armando francioli

IL NECROLOGIO DEI GIUSTI - VI RICORDATE “HO UN DEBOLE PER L’UOMO IN LEBOLE”? SE NE VA ANCHE ARMANDO FRANCIOLI, QUASI 101 ANNI VISTO, ATTORE DI BELLA PRESENZA DI CINEMA, TV E TEATRO, CELEBRE SOPRATTUTTO PER LA SUA SERIE DI CAROSELLI PER GLI ABITI LEBOLE CHE GIRÒ DAL 1962 AL 1972 - VIDEO

 

Marco Giusti per Dagospia

 

armando francioli

Vi ricordate “Ho un debole per l’uomo in Lebole”? Se ne va anche Armando Francioli, quasi 101 anni visto che era nato nel 1919, attore di bella presenza di cinema, tv e teatro, celebre soprattutto per la sua serie di caroselli per gli abiti Lebole che girò dal 1962 al 1972. Non a caso dà notizia della sua scomparsa un altro attore della stessa serie che lo affiancò negli anni ’60, Cip Barcellini.

 

Nato a Roma  il 21 ottobre del 1919, laureato in Scienze Economiche e Commerciali, era entrato poco più che ventenne nel cinema con un piccolo ruolo in “Un colpo di pistola” di Renato Castellani nel 1942. Diventa presto uno dei giovani attori del cinema di allora, legandosi a registi di prestigio come Riccardo Freda, con cui gira “Don Cesare di Bazan” e “Aquila nera”, Raffaello Matarazzo, “La fumeria d’oppio”, Gennaro Righelli, “Il corriere del re”. Bello, ma un po’ di secondo piano, si deve accontentare di apparire alle spalle dei protagonisti del tempo, da Gino Cervi a Rossano Brazzi, che un po’ gli assomigliava, a Vittorio Gassman.

 

armando francioli

Ha la sua prima grande occasione proprio con Matarazzo in “Paolo e Francesco”, 1950, dove è Paolo Malatesta perdutamente innamorato della Francesca di Odile Versois. Negli anni ’50 gira una serie impressionante di film, alternando ruoli maggiori, ad esempio ne “I piombi di Venezia” di Gian Paolo Callegari dove è Tintoretto o in “Traviata ’53” di Vittorio Cottafavi con Barbara Laage, al solito ruolo all’ombra dei campioni del tempo, che sono ancora Gino Cervi in “Moglie per una notte”, Rossano Brazzi, in “Il boia di Lilla” ma anche Amedeo Nazzari, in “Il tradimento” di Freda. Diventa però una presenza costante negli avventurosi, soprattutto nei cappa e spada di coproduzione con la Francia. Lo troviamo così in “Il cavliere di Maison Rouge” di Vittorio Cottafavi,  “Il prigioniero del re” di Giorgio Venturini con Pierre Cressoy,  “La regina Margot” di Jean Dreville con Jeanne Moreau, dove è il Duca La Mole.

 

E’ sicuramente meno adatto al cinema neorealista, che bazzica pochissimo, “Roma ore 11”, ma anche nella commedia, “Cani e gatti”, “Se vincessi cento milioni”. In crisi con la fine del cappa e spada, è invece perfetto per gli sceneggiati della prima tv, da “Cime tempestose” a “Il romanzo di un maestro” a “I due sergenti”, mentre non trova più nel cinema dei ruoli adatti al suo tipo di recitazione e alla sua figura. Lo vediamo un po’ imbarazzato nel suo unico peplum, “La donna dei faraoni” di Viktor Tourjanski, per non parlare, più tardi, della sua partecipazione a “Il marchio di Kriminal” di Fernando Cerchio o all’erotichello “Le dolcezze del peccato” di Franz Antel, dove si fa chiamare Frank Oliveiras.

 

armando francioli

Passa dal cinema al teatro, facendo anche commedie di peso con Laura Adani, che lo chiama personalmente dopo averlo visto in tv, Ernesto Calindri, Lucilla Morlacchi, Salvo Randone, Elsa Merlini ma anche con Cesco Baseggio alle prese con Goldoni. E, quando nasce Carosello, ne diventa presto una star grazie alla lunga serie dell’Uomo in Lebole, nata nel 1962 con le produzioni di Brunetto Del Vita e le sceneggiature prima di Luisa Montagnana, che si inventò la frase “Ho un debole per l’uomo in lebole”, e poi di Umberto Simonetta, che ci lavorò fino alla fine. Nella serie d’apertura della saga è una sorta di bello rincorso dalla donna. la prima fu Alida Chelli poi sostituita da Luisella Boni. Sono loro a dire appunto la celebre frase e a puntare l’uomo.

 

Nel corso degli anni a dirigerlo nei caroselli ci furono anche registi celebri, come Valerio Zurlini nel 1964, Gianfranco Bettettini, il professore di Aldo Grasso, nel 1965, Mauro Ivaldi, fino a Ermanno Olmi, che lo diresse assieme a Cochi e Renato per la serie “Troglo Ditik Kabaret” nel 1968. Poi fu la volta di Moraldo Rossi che lo diresse sempre assieme a Cochi e Renato e alla bella Kitty Swan. Troppo connotato dalla popolarità di Carosello, negli anni ’70 fece ancora qualche film, soprattutto di coproduzione con la Francia, “Il clan degli uomini violenti” di Pierre Granier Deferre con Jean Gabin, “Sono un marito infedele” di Jean Aurel con Jean Yanne.

 

armando francioli

E fece molta tv, fino a comparire sempre più raramente al cinema. Lo ricordiamo infatti in “Tutti dentro” di Alberto Sordi nel 1984, in “Ostinato destino” di Gianfranco Albano con Monica Bellucci nel 1992, in “Berlino 39” di Sergio Sollima nel 1993. Sempre elegante, simpatico, Armando Francioli, ha avuto una vita lunga e fortunata, due figli attori, e credo sia rimasto a lungo l’uomo italiano perfetto che vedevamo nei suoi caroselli.

Ultimi Dagoreport

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...