dario fo jacopo fo franca rame

QUELLA VOLTA CHE DARIO FO E FRANCA RAME ABBANDONARONO “CANZONISSIMA” – ALDO GRASSO CORREGGE JACOPO FO CHE AL "CORRIERE" AVEVA RICORDATO L’EPISODIO DI CENSURA CHE NEL 1962 COINVOLSE I SUOI GENITORI (“FURONO CACCIATI PERCHE’ DENUNCIAVANO L'ESISTENZA DELLA MAFIA IN SICILIA”) – “MOLTI ANNI FA SCRISSI ANCH'IO “FURONO CACCIATI” E POCHI GIORNI DOPO RICEVETTI UNA LETTERA IRATA CHE MINACCIAVA QUERELA. A SCRIVERLA ERA FRANCA RAME CHE RIBADIVA UNA COSA PER LEI FONDAMENTALE: NON ERANO STATI ALLONTANATI, MA…" – VIDEO

Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”

 

dario fo jacopo fo franca rame

È più importante essere cacciati o andarsene di propria volontà? Sabato scorso, in un'intervista rilasciata al Corriere , Jacopo Fo ha ricordato il famoso episodio di censura che coinvolse i suoi genitori Franca Rame e Dario Fo: «Nel 1962, furono cacciati da "Canzonissima", perché denunciavano l'esistenza della mafia in Sicilia. Il ministro Giovanni Malagodi, che era nella vigilanza Rai, li definì due guitti che insultavano l'onore del popolo siciliano sostenendo l'esistenza di un'organizzazione criminale chiamata mafia».

 

A volte la memoria fa brutti scherzi. Fo e Rame decisero di abbandonare la conduzione di «Canzonissima»: tecnicamente non furono allontanati, furono loro a ritirare il copione scritto con Chiosso e Molinari, e Fo mandò un telegramma alla Rai (dg era Ettore Bernabei), mettendosi a disposizione:

 

Jacopo Fo Dario Fo

«Ditemi ciò che devo fare». Per la cronaca, la puntata di «Canzonissima» del 29 novembre andò in onda con le sole canzoni registrate. Così per le puntate successive, salvo la finale del 6 gennaio condotta da Corrado. Lo sketch censurato non riguardava la mafia ma la sicurezza sul lavoro nei cantieri edili. Il trambusto che ne seguì fu tale che il premier Fanfani sostituì il ministro delle Comunicazioni Guido Corbellini con Carlo Russo.

 

Perché queste precisazioni? Molti anni fa, rievocando l'episodio sul Corriere , scrissi anch' io «furono cacciati» e pochi giorni dopo ricevetti una lettera irata che minacciava querela. A scriverla era Franca Rame che ribadiva una cosa per lei fondamentale: non erano stati allontanati, ma avevano lasciato la Rai di loro spontanea volontà («il gran rifiuto», secondo la stampa dell'epoca).

dario fo jacopo fo franca rame 2

 

Impiegai giorni a spiegare al suo avvocato che sulla Storia della tv italiana avevo correttamente scritto che se n'erano andati e sul Corriere avevo fatto una sorta di sintesi. Con la promessa che non avrei più scritto «furono cacciati», la querela non ebbe seguito.

jacopo fo

 

JACOPO FO

EMILIA COSTANTINI per il Corriere della Sera

 

«Quella volta mia madre tornò a casa, dopo essere stata stuprata e malmenata, ricoperta di sangue, tagli di lamette, bruciature di sigarette ovunque. Mio padre restò fermo, dritto in piedi, senza dire una parola, apparentemente impassibile: ho sclerato e mi è venuto l'impulso di sferrargli un pugno. Poi ho capito che aveva ragione lui. Il suo atteggiamento era di chi dice: ok, è successo, lo sapevamo che poteva succedere, siamo comunisti, andiamo avanti stringendo i denti e basta».

 

dario fo jacopo fo franca rame 4

Jacopo Fo, figlio di Dario Fo e Franca Rame: una storia di famiglia che parte da lontano, fra teatro e impegno civile.

«Dopo aver visto mia madre ridotta in quello stato, non ero più lo stesso. Il mio solo scopo era vendicarmi e ho rischiato di finire in un percorso sbagliato. Mi salvarono la serietà, la fermezza dei miei genitori e negli anni ho avuto solo una consolazione: pensare che quei bastardi vigliacchi vivessero a lungo una vita di m...».

jacopo fo

 

Parafrasando il titolo di un suo libro: cosa vuol dire essere figlio di Fo e Rame?

«Da un lato ho avuto grandi vantaggi, perché erano due persone espansive, che esprimevano sentimenti forti, vivaci, mai formali. Dall'altro lato, mi hanno insegnato che il lavoro deve essere centrale nella vita: se hai da dimostrare qualcosa, lo devi fare attraverso il tuo lavoro e se ti comporti onestamente, qualcosa di buono ti torna indietro.

 

Da parte loro, mai punizioni, ordini, disciplina, mi hanno trasmesso passione e non senso di sacrificio. Non esiste fatica se ami la tua professione: li ho visti recitare con la febbre a 39 anche 12-13 ore di seguito».

 

Franca era una bellissima donna, lo è stata fino agli ultimi suoi giorni. Dario non proprio un bell'uomo. Com' è nata la scintilla tra loro?

aldo grasso

«Non bello, ma simpatico, sapeva far ridere... Erano stati scritturati per una rivista dalle sorelle Nava. Dario era rimasto subito folgorato dall'avvenenza di Franca, però faceva finta di non guardarla e non osava corteggiarla, anche perché lei aveva già uno stuolo di ammiratori anche molto facoltosi, potenti.

 

Lei, con la coda dell'occhio, si era accorta dell'attenzione nascosta da parte di quel buffo collega, di cui però aveva già intravisto la genialità e prese una decisione: una sera, dietro le quinte, durante una pausa dello spettacolo, lo sbatte al muro e lo bacia. Siamo nel 1952 e, per una donna, comportarsi in quel modo, prendere una tale iniziativa era a dir poco azzardato, inaudito».

 

Jacopo Fo Dario Fo

Franca figlia di attori girovaghi. Dario figlio di un capostazione e anche attore amatoriale. Un percorso segnato il loro?

«Quando Franca era ragazza, quelle che facevano le attrici erano considerate delle puttane, peggio ancora quelle che, come lei, appartenevano a piccole compagnie che andavano in giro per i paesi: li chiamavano zingari. Ma la sua è stata un'esperienza incredibile: la mattina andava a scuola, la sera recitava. Dario, sin da bambino, un folle scatenato, ne combinava di tutti i colori».

 

Ce lo racconti.

«Aveva 5 anni e, col fratello Fulvio di 3, si improvvisano paracadutisti, buttandosi giù dal balcone di casa aggrappati a un ombrello. Un'altra volta decidono di attraversare il Lago Maggiore, vicino a dove abitavano, a bordo di un catino dei panni di alluminio: ovviamente affondarono e per fortuna li salvò un pescatore. Poi si erano messi in testa di fare gli indiani: legano la sorella Bianca su un cumulo di fascine e danno fuoco... salvata dai vicini. Per non parlare di quando Dario, alla sua cresima, fece arrabbiare il vescovo».

FRANCA RAME E DARIO FO

 

Perché?

«Prima della cerimonia, lo interrogò chiedendogli chi era il papà di Gesù. Dario rispose: San Giuseppe... potete immaginare la reazione del prelato. Tuttavia, mia nonna, che ovviamente riempiva di botte questi figli scapestrati, poi se ne vantava con le amiche, convinta che fossero geniali. Sin da ragazza, prima di diventare madre, era sicura che uno dei suoi futuri pargoli sarebbe diventato famoso».

dario fo

 

Aveva previsto il Premio Nobel?

«In un certo senso sì. Glielo aveva predetto un mago, leggendole la mano: per questo ha allevato i figli come predestinati, con un'educazione libertaria. Qualunque pazzia commettessero, per lei era la prova che non erano normali e li ha sempre incoraggiati. Certo, li menava col battipanni, perché faceva parte del contratto, ma mai una vera e propria censura».

 

Le censure, per la coppia Fo-Rame, vennero in seguito.

DARIO FO E FRANCA RAME

«Nel 1962, furono cacciati da Canzonissima, perché denunciavano l'esistenza della mafia in Sicilia. Il ministro Giovanni Malagodi, che era nella vigilanza Rai, li definì due guitti che insultavano l'onore del popolo siciliano sostenendo l'esistenza di un'organizzazione criminale chiamata mafia.

 

Poi subirono molte altre aggressioni: dalla cassetta di escrementi scaraventata sul palcoscenico durante uno spettacolo, al ritrovare l'auto distrutta dai vandali. Nonché gravi minacce che riguardavano anche la mia incolumità. Gli fu recapitata una bara bianca e una lettera dove, con sangue umano, c'era scritto: vostro figlio è condannato a morte. Avevo 7 anni».

dario fo

 

Intanto, però, loro avevano creato un modo completamente nuovo di fare teatro.

« Mistero buffo nasce dall'ammirazione che Dario nutriva per le storie degli affabulatori e dalla Commedia dell'arte. Lui ha riscoperto la tradizione del giullare, arricchita dall'esperienza di Franca che, avendo debuttato in fasce, era dotata di un orecchio teatrale pazzesco, capiva quello che funzionava e, se necessario, tagliava i testi di Dario».

 

Però lei, erede di tale esperienza, ha imboccato strade diverse.

SPOT DI DARIO FO E FRANCA RAME PER ZOPPAS

«Sin da piccolo, quando venivano i fotografi, mi nascondevo, non volevo essere fotografato con loro. Poi, a 19 anni, intendevano coinvolgermi in una loro messinscena, rifiutai: mi proponevano il ruolo del figlio. Figuriamoci... lo ero già nella vita, a farlo anche in palcoscenico c'era da andare fuori di testa! Comunque, qualcosa in teatro l'ho fatto anche io».

 

Le davano consigli?

«Franca mi disse categorica: non fare mai il gigione. Dario, aggiunse: ricordati che in sala c'è gente che è uscita di casa per venire a vederti... Ho sempre cercato di differenziarmi da loro».

 

 Due figure troppo ingombranti?

«Sotto il profilo artistico sicuramente, ma non solo. Quando erano considerati due sovversivi pericolosi ne ho pagato lo scotto. Però ho avuto anche tante fortune, mi hanno trasmesso valori morali fondamentali».

 

dario fo beppe grillo

Per differenziarsi, ha iniziato da vignettista.

 «E cambiai pure nome, mi firmavo con lo pseudonimo Giovanni Karen, per dimostrare di valere qualcosa senza che si sapesse che ero figlio di... Ho perfino fatto performance truccato da clown, in modo che nessuno potesse riconoscermi.

 

Poi ho iniziato a scrivere su Tango, il supplemento satirico dell'Unità, dedicando alcuni articoli al piacere sessuale femminile e fece scalpore: venni pubblicamente processato a un festival dell'Unità e dovetti difendermi davanti a un pubblico di comunisti... erano indignati perché, sul loro giornale, avevo parlato di "passera" e fui cacciato».

 

DARIO FO E FRANCA RAME

Nel 1981, un cambiamento radicale: fonda sulle colline umbre, vicino a Gubbio, la Libera Università di Alcatraz. Un rifugio di creatività e di molto altro: formazione teatrale, ecologismo, yoga, artigianato...

«È nata da una delusione amorosa. Mi ero trasferito in campagna, da quelle parti, con una fanciulla di cui ero follemente innamorato. Lei però fuggì con un altro e io mi ritrovai da solo, sconsolato: ho trascorso otto mesi in una depressione profonda, a piangere notte e giorno, rifugiato in una casa diroccata. I miei genitori, preoccupati, vennero a cercarmi. Pian piano uscii dal tunnel e decisi che, proprio in quei luoghi, dovevo ricominciare da capo una nuova vita. Sono arrivato in questo posto per starci una settimana, ci vivo da 40 anni».

 

Franca Rame, Raffaele Pisu, Antonella Steni

Perché scegliere il nome Alcatraz?

«Deriva dal nostro motto: la vita è una prigione, cerca un carcere da cui si possa fuggire, Alcatraz. All'inizio era una sorta di campeggio, poi una specie di comune con cucina rigorosamente vegetariana, che però è durata poco. Una volta, durante un pranzo tutto a base di verdure, si presenta Dario con una ventina di polli cucinati a dovere e li allinea sul tavolo: ci siamo gettati tutti sui polli...».

 

La pandemia ad Alcatraz come si vive?

«Da privilegiati. Siamo molto attenti, ma è difficile incontrare qualcuno che ti trasmetta il Covid, ti puoi incrociare giusto con cervi, volpi, istrici, cinghiali, scoiattoli. Comunque, durante la quarantena, abbiamo continuato a lavorare: è diventata un'università virtuale con seminari di teatro, scrittura creativa, public speaking e corsi di Zen occidentale».

FRANCA RAME E DARIO FO

 

Si sente un mistico?

«Rifiuto il misticismo, o roba affine che si definisce tale. Ho riprodotto certi finti miracoli, dimostrando dove sta il trucco e smascherando i truffatori. La mia è controinformazione, per aiutare le persone a capire che non esistono i superpoteri».

 

Nel 2106, nell'orazione funebre per suo padre, che morì tre anni dopo sua madre, ha detto: sono sicuro che ora sono lì insieme e si fanno delle grandi risate. Crede nell'aldilà?

«Chi ha fede ha le idee chiare, io no. È un mistero e non so spiegarmi come possa essere il dopo... Ma è difficile estirpare la vita, forse qualcosa di vitale poi resta».

DARIO FO FRANCA RAMEDARIO FO E FRANCA RAME DARIO FO E FRANCA RAMEDARIO FO FRANCA RAME

 

Ultimi Dagoreport

emanuele filberto di savoia - consulta dei senatori del regno

MONARCHIA UNICA VIA! – SABATO PROSSIMO A PALAZZO BORGHESE DI FIRENZE SI RIUNISCE QUEL CHE RESTA DEI MONARCHICI DE’ NOANTRI, PER LA SERATA DI GALA DELL’ORGANIZZAZIONE “CONSULTA DEI SENATORI DEL REGNO”. OSPITE D’ONORE “SUA ALTEZZA REALE” EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA – NELL’INVITO SONO BEN EVIDENZIALE LE “NOTE DI ETICHETTA”: “È CONSUETUDINE FARE L'INCHINO (C.D. CURTSY) AD UN'ALTEZZA REALE, DINANZI ALLA SUA PERSONA”, “NON È CONSUETUDINE (POICHÉ NON ELEGANTE) UTILIZZARE COSTANTEMENTE I TELEFONI CELLULARI” – AGLI UOMINI È “RICHIESTO IL COSIDDETTO ‘WHITE TIE-CRAVATTA BIANCA’ VALE A DIRE IL ‘FRAC’”. E PER LE DONNE? "È D’UOPO L’ABITO LUNGO. NON SONO AMMESSI..."

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - IERI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE… - VIDEO

2025croserossa croce rossa

CAFONALISSIMO DELLE “CROCEROSSINE” – CHIAMATE LA CROCE VERDE: AL “CHARITY GALA DINNER” CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE (QUALE?), ORGANIZZATO DALLA CROCE ROSSA, SFILA LA "VIA TRUCIS" DI ROMA GODONA: LA FATALE MARIA ELENA BOSCHI CON ROSSETTO-SANGUE, IN COMPAGNIA DI UN UOMO MISTERIOSO (“È SOLO UN AMICO”), LAURA RAVETTO SMALTATA COME UNA VASCA DA BAGNO, CLAUDIA GERINI IN VERSIONE PIERROT (TRUCCO PALLIDO E OCCHIO SPERDUTO), SIMONA BRANCHETTI IRRICONOSCIBILE. E POI OVVIAMENTE LA PREZZEMOLONA DELLE FESTE ROMANE, CIOCIARE E ISTITUZIONALI: CLAUDIA CONTE, CON SCOLLO PERICOLOSO, CHE SI LANCIA SUL MINISTRO NORDIO PER L’IMMANCABILE SELFIE DA AGGIUNGERE ALLA SUA COLLEZIONE - IL ''SUB-DANDY'' MOLLICONE, LA SEMPRE BOMBASTICA-MILF ELEONORA DANIELE, NICOLETTA ROMANOFF, "E-VIRA" CARBONE, MONICA SETTA, BALZARETTI-ABBAGNATO, I DUE JIMMY (GHIONE E CANGIANO)...

gianmarco mazzi teatro alla scala orchestra orchestrali

DAGOREPORT - STROMBAZZI…E MAZZI! OHIBÒ: PER IL SOTTOSEGRETARIO SANREMESE ALLA CULTURA CON DELEGA ALLA MUSICA, GIANMARCO MAZZI, “NESSUNA ORCHESTRA SINFONICA ITALIANA RISULTA AI PRIMI POSTI NEL MONDO” E L’UNICA RICONOSCIUTA “NELLA CLASSIFICA INTERNAZIONALE È LA SCALA CHE È AL 47ESIMO POSTO”. BUM, RULLO DI TAMBURI. L’EX MANAGER DI CELENTANO NON CITA A QUALE CLASSIFICA SI RIFERISCA, MA DOVREMMO AVERLA SCOPERTA NOI: PENSIAMO SI TRATTI DEL LIBRO GIAPPONESE "SEKAI NO OKESUTORA 123", PUBBLICATO NEL DICEMBRE DEL… 1994 - L’ORCHESTRA IN QUESTIONE, PERÒ, NON È L’ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA (QUELLA PAGATA DALLO STATO) BENSÌ LA FILARMONICA DELLA SCALA, OVVERO L’ASSOCIAZIONE PRIVATA FONDATA DAGLI ORCHESTRALI...

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT