enrico vanzina sapore di mare

SAPORE DI VANZINA – "ALLA FINE LA VITA SONO VENTI ESTATI UTILI. DAI 20 AI 40 ANNI ACCADE TUTTO QUELLO CHE DEVE, IL RESTO SONO PICCOLI DETTAGLI O GRANDI REMAKE - OGGI ESISTONO ESTATI PIENE SOLO DI GROTTESCO. SABAUDIA È PASSATA DA MORAVIA A TOTTI E MALAGÒ. CAPRI È DIVENTATA UN QUARTIERE DI NAPOLI. IN SPIAGGIA I RAGAZZI SI STORDISCONO DI HOUSE, SPRITZ E APPLAUDONO AL TRAMONTO. QUELL'APPLAUSO MI FA RIDERE E INCAZZARE..." – LA MITOLOGICA SCENA DI VIRNA LISI IN “SAPORE DI MARE”

Pino Corrias per “Robinson - la Repubblica”

enrico vanzina

 

Il sapore del mare per Enrico Vanzina è un viaggio dentro al tempo. Il tempo è una lunga estate che dura da almeno cento film che ha scritto, prodotto, immaginato con il fratello Carlo, il regista, sceso un anno fa all' ultima fermata della vita.

 

«Questa è la mia prima estate senza di lui», dice, lasciando che il vuoto riempia la stanza- studio romana dei Parioli, arredata dai copioni, dalle fotografie, dai premi, dai quadri, come si addice alle dinastie che hanno fabbricato il cinema italiano, cominciando dal grande Steno, il padre, che fu burattinaio della commedia comica, muovendo le maschere di Totò, Aldo Fabrizi, Albero Sordi, Ugo Tognazzi, fino a Paolo Villaggio e Renato Pozzetto. Una eredità diventata una fortuna di ricordi. E con i ricordi anche la malinconia. «Il mio amico Leo Benvenuti, sceneggiatore di Amici miei, una volta mi disse una cosa fulminante: la vita sono venti estati utili. È vero. Dai venti ai quarant' anni accade tutto quello che deve, il resto sono piccoli dettagli o grandi remake». Compresi l' amore che brucia e gli occhi che incantano.

sapore di mare

 

Tutto indimenticabile. Come l' incontro con Federica, la sua futura moglie, un agosto del 1975 davanti al mare di Forte dei Marmi. O la prima volta che ha visto il sorriso di Mariangela Melato, a una cena d' estate, a Castiglioncello, con il padre capotavola e Gassman mattatore. O l' indimenticabile Sylva Koscina a Fregene. O la giovanissima Isabella Ferrari.

 

sapore di mare

Racconta: «L' altra sera ero in Versilia. Proiettavano sulla spiaggia una copia restaurata di Sapore di mare che fu l' inizio della nostra carriera. C' erano trecento persone sulle sedie a sdraio. C' erano le stelle, un po' di vento e la risacca. Mi sono emozionato tantissimo a rivederlo. Erano passati 36 anni, ma sembrava girato ieri » . Dice: « Il film è una fotografia che cristallizza l' estate e le sue scoperte» .

 

Con la tavola narrativa disposta al gran completo: l' amicizia, la scoperta dell' amore, l' indipendenza dai genitori, il dolore del tradimento, il primo bacio, la felicità, la sconfitta. Fino alla scena in cui Virna Lisi balla con il figlio e, quando lui le chiede: «Mamma com' era ai tempi vostri?», lei gli risponde: «Mi pare di ricordare che ci batteva forte il cuore».

sapore di mare

Tutto semplice, il racconto, come qualche volta va la vita. Magari un attimo prima di svelarsi per intero. «Per me e Carlo il film capolavoro dell' estate è sempre stato Il sorpasso di Dino Risi. Se ci pensi c' è tutto in uno spazio piccolissimo, ma molto profondo: due giorni, due amici, l' automobile, la strada, il mare, il senso della vita».

Con il nero dell' incidente finale a illuminarla.

 

Cambiando in un istante il destino dei due protagonisti, Gassman e Jean- Louis Trintignant, transitati dalla solitudine del Ferragosto in una Roma deserta, fino alla spiaggia dove la giovinezza ancora ignara di Catherine Spaak balla il twist di Guarda come dondolo, in mezzo alla folla estiva. E la bella Italia del Miracolo economico profuma di crema solare e di avvenire. Per concatenazione di ricordi Enrico Vanzina arriva a Ennio Flaiano, amico e maestro del padre, ospite fisso la domenica a pranzo. Racconta: «C' erano Age e Scarpelli.

 

enrico vanzina

Io ero un adolescente presuntuoso e avevo detto che da grande avrei voluto fare lo scrittore. Così Age mi disse bè hai davanti a te il premio Oscar Flaiano, fagli una domanda. E io, rosso di vergogna, gli chiesi: perché si scrive? Allora Flaiano cambiò faccia, si tolse gli occhiali, si prese un tempo per guardarmi dritto, mi disse: per sconfiggere la morte» . Aggiunge: «Non l' ho mai dimenticato da allora. E oggi che se ne sono andati così tanti, so quanto sia vero».

 

Dunque, la vitalità dell' estate che porta nuvole nere.

«In mezzo a tante nuvole bianche, questo è il suo fascino. Perché è un tempo in cui si concentrano i sentimenti, le emozioni e anche la noia. È d'estate che diventi grande, quando il mondo ordinario si allarga, conosci persone nuove, leggi Tolstoj, respiri a pieni polmoni».

 

È la vita che si mette in viaggio.

«Riviste oggi le mie venti estati utili sono state una giostra».

 

Iniziate con i viaggi veri?

carlo e enrico vanzina

«I più veri e i più belli. A diciotto anni con Claudio Risi e una Giulietta Sprint scassatissima che per noi era una Ferrari, fino in Scandinavia a caccia di svedesi».

 

Un classico della commedia.

«Diventata una divertente catastrofe. In panne tre volte con la macchina e in bianco con le avventure: le prime ragazze le abbiamo rimorchiate al ritorno a Imperia».

 

Anche il ritorno fa parte del viaggio.

«In quel caso salvò il nostro secondo tempo. L' anno dopo con il furgone a Capo Nord per guardare il sole a mezzanotte. E quello successivo, finalmente in America. Avevo ventun anni, mi ero appena laureato in scienze politiche. Era il regalo di mio padre».

 

Come nel "Laureato". Tu eri Dustin Hoffman.

enrico vanzina foto di bacco

«Purtroppo non c' era con me Anne Bancroft, la favolosa signora Robinson. In compenso avevo in tasca Sulla strada di Kerouac e quella era la mappa del mio viaggio da New York a Los Angeles su una Chevrolet con musica e paesaggi indimenticabili».

 

Quando torni tuo fratello Carlo è diventato assistente di Mario Monicelli sul set dell'"Armata Brancaleone".

«E lì inizia la nostra avventura nel cinema».

 

Dice Dino Risi, nelle sue memorie, che si fa cinema per tante ragioni, la principale sono gli occhi delle donne.

«È vero. Anche se il cinema l' ho respirato dall' inizio.  Ha coinciso con la mia vita, cominciando dal primo amore, che era Barbara, la figlia di Mastroianni, lei tredici anni, io quindici».

 

Il cinema è stata la tua comunità?

moravia

«Tutto il cinema italiano era una comunità. Oggi ci sono autori solitari e piccolissimi gruppi separati tra loro. Nanni Moretti non parla con nessuno. Sorrentino e Garrone non si fanno mai vedere e non si frequentano. Mentre prima c' era uno scambio continuo. A Castiglioncello avevano casa Sordi e Gassman. Noi andavamo tutte le estati. C' erano Monicelli, Marcello Marchesi, Gina Lollobrigida. Passavano Tognazzi e Raimondo Vianello con Sandra Mondaini. Nino Rota certe sere suonava il pianoforte. E veniva Federico Fellini, alto alto, che quando incontrava mio padre lo prendeva in braccio gridando: Stenino!».

 

Si conoscevano da prima della guerra.

«Dai tempi del Marc' Aurelio, la rivista. Mio padre se lo vide arrivare un giorno in redazione senza una lira, senza un lavoro: mi chiamo Federico. Cosa sai fare?

Disegno. Fammi vedere. Fellini fece vedere. E mio padre gli disse: sei assunto. Federico non se lo è mai dimenticato».

 

Fellini aveva casa a Fregene.

«Sì, al villaggio dei pescatori. Lui e Flaiano presero casa per primi. Li seguirono Moravia, Suso Cecchi d' Amico, Lina Wertmüller, Nanni Loy, Gillo Pontecorvo. Tutto il cinema di sinistra era lì. C' erano discussioni, nascevano idee, nascevano copioni».

 

E il grandissimo principe De Curtis?

totti ilary sabaudia

«Totò girava in Cadillac con le tendine. Aveva comprato una barca, ma siccome aveva paura, la seguiva in macchina guardandola navigare da lontano. Lui era un solitario suo malgrado. Un giorno la città di Napoli gli diede un premio. Mio padre andò alla cerimonia in teatro e lo trovò in camerino che piangeva perché di tutto il cinema italiano c' era solo lui in sala».

 

Fu grande solo a futura memoria.

«È stata la nostra ultima maschera nazionale. Ma gli hanno fatto i monumenti solo post mortem».

 

Le estati di oggi ti ispirano?

«Ma esistono ancora? Facciamo tutti vacanze brevissime, isteriche, attaccati al telefono e alle mail, sempre reperibili. Quella lunga parentesi della villeggiatura cechoviana non esiste più».

 

È il mondo parallelo che ci assedia e ci inghiotte.

«Un tempo d' estate potevi pure recitare la vita di un altro, dire che eri scapolo anche se eri sposato, oppure ricchissimo, anziché uno spiantato».

 

malagò

La pura commedia all' italiana, come "La spiaggia" di Alberto Lattuada, un piccolo capolavoro sulle identità nascoste.

«Esatto. Oggi verresti scoperto in un minuto grazie ai social».

 

Estati senza più misteri.

«Estati piene solo di grottesco. Sabaudia è passata da Moravia a Totti e Malagò. Capri è diventata un quartiere di Napoli. Castiglioncello un Autogrill. In spiaggia i ragazzi si stordiscono di house music, spritz e applaudono al tramonto. A me quell' applauso un po' mi fa ridere e molto mi fa incazzare».

 

Sarà che passati i sessant' anni ogni tramonto è un piccolo presagio.

«Forse. Ma preferisco ancora guardarlo in silenzio, con l' amore accanto. E pensare che a quelle estati utili ne manchi ancora qualcuna».

ENRICO VANZINA - MIO FRATELLO CARLOenrico vanzina foto mezzelani gmtisabella ferrarijerry calà sapore di marejerry calà marina suma sapore di mareLA CAPANNINA SAPORE DI MAREciavarro sapore di mareciavarro di francescogianni ansaldi jerry calakarina huffpaolo baroni angelo maggifederica e enrico vanzina foto di baccopaola ferrrari, dago, cristiana lauro, anna e enrico vanzinaenrico vanzina enrico vanzina carlo verdone e enrico vanzinacristian de sica e enrico vanzinaenrico e carlo vanzina con stenoenrico vanzina con la moglieenrico vanzina e gigi proiettisordi carlo enrico vanzinaEnrico Vanzinaenrico lucherini carlo vanzinaenrico vanzinaUN GIORNO IN PRETURA STENO CON CARLO ED ENRICO VANZINAenrico vanzinaenrico vanzinaenrico vanzina (2)enrico vanzina marco risi foto di bacco

Ultimi Dagoreport

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…