l'ombra di caravaggio lombra

LA ROMA DEI GIUSTI – “CE SO LE BALDRACCHE”! NON POSSO CHE ADORARE “L’OMBRA DI CARAVAGGIO”, VERSIONE TUTTA SANGUE, SESSO E SPADATE DELLA VITA DI MICHELANGELO MERISI, IDEATA E DIRETTA DA MICHELE PLACIDO E INTERPRETATA DA RICCARDO SCAMARCIO – VOLANO FRUSTATE E SCHIAFFONI, CARAVAGGIO ESIBISCE IL CULO NUDO A ISABELLE HUPPERT CHE NE APPROFITTA, CI SI TOCCA IL PISELLO IN CONTINUAZIONE, SI TIRA FUORI LA SPADA PER UN PUNTO ALLA PALLACORDA E CI SI CONCEDE PERFINO UN’ORGIA. NON MI SONO MAI ANNOIATO – VIDEO

 

Marco Giusti per Dagospia

riccardo scamarcio l'ombra di caravaggio 1

 

“Ce so’ le baldracche”. Perfetto! Non posso che adorare questa versione tutta sangue, sesso, schiaffoni e spadate della vita di Caravaggio ideata e diretta da Michele Placido e interpretata da Riccardo Scamarcio, “L’ombra di Caravaggio”, scritta da Placido assieme a Sandro Petraglia (gradito ritorno) e Fidel Signorile, dove, al di là di molti difetti, il regista e il suo protagonista sembrano sposare perfettamente il corpo, la luce e la voracità artistica e sessuale del grande pittore.

 

isabelle huppert l'ombra di caravaggio

Puttaniere, mezzo sodomita, violento, attaccabrighe, alla ricerca di un realismo assoluto, qui Caravaggio, ribattezzato di volta in volta Michelino, l’Arcangelo Michele, Michelangelo, offre a Placido e a Scamarcio l’occasione per scatenarsi in una sorta di ricomposizione di un cinema sanguigno post-femminista dove volano frustate e schiaffoni, Caravaggio esibisce il culo nudo a Isabelle Huppert che ne approfitta, ci si tocca il pisello in continuazione, si tira fuori la spada per un punto alla pallacorda e ci si concede perfino un’orgia alla “Games of Thrones”.

 

micaela ramazzotti l'ombra di caravaggio

Perdoniamo a Placido l’invenzione un po’ banale di un personaggio-narratore, l’ombra del titolo, Louis Garrel con nasone risentito, che nel 1609 indaga per conto del Papa sulla vita smodata di Caravaggio per capire se deve farlo tornare a Roma condonandogli la condanna a morte per l’uccisione di Ranuccio Tomassoni.

 

Un meccanismo alla fine un po’ ridondante, anche se, come nel “Dante” di Avati, utile per frammentare il racconto in più quadri forti. Gli perdoniamo anche l’ossessione di ricostruire i quadri celebri con personaggi somiglianti, ma Alessandro Haber a testa in giù che fa la Deposizione di San Pietro è un momento davvero stracult, e la banalità di ripetere sempre la giusta luce “caravaggesca” ottenuta dal bravo direttore della fotografia, Michele D’Attanasio, o di dover sempre cogliere il momento della creazione artistica come si faceva nei vecchi film sugli artisti di Hollywood. “Ecco il mio Golia!”.

 

l'ombra di caravaggio 1

Perché Placido e Scamarcio ci credono. Si sentono Caravaggio. Cercano di mettere in scena quella forza. E quindi giù battute triviali e schiaffoni alla Bud Spencer alle donne. Giù elenco di figurine, a volte riuscite, penso al Giordano Bruno favoloso di Gianfranco Gallo, a volte meno, come quello di Artemisia Gentileschi, un po’ buttato lì. La Lena Antonietti di Micaela Ramazzotti traduce in toscano da attrice e moglie di Virzì la romanità dilagante delle altre modelle-sante&puttane.

isabelle huppert riccardo scamarcio l'ombra di caravaggio. 2

 

“La mi’ mamma e la mi’ nonna mi portarono a Roma a 14 anni per offrirmi ai cardinali…”. Ma ha una delle battute migliori del film mentre scopa nella vasca da bagno con Scamarcio/Michele. “Eretico e erectus…”. Se c’è un Ranuccio Tommasoni che sembra uscito da un brutto film di Monnezza o dal sottocast di “Er più”, la galleria dei cardinali, dal Cardinal Del Monte dello stesso Placido allo Scipione Borghese di Gianluca Gobbi, al Papa di Maurizio Donadoni, è credibile e le ragazze della suburra, come l’Anna di Lolita Chammah, sono ben scelte.

 

isabelle huppert l'ombra di caravaggio

E, anche se so benissimo che qualcuno ha ancora in testa il “Caravaggio” di Derek Jarman (altri tempi e altri mondi proprio…), confesso che non mi sono mai annoiato. Cosa rarissima con i tanti film italiani di questi ultimi tempi. Ci sarà da dire, immagino, sulla violenza alle donne, anche se il Caravaggio che hanno costruito Placido e Scamarcio è più che rispettoso con le donne e l’ossessione per la morte e la ricerca della verità nella pittura vengono fuori bene da questo corpo a corpo continuo con la vita. Il personaggio di Louis Garrel, ahimè, non funziona benissimo perché è monocorde. Ma alla fine il film, ripeto, si vede volentieri, i set e i costumi sono ricchi, e il pubblico, magari un po’ più allargato rispetto a quello del “Dante” di Avati, avrà di che discutere. In sala dal 3 novembre.

louis garrel l'ombra di caravaggio. l'ombra di caravaggio 2louis garrel l'ombra di caravaggio l'ombra di caravaggio riccardo scamarcio l'ombra di caravaggioriccardo scamarcio l'ombra di caravaggio 1riccardo scamarcio l'ombra di caravaggio isabelle huppert riccardo scamarcio l'ombra di caravaggio isabelle huppert riccardo scamarcio l'ombra di caravaggio. louis garrel l'ombra di caravaggio 1riccardo scamarcio l'ombra di caravaggio michele placido l'ombra di caravaggio micaela ramazzotti riccardo scamarcio l'ombra di caravaggio michele placido e riccardo scamarcio sul set di l'ombra di caravaggio

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