riccardo chailly davide livermore macbeth

LESS IS LIVERMORE! "PORTO MACBETH IN UN VIDEOGAME" – PARLA IL REGISTA DELL’OPERA DI VERDI SCELTA PER L'INAUGURAZIONE DELLA STAGIONE DELLA SCALA “FONDAMENTALE È IBRIDARE. FORZA DEL TEATRO E TECNOLOGIA AVANZATA. L'USO DEL LEDWALL, QUINDI UNA SUPERFICIE VIRTUALE, CON ELEMENTI ARCHITETTONICI REALI. UN DISCORSO POLITICO COME QUELLO DI MACBETH, CHIEDE DI ESSERE CALATO NEL PRESENTE. SONO CONVINTO CHE…”

Paolo Di Paolo per “la Repubblica”

 

MACBETH BY LIVERMORE ALLA SCALA

Verdi e la Playstation? L'accostamento è piuttosto eccentrico, anzi spiazzante, ma è frutto di un contatto magico fra opera e televisione. Non è mai stato un vero amore quello fra ex tubo catodico e spazio teatrale, e tuttavia gli slanci di registi come Mario Martone, Damiano Michieletto e Davide Livermore sembrano avere aperto da ultimo una fase nuova.

 

A Livermore tocca nuovamente la regia - teatrale e televisiva - dell'opera scelta per l'inaugurazione della stagione della Scala, il Macbeth di Verdi diretto da Riccardo Chailly. «Sullo schermo - spiega Livermore - un piano sequenza straordinario ci consentirà di visitare e attraversare un mondo.

 

Ci troveremo in luoghi non canonici per il teatro, viaggiando in auto, attraversando lande desolate, esplorando una città che ha dimensioni nuove e inaspettate; e la scalata al potere, al centro del testo, sarà un'esperienza "fisica", fino all'implosione. Una vertigine a cui gli appassionati di videogame sono abituati».

 

livermore

Non i melomani.

«No, ma la sfida è proprio questa. Sul divano a casa non c'è solo il pubblico della Scala. E con eventi televisivi come quello di Attila abbiamo dimostrato che uscire dalla dimensione del "reportage televisivo", della ripresa piatta, frontale, paga in termini di audience. Due milioni di spettatori non sono pochi».

 

Senza dubbio un record.

«Con una "non opera" (A riveder le stelle, ndr) abbiamo quasi replicato il record dell'anno prima con la Tosca ed era un lunedì alle cinque del pomeriggio, andavamo in onda al posto della Melevisione. In quella stessa settimana X Factor ha fatto meno della metà».

livermore chailly

 

Come per alcuni grandi concerti da remoto (penso a Billie Eilish), si può forse scomodare la definizione di realtà aumentata. Ma come si aumenta la realtà?

«Fondamentale è ibridare. Forza del teatro e tecnologia avanzata. L'uso del ledwall, quindi una superficie virtuale, con elementi architettonici reali. Microcamere che si insinuano all'interno della scenografia, nelle sue pieghe, in qualche modo mostrano il rovescio del visibile».

 

Per chi sarà in platea alla Scala qual è il vantaggio?

«Quello di sempre. Assistere a un buono spettacolo dal vivo. Ho sempre cercato di fare il migliore spettacolo possibile per chi è, come si dice oggi, "in presenza". Lavorando a fondo con gli attori, provando a rompere schemi recitativi, offrendo al pubblico il frutto di scelte drammaturgiche ed estetiche che comportano un avanzamento già nei linguaggi tradizionali.

 

davide livermore 1

La realtà aumentata si innesta su tutto questo per vincere una partita che in quel caso non riguarda le decine di migliaia di spettatori seduti sulle poltroncine del grande teatro milanese ma quelli più lontani e spesso irraggiungibili. E una volta che sono stati raggiunti, far dimenticare che stanno assistendo alle riprese di un'opera lirica».

 

Le sue scelte registiche, in questo caso puramente teatrali, possono destare la prevedibile diffidenza dei puristi. Un'automobile in scena fa alzare qualche sopracciglio. Ma attualizzare è sempre necessario?

SCALA RIAPERTURA

«No. Di volta in volta stabilisco se e come proiettare sull'oggi un'opera da cui ci separano secoli. Un discorso politico come quello di Macbeth, chiede - per essere letto a fondo dal presente - di essere calato nel presente. Ma non sempre è così, e sono convinto che alcune regie attualizzanti possano essere del tutto incongrue o inutilmente provocatorie. Lo sforzo va fatto anche con gli attori, spingendoli a sentire l'attualità di una storia al di là dei costumi che indossano.

 

E l'attualità, per l'appunto, non è un fatto di scene o costumi. È la scarica elettrica che arriva allo spettatore nel suo oggi. Esce dal teatro pensando: non mi faccio incastrare da un certo discorso politico, perché ho visto Macbeth . Che parla di un altrove, sì, ma vicinissimo a noi».

 

chailly

Fare Verdi alla maniera di Verdi c'entra quindi con una volontà di essere popolari?

«Di fronte ai conservatori bisogna ricordare che proprio Verdi alla prima della Traviata alla Fenice di Venezia nel 1853 scandalizzò e fu censurato. I costumi, che dovevano essere contemporanei, furono sostituiti da costumi del Seicento, per evitare riferimenti al presente. La verità è che il primo a essere toccato e vessato da un certo estremismo elitario e conservatore è stato lui.

 

Però attenzione, ribadisco: per fare un bello spettacolo non si è costretti a innovare. Bisogna chiedersi cosa voleva il compositore, rispettare la sua intenzione, la sua scrittura. E far diventare epica e coinvolgente una storia cantata per chi è abituato a quella grammatica. Ma anche e soprattutto per chi non lo è più».

davide livermore

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…