alessandro gassmann

"IO COMUNISTA? MAI STATO. E NON HO NEMMENO IL ROLEX. A VENT'ANNI ERO ANTIPATICO E FACEVO SPESSO A BOTTE” - ALESSANDRO GASSMANN: “CON IL CALENDARIO MAX MI COMPRAI UN PEZZO DI CASA. MIO PADRE HA FATTO SOLO UN VIAGGIO PER DILETTO, A PAXOS, IN GRECIA. ANDAMMO DOPO UNO DEI SUOI PERIODI DI DEPRESSIONE. OGNI MATTINA ANDAVAMO AL PORTO E OGNI VOLTA SI INCAZZAVA PERCHÉ VOLEVA PARLARE IN GRECO ANTICO CON I PESCATORI LOCALI E QUELLI, OVVIAMENTE, NON LO CAPIVANO. DOPO AVERLE TENTATE TUTTE, ALLA FINE SE NE ANDAVA URLANDO E INSULTANDOLI - MIO PADRE VOLEVA ESSERE IMBALSAMATO NEL SALOTTO CON UN REGISTRATORE VICINO PER..."

 

alessandro gassmann

Andrea Scarpa per “il Messaggero”

 

Nel suo libro del 1981, dal fulminante titolo di Un grande avvenire dietro le spalle, il grande Vittorio Gassman si rivolgeva al figlio Alessandro invitandolo a cercare se stesso. «Guarda che si diventa se stessi pensando agli altri, usando i nostri privilegi per dare una mano a chi ne ha bisogno, scuotendo la pigrizia e l'aridità». Chissà com' è andata.

 

A 57 anni si è trovato?

«Direi di sì. Oggi faccio scelte professionali seguendo esclusivamente i miei gusti di spettatore. E come persona cerco di utilizzare la mia popolarità per cause che considero importanti: impegno in favore dei rifugiati con l'Unhcr e lotta ai cambiamenti climatici. La mia generazione, cresciuta inquinando in tutti i modi, finora se n'è fregata. Io non voglio più farlo».

alessandro gassman transporter extreme

 

Da dove viene questa consapevolezza?

«Da mia madre (la scomparsa attrice francese Juliette Maynel, ndr), figlia di contadini che ha sempre amato la campagna e la vita all'aperto. Grazie a lei sono cresciuto in mezzo alla natura».

 

E suo padre?

«Lui no. Papà ha sempre lavorato. In tutta la sua vita ha fatto solo un viaggio per diletto, a Paxos, in Grecia. Andammo dopo uno dei suoi periodi di depressione. Ogni mattina andavamo al porto e ogni volta si incazzava».

ALESSANDRO GASSMANN SUL SET DI UN PROFESSORE

 

Perché?

«Voleva parlare in greco antico - una delle sue tante passioni - con i pescatori locali e quelli, ovviamente, non lo capivano. Dopo averle tentate tutte, alla fine se ne andava urlando e insultandoli. In greco antico, ovviamente. Scene meravigliose».

 

Un mese fa ha pubblicato un libro Io e i Green Heroes Perché ho deciso di pensare verde, quindi adesso vive e consuma tutto in maniera sostenibile?

«Faccio quello che posso. Cerco di non usare la plastica, per esempio. Anche sul set».

 

Ha l'auto elettrica?

«No, ibrida. Vivo in centro, non ho il garage e non saprei come caricarla. Di colonnine a Roma ce ne sono pochissime».

 

alessandro gassmann

Di cosa parla il libro?

«Eroi verdi. Gente che contro tutto e tutti porta avanti imprese ecologiche, riduce il disastro ambientale e ci guadagna: ci fa i sordi, come si dice a Roma. Non racconto storie radical chic ma persone concrete e di successo. Solo loro potranno salvarci».

 

Lei che negli ultimi anni si è sempre esposto - anche con la scopa in mano per pulire le strade di Roma - oggi si impegnerebbe in politica?

«No. In Italia ci vuole gente giusta al posto giusto. Io faccio l'attore e il regista. I politici dovrebbero fare, bene, i politici. Lo sa che nel 2014 non abbiamo usato le risorse per avviare le energie rinnovabili solo per questioni burocratiche? Se lo avessimo fatto,oggipotremmo fare a meno del 60 per cento del gas russo».

 

vittorio alessandro gassman

Senta, per caso si è stufato di fare commedie?

«Non rinnego le cose fatte e sono grato per le esperienze, la popolarità e i soldi. È solo che oggi con certe cose rido meno. Voglio fare altro».

 

Progetti lenti, cupi, un po' noiosi: quella roba lì?

«Per carità, no. Voglio solo affrontare temi più profondi».

 

Sente di non aver raccolto il giusto?

«Il cinema per me è un'arte popolare e io ho sempre fatto scelte in questa direzione. A una certa critica questo non piace e l'ho pagata. Poi chi non mi apprezzava a un certo punto ha cambiato idea».

 

Quando ha capito di non essere più il figlio scemo - sono parole sue - del grande Vittorio Gassman?

«Chi mi conosce bene sa che lo sono ancora. Sono sempre un cazzaro a cui piace ridere e far ridere. Diciamo che aver fatto regie teatrali e cinematografiche più ricercate (l'ultimo film è Il silenzio grande, ndr) mi ha aiutato. E anche non rifare tante sciocchezze serve».

alessandro gassman 1

 

La più grande che ha fatto?

«Aver scelto pensando ai soldi. Ora so che posso vivere con meno e selezionare. E poi ho meno paura di non piacere a tutti».

 

Da ragazzo, però, era tremendo.

«È vero. A vent' anni ero antipatico e facevo spesso a botte. Mi dava fastidio essere trattato come uno strano solo perché figlio di una persona importante». 

 

A suo figlio Leo, cantante 23enne, la prima cosa che ha voluto insegnare qual è stata? 

alessandro e leo gassmann

«Essere gentile ed educato con tutti, cosa che io non ero, ricordarsi che siamo stati fortunati a nascere in questa famiglia, e che nella vita per arrivare a destinazione è meglio faticare. Lui lo fa: con la musica si è mosso da solo e si è appena laureato». 

 

Senza essere ridicoli, cos' ha in comune con un ventenne?

 «Mi ingarello con la Vespa se un pischello mi supera. E con gli amici coetanei la butto sul fisico e giochiamo a braccio di ferro». 

 

E vince? 

«Scelgo quelli con i quali so di potercela fare. Che merdaccia...». 

 

alessandro gassmann

A proposito di fisico, quanto guadagnò per il calendario nudo che fece per Max nel 2001? 

«Tantissimo. Mi comprai un pezzo di casa. Vorrei rifarne un altro con le stesse pose e negli stessi posti. Potrei chiamarlo Avanzi...». 

 

Gli avanzi hanno bisogno di un aiutino? 

«No, ho paura. Finché mia moglie non mi dice: Bello mio, fa qualcosa, vado avanti così». 

 

Dal 9 aprile al 29 giugno l'Auditorium di Roma ospiterà una grande mostra per il centenario di suo padre (Genova 1° settembre 1922-Roma 29 giugno 2000): cosa si vedrà?

 «Di tutto. È divisa in quattro sezioni: teatro, cinema, letteratura e tv. È divertente e non funeraria, proprio come l'avrebbe voluta papà. Ci saranno la macchina del Sorpasso, il cavallo di Riccardo III, libri, filmati, documenti rari. Materiale nostro, ma anche di Centro Sperimentale, Cineteca Nazionale, Istituto Luce, Teche Rai... È bellissima». 

 

alessandro gassman (2)

È vero che suo padre papà voleva farsi imbalsamare? 

«Certo. L'ha fatto scrivere dal notaio nel testamento, con tutti i dettagli. Voleva essere messo nel salotto di casa con un registratore vicino per dire a tutti: Buonasera amici. Tornate a trovarci. A presto. Meno male che in Italia è illegale». 

 

Anni fa circolava un progetto di documentario sui baci che aveva dato: che fine ha fatto? 

«Sì, anni fa. Se ne parlò a lungo poi non s' è fatto più niente. Non so altro. È uno che ha baciato tanto, papà, anche se poi quando si innamorava veramente finiva sempre per sposarsi. Nel suo caso quattro volte». 

 

Che cosa gli vorrebbe dire adesso? 

alessandro gassman

«Eh... Di tutto. Ogni tanto mi diverto a pensare a quello che lui e quelli della sua generazione farebbero sui social... Prenderebbero per il culo tutti. Senza peli sulla lingua». 

 

Lei online su cosa inciampa più spesso? 

«Ho una specie di alter ego con cui rispondo in romanesco a chi mi scrive la solita roba: Facile dire questo e quello per un comunista con il Rolex come te». 

 

È comunista? 

«Mai stato. E non ho il Rolex».

 

 Il primo ringraziamento a chi lo deve? 

«A mia moglie, la donna della mia vita. Anche con lei sono stato molto fortunato». In caso di bisogno un vero amico a cui chiedere aiuto, anche economico, ce l'ha? «Penso di sì. Non tanti ma ci sono, per fortuna». 

 

Nel suo ambiente? 

«I miei migliori amici non vengono dal cinema». 

Ultimi Dagoreport

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”