTI, MA ALLA FINE CONFESSA CHE È STATO CIRIACO DE MITA A PASSARE AI GIORNALI LA NOTIZIA CHE ERA ANDATO NELLA CLINICA DELLA DOTTORESSA ASLAN A FARSI FARE L’ELETTROCHOC” – “CON COSSIGA REALIZZO DUE LIBRI CHE VENDONO ENTRAMBI UN CASINO DI COPIE. STRANO, VISTO CHE I MIEI LIBRI GENERALMENTE VENDONO POCO…” – IL LIBRO "AMASCORD"

Estratto da “Amascord. Ispirato a fatti realmente accaduti”, di Claudio Sabelli Fioretti, ed. Compagnia Editoriale Aliberti

 

claudio sabelli fioretti

Le macchine partono “a tutta callara” come si dice a Roma. In testa quelle della scorta, poi quella dei bagagli, poi quella dell’attrezzatura da radioamatore, poi quella sua, poi quella nostra dove stiamo io e mia moglie Annette. Poi, a chiudere, altre macchine della scorta. Sembra un film americano.

 

Attraversiamo il centro di Roma come se non ci fosse un domani. Io penso: “Va bene, è stato bello vivere ma in fondo non ho mai pensato di poterlo fare in eterno”. Poi, all’improvviso, all’unisono, tutte le macchine inchiodano. Siamo davanti a una chiesa. Che succede? Il presidente si deve confessare. Panico. Non c’è nemmeno un prete. Partono persone per ogni dove. Bisogna trovare un prete, assolutamente. Il presidente si aggira nervoso sul sagrato. Ma non ci poteva pensare ieri? Ecco, è arrivato un prete. Il presidente si confessa. E poi via di nuovo a duecento chilometri all’ora.

claudio sabelli fioretti cossiga

 

Arriviamo vivi all’aeroporto di Ciampino. È la prima volta che salgo su un aereo executive. Dopo un’ora siamo a Cagliari. Poi lui in elicottero e noi in macchina. Dopo un’ora, incontro con le autorità, sindaci, prefetti, questori. Dopo un’altra ora, check-in. Il più è fatto. Da domani si comincia con l’intervista.

 

Francesco Cossiga non ha fatto difficoltà. Gli avevo chiesto di averlo a disposizione un paio di giorni per una intervistona che dovrebbe riempire un libro. Lui di giorni me ne ha concessi quattro. Purché avessi la voglia di seguirlo in Sardegna dove voleva andare a riposare. «Porta pure la tedesca, lei sì che è simpatica». Fatto. Eccoci qui con tutta la truppa dei suoi famigliari. Abbiamo stabilito di vederci tre o quattro ore al giorno. Per il resto, riposo, passeggiate, pranzi, chiacchere.

 

claudio sabelli fioretti cover

Ci vediamo la mattina presto. Facciamo colazione nella stanza dove lui dorme insieme a un badante. Poi cominciamo a registrare. Lui rigorosamente in mutande. Non c’è bisogno di stimolarlo. Io gli faccio domande insolite e provocatorie e lui mi dà risposte insolite e provocatorie. Io gli chiedo: «Presidente, lei è matto?» E lui comincia a parlare di Erasmo, parla di Churchill, dice che non si è intelligenti se non si è matti, ma alla fine confessa che è stato Ciriaco De Mita a passare ai giornali la notizia che era andato nella clinica della dottoressa Aslan a farsi fare l’elettrochoc.

 

Intervistare Cossiga si rivela facilissimo. È talmente sicuro di sé che conosce perfettamente le risposte giuste da dare, a prescindere dalla verità, per sorprendere e rendere interessante l’intervista. Con lui realizzo due libri che vendono entrambi un casino di copie. Strano, visto che i miei libri generalmente vendono poco, spesso vendono pochissimo e qualche volta non vendono niente.

cossiga moro

 

Una sola volta un mio libro ha venduto veramente tanto. Si chiamava Dimmi, dammi, fammi ed era la trasposizione satirica di una inchiesta che avevo fatto per un settimanale femminile della Mondadori, «Donna Moderna», sul tema dei rapporti fra uomini e donne, più precisamente sulle cose che le donne vorrebbero che gli uomini dicessero e non dicono mai e sulle cose che le donne dicono e non dovrebbero dire mai.

 

Scrivevo nella prefazione alla prima edizione:

 

claudio sabelli fioretti

Anni di femminismo hanno tappato la bocca agli uomini. Nell’ansia di apparire politicamente corretti, non parlano più, non si lamentano più, non chiedono più... Questo libretto intende fare opera meritoria creando un porto franco per dare libero sfogo ai desideri reconditi dell’uomo e per indicare alle donne come rendere felice quel bambolotto che hanno sposato.

 

L’editore era una mia amica alle prime armi. Questo era il suo primo libro. Ne fece stampare mille copie che andarono esaurite il primo giorno, complice una comparsata al Maurizio Costanzo Show. Ne fece stampare altre mille copie e poi altre mille e poi altre mille.

 

FRANCESCO COSSIGA HENRY KISSINGER

Andò avanti così, a botte di mille copie, che costarono molto di più di un’unica tiratura più alta. Col risultato che vendette tanti libri ma non ci guadagnò una lira. E nemmeno io ci guadagnai una lira perché sulla copertina, per darmi un tono, avevo fatto scrivere: “I guadagni di questo libro saranno devoluti a Emergency”. Pirla! Nove anni dopo un altro editore, lungimirante, disse: «E se ci riprovassimo?» Ci riprovammo e andò ancora meglio. Diceva la prefazione della seconda edizione:

 

CLAUDIO SABELLI FIORETTI

Dopo la prima edizione di questo libretto ho ricevuto esagerati encomi e devastanti critiche. I più mi hanno accusato di essere un bieco maschilista nemico delle donne. Ma non sono mancati quelli che, leggendo fra le righe e andando oltre la semplice e banale interpretazione del significato letterale e superficiale delle parole, hanno colto il mio impegno profondo in difesa dell’universo femminile, operazione realizzata attraverso una spietata analisi degli atteggiamenti stolti e menefreghisti degli uomini. Non mi sarà difficile convincervi di quanto io giudichi filologicamente preferibile la seconda posizione.

 

francesco cossiga

Molte donne mi hanno vilipeso, ma moltissime mi hanno ringraziato. Molti uomini mi hanno tolto il saluto, ma non sono mancati quelli che mi hanno mandato bigliettini di ringraziamento e benedizione. Alcuni critici, diciamolo, qualche parente, hanno scritto che nel mondo della letteratura e della sociologia era finalmente entrato a far parte un incrocio fra Voltaire e Padre Pio.

 

Se posso darvi un consiglio, voi astenetevi dal dare giudizi. Del mio libretto sarebbe inelegante dire che si tratta di una delle più colossali cagate mai edite in Italia negli ultimi due secoli. E io ne soffrirei. Ma mi sembrerebbe eccessivo e imbarazzante, ancorché gradevole, se qualcuno sostenesse che si tratta di un vero e proprio capolavoro che raggiunge in taluni passi le vette narrative di un Tolstoj o di un Dostoevskij per dilatarsi sul finale nella malinconica poesia di un Baudelaire. Fate così. Tenetevi sul generico. Dite, come diceva il mio amico Gigi Melega quando non sapeva che cazzo dire: «Interesting». O, al più: «Not interesting».

44 francesco cossiga

 

Anche il libro-intervista a Cossiga alla fine andò molto bene. L’impennata delle vendite arrivò nei giorni successivi a quello in cui Giuliano Ferrara, probabilmente in preda ai fumi dell’alcol, brandì il libro (titolo: L’uomo che non c’è) durante Otto e mezzo che conduceva su la7. E pronunciò la frase che non dimenticherò mai: «Questo è il più bel libro dell’anno». Più nessuno, da allora, ha mai detto niente del genere parlando di una mia opera. Giustamente.

CLAUDIO SABELLI FIORETTI giuliano amato francesco cossiga francesco cossigaCLAUDIO SABELLI FIORETTI SILVIO BERLUSCONI GIORGIO LAURO A UN GIORNO DA PECORAd'alema cossigaFRANCESCO COSSIGA E LUIGI ZANDA PIERO CHIAMBRETTI FRANCESCO COSSIGACLAUDIO SABELLI FIORETTI

Ultimi Dagoreport

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")