“’TITANE” NASCE DA UN MIO INCUBO RICORRENTE: SONO INCINTA E POI PARTORISCO I PEZZI DI UN MOTORE” – JULIA DUCOURNAU, LA REGISTA DEL FILM CHE HA SCANDALIZZATO (E VINTO) CANNES: “LA VIOLENZA NON È MAI GRATUITA, MI È SERVITA PER ESPLORARE I CONTRASTI INTERNI DEI PERSONAGGI. SONO FELICE CHE CI SIANO STATE REAZIONI. HO GIRATO IL FILM PER SUSCITARE IL DIBATTITO, SE I CRITICI HANNO LITIGATO, SIGNIFICA CHE LA MIA MISSIONE È COMPIUTA. QUANDO SPIKE LEE HA SVELATO IN ANTICIPO IL PREMIO, IO HO…” – VIDEO

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Gloria Satta per “Il Messaggero”

 

julia ducournau cannes 2021 julia ducournau cannes 2021

La notte della vittoria Julia Ducournau, una statua dark-chic altissima e sexy tutta in nero, non la finiva più di abbracciare i suoi attori Vincent Lindon e Agathe Roussel anche durante la festa sulla spiaggia del Majestic. A 37 anni, seconda donna nella storia a conquistare la Palma d'oro a Cannes con l'horror-fantasy Titane (opera estrema che uscirà in Italia con I Wonder), la regista francese è passata dalla nicchia dei film di genere all'olimpo della Settima Arte. Ed è già stata chiamata a dirigere in America due episodi della serie horror Servant.

 

Titane Titane

Ma chi è Julia, fino a ieri un Ufo nel salotto buono del cinema? Capelli biondi e occhi neri, spalla destra tatuata, è figlia di un dermatologo e di una ginecologa. Ex studentessa modello dell'antico liceo Henri IV di Parigi, laurea in letteratura prima in Francia poi alla Columbia University di New York, studi di cinema alla Femis, già a 6 anni vide di nascosto l'horror Non aprite quella porta, a 10 leggeva Edgar Allan Poe e ficcava il naso nei libri di anatomia dei genitori.

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È già al lavoro su un nuovo film. Si aspettava di vincere la Palma?

«No. Quando il presidente della Giuria Spike Lee ha svelato in anticipo il premio, ho pensato che si fosse sbagliato. E ho vissuto il resto della cerimonia nella tensione. Poi, all'annuncio finale, sono scoppiata a piangere. Non volevo crederci».

spike lee cannes 19 spike lee cannes 19

 

Pensa che la sua vittoria darà un'accelerata alla battaglia per imporre una maggiore presenza femminile nel cinema?

julia ducournau sharon stone cannes 2021. julia ducournau sharon stone cannes 2021.

«Il premio vale per il film, non per il genere. E io, pur essendo nel collettivo 50/50 per la parità, come cineasta e come persona non mi sento definita dal mio sesso. Titane vuole dimostrare che la società è fluida e il verdetto di Cannes ha accolto questa visione, al di là di pregiudizi e convenzioni. Alexia, la protagonista del film, si trasforma in un maschio perché lo vuole. Comunque il movimento per la parità va avanti e dopo di me ci saranno altre Palme femminili, almeno lo spero».

 

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Ma come le è venuto in mente di girare Titane in cui si vedono automutilazioni, omicidi efferati, sesso tra la protagonista e un'auto?

«Il film è nato da un mio incubo ricorrente: sono incinta e poi partorisco i pezzi di un motore».

 

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Il suo film precedente Raw parlava di cannibalismo: non ce la fa proprio a raccontare storie normali?

«Il genere permette di parlare dell'individuo. Porta sullo schermo le nostre paure, i nostri desideri. E Titane è un film d'amore che ha per protagonista la paternità: lo stesso tema che affronta, sia pure declinato in modo diverso, Tre Piani di Nanni Moretti, un dramma che ho adorato».

 

Si aspettava di suscitare tante polemiche sulla Croisette?

julia ducournau cannes 2021. julia ducournau cannes 2021.

«Sono felice che ci siano state delle reazioni. Ho girato il film per suscitare il dibattito, il cinema serve proprio a questo. Se i critici hanno litigato, significa che la mia missione è compiuta».

 

Ma non ha esagerato con la violenza?

«Non è mai gratuita, mi è servita per esplorare i contrasti interni dei personaggi e sottolineare la loro vulnerabilità».

 

È contenta quando l'accostano al maestro David Cronenberg?

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«Sì. Il regista di La Mosca ha avuto un'influenza decisiva nella mia formazione, proprio come la mitologia greca. Ma amo anche Pier Paolo Pasolini, il regista coreano Na Hong-jin, il neorealismo italiano, i libri del Marchese De Sade e i quadri di Francis Bacon».

raw una cruda verita di julia ducournau raw una cruda verita di julia ducournau

 

È facile mantenere la libertà di ispirazione nel suo lavoro?

«No, la libertà non è scontata e per salvaguardarla bisogna lottare ogni giorno».

 

 Dieci anni fa portava a Cannes il corto Junior, nel 2016 presentava Raw alla Semaine, ora ha vinto la Palma d'oro. Che effetto le fa?

«Sono fiera di me, che altro posso dire?».

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