franca leosini

SARÒ FRANCA – LA LEOSINI, LA SIGNORA IN GIALLO DELLA TV ITALIANA, TORNA DOMENICA CON “STORIE MALEDETTE” DOPO LO STOP IMPOSTO DAL CORONAVIRUS – “I TRE VERBI CHE FREQUENTO SONO: CAPIRE, DUBITARE E RACCONTARE. LASCIO LE CERTEZZE AGLI IMBECILLI. QUANDO INCONTRO UNA PERSONA HO PRESO TALMENTE TANTE INFORMAZIONI CHE NE SO PIÙ IO DI LEI” – “HO PARLATO COL NEO DIRETTORE DI RAI 3 FRANCO DI MARE E…”

Silvia Fumarola per “la Repubblica”

 

franca leosini foto di bacco (2)

Fatti e verità Franca Leosini, 86 anni, è ideatrice e conduttrice di Storie maledette, nato nel 1994. Il 7 e il 14 giugno due nuove puntate del programma in prima serata su Rai 3 L' anno scorso i suoi fan sono finiti nell' autorevole Treccani: "Leosiner" «è chi sostiene con entusiasmo la giornalista Franca Leosini». La signora in giallo della tv italiana, sorride: «Sono molto grata al mio pubblico, che è curioso come me, ed è fatto di giovani. Mi chiedo spesso il perché del successo, con umiltà.

 

franca leosini foto di bacco

Credo che dipenda dall' amore con cui lavoro, non bluffo mai». Lessico inimitabile, Leosini domenica torna su Rai 3 con due nuove puntate di Storie maledette in prima serata, «Purtroppo» spiega «con l' emergenza coronavirus non abbiamo potuto più fare niente.

È stata gestita con saggezza: una pandemia nelle carceri sarebbe stata una tragedia enorme».

 

Il progetto quante puntate «Quattro. Le altre le realizzerò la prossima stagione. Mi dispiace perché sono mesi di studi che saltano: per ogni vicenda esaminata mi tuffo negli atti; la storia maledetta è il grande romanzo della vita. La sintesi di un delitto è l' ultimo atto di un percorso».

antonio ciontoli intervistato da franca leosini

 

«ll rapporto tra l' omicida e la vittima, ricerco il "guasto" che porta al gesto estremo. Indago la psicologia, mi irrito quando dicono: "era una persona normale". Che vuol dire? I delitti non si giustificano ma si interpretano, penso a quelli privati, non tratto camorra e mafia. I gesti efferati spesso non somigliano alla persona che li compie. Mi metto nei panni della vittima e in quelli dell' omicida: nella vita dovremmo sempre cercare di capire le due sponde».

franca leosini intervistata foto di bacco

 

Dice che non giudica, ma un' opinione se la farà anche lei....

«I tre verbi che frequento sono: capire, dubitare e raccontare. Lascio le certezze agli imbecilli, noi del programma cerchiamo di non averne. Studio gli atti parola per parola. Quando incontro una persona ho preso talmente tante informazioni che ne so più io di lei».

 

Di quali casi si occuperà?

franca leosini

«Il primo è quello del dentista Francesco Rocca, ambientato a Gavoi nel cuore della Sardegna. È stato condannato all' ergastolo, definitivamente, con l' accusa - che lui rifiuta - di essere il mandante dell' omicidio della moglie, uccisa nel garage di casa. Si era innamorato dell' assistente di studio. Dopo cinque anni una lettera anonima ha riaperto il caso.

 

Al centro della seconda storia c' è una donna, Sonia Bracciale, condannata a 21 anni con l' accusa di essere la mandante del pestaggio del marito, che ha portato alla morte dell' uomo. In generale la differenza è che l' uomo esegue il delitto, la donna si macchia la coscienza ma non si sporca le mani».

franca leosini storie maledette

 

Agatha Christie insegna che una pistola col calcio di madreperla può trasformare una signora in killer...

«Questo è vero, con una certa eleganza».

 

Non si è stancata di occuparsi di delitti?

«No. Faccio Storie maledette dal 1994 e ci ho messo in mezzo Ombre sul giallo , che peraltro andò molto bene. Però ho parlato col neo direttore di Rai 3 Franco Di Mare di un altro progetto».

franca leosini

 

Cambia registro? Cucina, giardinaggio?

«In tv mi sembra che si cucini anche troppo. A me incuriosisce l' essere umano, più le vite sono complesse, più mi interessano».

 

Cosa trova nel crimine?

«Purtroppo il crimine è il grande romanzo della vita, ha mille sfaccettature. In ogni vicenda noir ci sono contesti interessanti e diversificati. Anche l' ambientazione di una storia ha la sua importanza: non dico che i luoghi determinino i comportamenti, ma spesso sono complici».

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