corrida

OGGI TUTTI LA ODIANO, MA UN TEMPO LA CORRIDA ERA UNO DEI PASSATEMPI PREFERITI DAI VIP - DIVI, ARTISTI E POLITICI: FINO AGLI ULTIMI DECENNI DEL NOVECENTO, GLI SPALTI DELLE ARENE ERANO TRA I LUOGHI PIÙ ALLA MODA, MA SE UNO SI FACESSE PIZZICARE OGGI IN UN'ARENA DALLO SCATTO DI UN TELEFONINO, FINIREBBE LINCIATO SUI SOCIAL – UN TEMPO I “TOREROS” ERANO VISTI COME DEGLI EROI, ORA SONO DIVENTATI DEI KILLER - LA TAUROMACHIA SOPRAVVIVERÀ O HA GLI ANNI CONTATI? SPARIRÀ DEL TUTTO? DI CERTO LA CORRIDA STA ATTRAVERSANDO LA FASE PIÙ PROBLEMATICA DELLA SUA STORIA…

Marco Cicala per “il Venerdì di Repubblica”

 

sofia loren all arena di madrid

Quiz: che cosa hanno in comune Picasso, Audrey Hepburn, Marlene Dietrich, Jean Cocteau, Sophia Loren, Jackie Kennedy Onassis, Grace Kelly, Virna Lisi e "Che" Guevara? Risposta: ognuno di loro è stato fotografato mentre assisteva felice a una corrida de toros. Ancora fino agli ultimi decenni del Novecento, gli spalti delle arene facevano tanto smart.

 

E furono un red carpet per divi, artisti o perfino rivoluzionari. Prima di diventare una furente pasionaria animalista, la stessa Brigitte Bardot si immerse tra il pubblico taurino. E in Gli amanti del chiaro di luna (1957), dimenticabile filmetto giovanile diretto dall'ex marito Roger Vadim, vediamo addirittura BB impugnare la muleta in una plaza di provincia. Immagini d'un altro evo. Di un'epoca dell'antropocene che ci appare remotissima. 

jacqueline kennedy e la duchessa d alba alla corrida

 

Oggi se uno di quelli che ci si ostina a chiamare Vip si facesse pizzicare in un'arena dallo scatto di un telefonino, finirebbe linciato a mezzo social ancor prima di essere uscito dall'anfiteatro.

 

 L'ODIO È SOCIAL

 In rete, l'odio anti-corrida scorrazza a livelli che talvolta sfiorano l'istigazione all'omicidio. Lo scorso maggio, un'ex consigliera comunale della regione valenziana è stata definitivamente condannata a 7 mila euro di multa perché sulla sua pagina Facebook aveva esultato alla morte del matador Victor Barrio, ucciso da una cornata nel luglio 2016. 

 

jean cocteau corrida

Per secoli, i toreri hanno rappresentato nell'immaginario collettivo un simbolo di coraggio, virilità, stoicismo, seduzione. Ma negli ultimi decenni il loro prestigio sociale è precipitato facendone una categoria di appestati. Gente ormai costretta a temere meno le cariche dei tori che quelle degli esseri umani. 

 

Nessuno è in grado di dire se la tauromachia sopravviverà o abbia gli anni contati, se sparirà del tutto o verrà invece "regionalizzata" come in Francia, cioè confinata in enclave territoriali dove la tradizione è più radicata. Di certo la corrida sta attraversando la fase più pericolosa della sua lunghissima storia. Una storia che a più riprese ha visto gli spettacoli taurini proibiti da monarchi, scomunicati da pontefici, attaccati a morte da intellettuali progressisti. 

 

Eppure la "fiesta de los toros" si è sempre rialzata dalle sue cadute - ti ricordano gli aficionados. Vero. Però omettono un particolare decisivo: l'abolizionismo tradizionale poggiava su argomenti "umanitari"; la tauromachia fu vietata o contestata perché metteva a repentaglio vite umane: quelle di chi affrontava il toro sulla sabbia, e quelle di un pubblico circense che, almeno fino a un secolo fa, poteva eccitarsi sulle gradinate scatenando disordini al limite della sommossa.

 

audrey hepburn e mel ferrer corrida

Oggi invece chi vorrebbe cancellare le corride ha come unica preoccupazione l'animale e le sofferenze che gli vengono inflitte nell'arena. 

 

SUSSURRI CLANDESTINI 

Siamo insomma a un cambiamento radicale di paradigma, a una mutazione culturale di cui gli aficionados non sembrano ancora misurare a pieno la portata e che li coglie in larga parte disarmati, scarsamente attrezzati a difendersi, oscillanti tra nostalgia e settarismo, fierezza e rancori revanscisti, fatalismo e suppliche di protezione da parte della politica. 

virna lisi sfida un toro alla corrida

 

Assediata da un animalismo di lotta e di governo, da istituzioni e potenti associazioni mondializzate, la comunità taurina è ridotta se non proprio al silenzio, diciamo al sussurro clandestino, carbornaro, catacombale. 

 

Stando così le cose, la recente ripubblicazione di due libri, entrambi italiani, sulla tauromachia andrà salutata come un gesto editoriale valoroso, vuoi temerario. Si tratta di Volapié (Settecolori, pp. 312, euro 22), frizzante raccolta di divagazioni torere che il giornalista romagnolo Max David diede alle stampe nel 1955; e di Il toro non sbaglia mai (Ponte alle Grazie, pp. 33, euro 18,50), romanzo-saggio del 2011 nel quale lo scrittore Matteo Nucci raccontava la propria afición, la passione taurina, come un viaggio esistenziale alla ricerca di verità sul vivere, il morire, il coraggio, la paura. 

ernest hemingway corrida

 

Anche se rieditati, i due libri costituiscono a modo loro una rarità. Perché in Italia la bibliografia tauromachica è a dir poco macilenta. I titoli si contano sulle dita di una mano. A essere generosi di due. Oltre ai classici di Hemingway, mi vengono in mente: Juan Belmonte, la biografia del grande matador scritta nel 1935 dal suo concittadino sivigliano Manuel Chaves Nogales; Toro, robusto reportage degli anni 60 firmato dal francese Jean Cau; Per Pablo, omaggio del leggendario torero Luis Miguel Dominguín all'aficionado Picasso; Tauroetica, pamphlet del filosofo Fernando Savater uscito nel 2012... E poco altro. 

 

Com' è difficile raccontare 

orson welles alla corrida

Non è un caso che tanto il libro di David quanto quello di Nucci non possano essere incasellati in un genere letterario canonico. Raccontare la corrida a parole è infatti impresa ostica. Perché la tauromachia è un'arte volatile dell'attimo: impalpabile, aerea, sfuggente. Per tempi e modi si presta meno alle forme del romanzo o del trattato che a quelle poesia, dello schizzo rapsodico, della cronaca giornalistica. 

 

Ma le difficoltà non finiscono qui. Al di fuori dell'area ispanofona, la letteratura taurina si scontra con un altro limite invalicabile: la lingua. Il gergo torero - che in Spagna fa parte dell'idiomatica popolare, del parlato quotidiano - esce sempre malmenato dalle traduzioni. 

 

brigitte bardot in gli amanti del chiaro di luna

Impossibile restituirne la tavolozza semantica, le sottili sfumature talmudiche che si annidano in termini e formule quali templar, cargar la suerte, genio, casta, nobleza, trapío, querencia... Perciò la necessità di inserire nei testi non pubblicati in spagnolo dei glossarietti tanto utili quanto fastidiosi nell'atto della lettura. Oppure di ricorrere a una lingua meticcia, ibridata di spagnolismi che risulta sempre goffa e pacchiana. 

 

Tragica, quindi, oggi scandalosa, scorretta, la corrida è intraducibile. E inesportabile. Non è global. Puoi vederla soltanto in Spagna, nel sud ovest della Francia e in alcuni Paesi dell'America latina. La sua universalità, la sua unicità le vengono anche dalla tenuta di questi vincoli geografici. Io non so se la tauromachia sia ormai arrivata al capolinea. So che frequento le arene da quasi 25 anni e continuerò a farlo finché non le chiuderanno per trasformarle in centri commerciali o stadi da maxi-concerti, come già accaduto a Barcellona. 

 

grace kelly alla corrida

Ma so pure che in un quarto di secolo, tranne sporadici sprazzi, ho visto il rituale taurino scadere a una liturgia monotona, standardizzata, avara di intensità. Soprattutto per via dei tori, le vere "divinità" dell'arena, la cui integrità appare sempre più compromessa. E non a causa di manipolazioni e frodi (animali sedati o dalle corna "aggiustate" di lima) che, ammesso ancora esistano, restano fenomeni episodici. 

 

Ma perché il "toro bravo" - specie selvaggia, però inventata, allevata e riprodotta dall'uomo tramite incroci - sembra sempre meno "bravo", e invece adattato ai desiderata di spettatori che in maggioranza chiedono più spettacolo che "rito", più "arte" che truculenza. Discendente o ascendente a seconda dei punti di vista, questa parabola non è un fatto recente: parte da lontano. La codificazione della corrida come la vediamo adesso nelle arene risale al XVIII secolo. 

marlene dietrich corrida

 

La svolta del cavallo 

Da allora la tauromachia non è rimasta impermeabile ai mutamenti del gusto, della sensibilità, dei costumi, alle trasformazioni sociali di un pubblico che da rurale diventava sempre più urbano. Il concorso di questi fattori ha progressivamente ridotto la violenza della corrida: l'ha suavizada, addolcita. 

 

A riprova, un unico esempio tante volte citato: come noto, fino ai primi del Novecento, i cavalli montati dai massicci picadores affrontavano gli assalti del toro senza alcuna protezione, finendo sbudellati a frotte. 

 

corrida

Finché, nel 1928, le autorità non decisero che quell'atroce macelleria equina aveva fatto il suo tempo e stabilirono di corazzare el caballo con una pesante armatura trapuntata. Qualche purista pretende che la veracità della corrida avrebbe cominciato a declinare da quel momento. 

 

Ma la tauromachia non è vittima di una decadenza, bensì prigioniera di una contraddizione perfetta e in certo senso affascinante. Perché per non morire è costretta a modernizzarsi, ma modernizzandosi muore. Intanto, il vero aficionado va scomparendo, invecchia, o resta sempre più solo. 

 

torero affonda un coltello nella testa di un toro 2

Tragicamente solo come Joaquín Vidal, il grande critico taurino del quotidiano El País, che nel 1999, poco prima di soccombere a un cancro, fu ritratto in una foto struggente sulle gradinate deserte dell'arena madrilena di Las Ventas, sotto un ombrello e un chubasquero, una di quelle cerate con cappuccio che, quando minaccia pioggia, puoi comprare a pochi euro sulle bancarelle intorno alla plaza. Don Joaquín sembrava l'ultimo superstite di un universo mitico, un mondo romanzesco, una civiltà perduta.

il torero serna postato in ospedaleCORRIDACORRIDAil torero ivan fandino 1il torero ivan fandino 4victor barrio torero mortovictor barrio toreroarena di sivigliacorrida a madridCORRIDA 1attivista per i diritti degli animali interrompe corrida 8attivista per i diritti degli animali interrompe corridaattivista per i diritti degli animali interrompe corrida 2corrida a sivigliajulian lopezvictor barrio torero mortotalavante ferito dal toro

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…