citti proietti

IL NECROLOGIO DEI GIUSTI - NESSUNO MI HA FATTO RIDERE COME GIGI PROIETTI IN “CASOTTO” QUANDO LUI E FRANCO CITTI SI TOLGONO I PEDALINI E SCOPRONO I PIEDI NERI. “TE CREDO CHE SO NERI, NUN CE STAMO MAI FERMI”. IL DUETTO CON CARMELO BENE IN “LA CENA DELLE BEFFE” DOPPIATORE, LA VOCE DI STALLONE NEL PRIMO “ROCKY” (“ADRIANAAAA”) E DI DONALD SUTHERLAND NEL “CASANOVA” DI FELLINI, CON RISULTATI MEMORABILI. MA SE MI CHIEDETE QUEL CHE MAGGIORMENTE RICORDI DI GIGI PROIETTI NON POSSO NON RIANDARE CON LA MEMORIA AI PRIMI ANNI DI TEATRO E AI FILM DI… - VIDEO

Marco Giusti per Dagospia

 

proietti citti

Nessuno mi ha fatto ridere come Gigi Proietti in “Casotto” quando lui e Franco Citti si tolgono i pedalini e scoprono i piedi neri. “Te credo che so neri, nun ce stamo mai fermi”. E nessuno riusciva  passare come lui da un ruolo serio, complesso come quello di “Le farò da padre” di Alberto Lattuada, dove si innamora della minorenne problematica Therese Ann-Savoy, a quello di Mandrake in “Febbre da cavallo” di Steno, il suo capolavoro cinematografico.

 

gigi proietti jodie foster casotto

Avrebbe potuto farci ridere sempre, ricordo recentemente a San Cosimato sul palco la sua incredibile imitazione di Mario Carotenuto, ma non si è mai limitato a fare solo il comico, nemmeno nei film puramente comici. Credo che ciò derivasse da anni e anni di gavetta di teatro sperimentale, un percorso che lo porterà a duettare con Carmelo Bene in “La cena delle beffe” di Sem Benelli nel 1974 in una tournée che andò a finire malissimo, visto che se ne andò prima della fine, sostituito dal meno aggressivo Franco Branciaroli, ma forse anche i due meravigliosi film che gira con Tinto Brass, “”Dropout” e “L’urlo”, dove esplode come attore grottesco, lo spingono verso altre direzioni.

 

gigi proietti casotto

Devo dire che il suo talento lo avevamo scoperto subito. Magari non al cinema, dove si limitava, negli anni ’60, a qualche partecipazione, “La ragazza del bersagliere” di Alessandro Blasetti, dove il protagonista era Antonio Casagrande, “Lo scatenato” di Franco Indovina, dietro Vittorio Gassman e Carmelo Bene, “Le piacevoli notti”, ma a teatro, dove era l’incredibile protagonista di una versione di “Operetta” di Gombrowicz diretta da Antonio Calenda che mi lasciò senza fiato.

 

proietti carmelo bene

O in tv, tra il superinnovativo “Circolo Pickwick” di Ugo Gregoretti e una versione sofisticatissima del “Don Chisciotte” diretto da  Carlo Quartucci com musiche di Giorgio Gaslini e scene di Giulio Paolini che la Rai di oggi boccerebbe di sicuro. Gigi era un favoloso Don Chisciotte che si aggirava per gli studi televisivi e Sandro Dori il suo scudiero Sancio Panza. Ne rimasi colpito al punto che rimase un mio riferimento personale per le poche cose che ho fatto di teatrale negli anni di liceo.

 

proietti stallone

Questo per dire che quando alla fine scoppiò un po’ nel cinema grazie a Mario Monicelli, “Brancaleone alle crociate”, dove ha vari ruoli, “La mortadella”, dove è protagonista accanto a Sophia Loren, e a teatro col “A me gli occhi please” scritto con Roberto Lerici da mattatore assoluto, Gigi Proietti, almeno per me, era già un mito assoluto. Se riempiva i teatri, ovvio, al cinema, dopo l’insuccesso di “La mortadella”, si decise, non si capisce bene perché, che non fosse troppo adatto, che non avesse la faccia giusta, che non funzionasse come richiamo per il pubblico.

 

proietti stallone

Salvo poi, contemporaneamente, utilizzarlo come doppiatore, dando la voce a Stallone nel primo “Rocky” (“Adrianaaaa!!!”), a Dustin Hoffman e, soprattutto, a Donald Sutherland nel “Casanova” di Fellini, con risultati memorabili. Quella di chiudergli le porte del cinema, almeno quelle maggiori, fu una decisione totalmente sbagliata, ma in qualche modo diciamo ne ha limitato lo sfruttamento che a più livelli colpirà tanti attori del suo calibro. Al punto che quando lo vedremo in “Febbre da cavallo” o in “Casotto” ci sembrerà davvero una meraviglia tenuta per troppo tempo nascosta.

 

GIGI PROIETTI

Dove eri Gigi? Proprio scorrendo la sua filmografia sembrava evidente che il suo ruolo ideale, nel mondo dello spettacolo, sarebbe stato quello di proseguire il lavoro dei colonnelli, Sordi-Gassman-Manfredi-Mastroianni-Tognazzi, avvicinandosi a un pubblico più giovane. Gassman aveva già fatto di tutto per lanciarlo, lo porterà anche in America per “Un matrimonio” di Robert Altman.

 

RENATO RASCEL GIGI PROIETTI

Ma i produttori frenarono del tutto questo progetto. A Proietti, da una parte, rimase il cinema popolare, Steno e i suoi figli, Carlo e Enrico Vanzina, che, unici, lo trattarono come un patrimonio della commedia all’italiana anche negli anni successivi, e gli rimase il cinema diciamo sperimentale un po’ alla Brass e ancor di più alla Sergio Citti, che intuì perfettamente le chiavi romantiche romane grottesche di Proietti. E tutti i film che gireranno insieme saranno dei capolavori.

 

Penso, oltre a “Casotto”, a “Due pezzi di pane” e, soprattutto a “Micio micio”, episodio di “Sogni e bisogni”, dove è il padrone di un micio che si deve accoppiare con una micia, ma i due padroni non capiscono che si tratta di due maschi. Citti offre a Proietti un cinema e un mondo pasoliniani ancora intatti dove potersi muovere. E Proietti sa come percorrerlo con grande eleganza.

 

gigi proietti

Certo, poi ci saranno il marescialli televisivi, il teatro con Gigi Magni, i grandi spettacoli dal vivo, perfino un tardo recupero al cinema con film anche recentissimi, da “Pinocchio” di Matteo Garrone, dove è Mangiafuoco al film di Natale 2020 “Io sono Babbo Natale” di Edoardo Falcone. Ma se mi chiedete quel che maggiormente ricordi di Gigi Proietti non posso non riandare con la memoria ai film dei Citti e di Brass, ai primi anni di teatro, a una meravigliosa edizione di “Alleluja brava gente” assieme a Rascel e a Mariangela Melato dove aveva preso il posto di Modugno, al suo Don Chisciotte.

 

RENATO RASCEL GIGI PROIETTI 1

A quel repertorio dove doppio Casanova assieme a Fellini, e capisci che quel personaggio deve tanto a Sutherland quanto a Proietti. E mi rimane ancora la rabbia per non aver visto allora “La cena delle beffe” dove recitava assieme o contro Carmelo Bene. Troppo mattatori per poter dividere la stessa scena.

 

MONICA VITTI GIGI PROIETTI - LA TOSCA 1983gigi proietti globeGIGI PROIETTI CON I FRATELLI VANZINAGIGI PROIETTI SUL SET DEL MARESCIALLO ROCCA

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”