maccio capatonda - elisabetta canalis

SCHERZANDO SCHERZANDO SI DICE IL VERO? - NEL SUO LIBRO MACCIO CAPATONDA PARLA DI ELISABETTA CANALIS E DEL LORO FLIRT NEL 2013: “DEVI FIRMARE UN CONTRATTO SE VUOI CONTINUARE A INTERAGIRE CON ELI, MI DISSE UN TIZIO VESTITO DA LELE MORA...QUALORA VENISSE RIVELATA UNA SOLA INFORMAZIONE SULLA VITA DI ELISABETTA DOVRÀ PAGARE UNA PENALE DI 67 EURO. FIRMAI. L'ULTIMO INCONTRO? MI AFFACCIAI ALLA FINESTRA E LA VIDI ANDARE VIA MA DOPO POCHI PASSI INCIAMPÒ E, CADENDO, FINÌ ALL'INTERNO DI UN SETTIMANALE DI GOSSIP. DA QUEL GIORNO…”

Maccio Capatonda - Elisabetta Canalis

Da www.liberoquotidiano.it

 

"Elisabetta Canalis? Non l'ho più vista". Per qualche settimana Maccio Capatonda, da fenomeno emergente della tv comica lanciato dalla Gialappa's Band, è diventato protagonista del gossip per la sua relazione con la bellissime ex velina di Striscia la notizia. Oggi Marcello Macchia, vero nome all'anagrafe dell'attore e regista, ripercorre a modo suo quella storia dedicando un capitolo del su libro (titolo: Libro) proprio alla Canalis (titolo: La Canalis).

 

maccio capatonda

Si parla di un fantomatico contratto di fidanzamento: "'Devi firmare un contratto se vuoi continuare a interagire con Eli', mi disse un tizio vestito da Lele Mora... 'Qualora venisse rivelata una sola informazione sulla vita di Elisabetta dovrà pagare una penale di 67 euro'. Firmai". Spazio anche all'ultimo incontro: "Mi affacciai alla finestra e la vidi andare via ma dopo pochi passi inciampò e, cadendo, finì all'interno di un settimanale di gossip. Da quel giorno non l'ho più vista, se non dentro il giornale". Sarà vero? Nel dubbio, si ride.

 

LE CONFESSIONI DI MACCIO CAPATONDA NELL'AUTOBIOGRAFIA INTITOLATA «LIBRO»

Chiara Maffioletti per il “Corriere della Sera”

 

I tanti convinti che Maccio Capatonda sia un genio, avranno una conferma nel titolo del suo primo libro: Libro . «È anche un modo per vendere di più, basta che qualcuno entri in libreria e dica: "Vorrei comprare un Libro". E questo lo è, non ci sono dubbi». In realtà, quello in uscita domani non è solo un libro, ma una autobiografia. «L' ho scritto nella massima onestà: è tutto vero, al netto delle cose soprannaturali e certe derive surreali».

 

maccio capatonda

Che non sono poche e che fanno davvero ridere. Ma gli aneddoti reali non sono da meno. Come le sue fissazioni da bambino, tra cui il dado da cucina: «La scoperta di questo alimento è stata una rivelazione: era come una caramella però pienissima di sapore».

 

Ora, giura, non lo mangia più, «ma quando lo uso mi si staglia un sorriso sul ginocchio destro». Il racconto si concentra sull' infanzia del comico, caratterizzata dal rifiuto della realtà: «L' ho sempre vista noiosa: mi sono rifugiato nella fantasia. È comune a molti comici una visione del mondo un po' cinica che si manifesta nella voglia di prenderlo in giro».

 

Ma l' idea di diventare un comico non era nei sogni di Marcello Macchia, che Maccio Capatonda lo è diventato solo nel 2004, dicendo a caso una raffica di nomi assurdi («non pensavo che me lo sarei portato dietro»). «Avevo capito che il cinema poteva essere un rifugio: mi vedevo regista». Rivelatorio, Ritorno al futuro : «Con quel film ho avvertito che esisteva la possibilità di evadere dalla realtà. Lo vedevo tre volte al giorno. Ho scritto una lettera a Michael J.

 

Fox: avevo trovato il suo indirizzo su un giornale. Dopo cinque anni è arrivata la sua risposta: sono impazzito. Era il mio idolo, il motivo per cui faccio questo lavoro».

 

Altrimenti cosa avrebbe fatto? «Il tassista, perché sono molto bravo con le strade, mi oriento benissimo. Ho il dono innato del tassismo. Oppure il golfista: ma in Abruzzo (è cresciuto a Chieti, ndr ) non c' erano campi da golf».

barbara tabita maccio capatonda

 

La sua voglia di evasione, per anni si è scontrata contro un muro invalicabile: la scuola. «Mi sembrava incredibile che una persona potesse essere obbligata ad andare a scuola tutti i giorni. Quando ho finito le superiori mi sentivo leggero come una piuma: un giorno sono stato tre ore fermo a casa di mia nonna, in piedi, in corridoio, per il gusto di perdere tempo».

 

barbara tabita maccio capatonda

Nel libro - già in vetta alle classifiche prima del debutto - tante di queste vicende sono documentate con foto. Presto, tra le mani di quel bambino in fuga dalla realtà, compare una telecamera. «Pensavo di fare il videomaker: mi ero trasferito a Milano e lavoravo in Filmaster. Ero lanciato, ma sono stato chiamato per il servizio civile». Alla fine del quale, il suo posto era di un' altra persona. Che però era amica di Carlo Taranto, della Gialappa' s: «Gli ha fatto vedere i video comici che facevo per hobby e mi hanno chiamato».

 

Da lì ad essere considerato da molti «un genio», il passo è stato breve: «Me lo dicono, scrivono. Io cerco solo di andare fuori dagli schemi: sono il mio primo spettatore e non voglio annoiarmi. Sento l' empatia che provano le persone per me e la zero empatia che io provo per loro: non li conosco. Sono sempre diviso tra la voglia di abbracciarli e quella di dire "scusa chi sei?"».

MACCIO CAPATONDA

 

Un capitolo si intitola «La Canalis», con cui ha avuto una relazione. Racconta, prendendo in giro il fantomatico contratto di fidanzamento della showgirl con Clooney, il primo incontro: «"Devi firmare un contratto se vuoi continuare a interagire con Eli", mi disse un tizio vestito da Lele Mora... "Qualora venisse rivelata una sola informazione sulla vita di Elisabetta dovrà pagare una penale di 67 euro". Firmai». Il capitolo si chiude con la fine della storia: «Mi affacciai alla finestra e la vidi andare via ma dopo pochi passi inciampò e, cadendo, finì all' interno di un settimanale di gossip. Da quel giorno non l' ho più vista, se non dentro il giornale». Cinico quanto basta. «Ma il cinismo è fondamentale, se no diventerei Paolo Brosio. Il bene non fa ridere».

MACCIO CAPATONDA IL MONTATORE GELOSONE

 

 

 

 

 

 

giulia elettra gorietti maccio capatonda

MACCIO CAPATONDA - ELISABETTA CANALISMACCIO CAPATONDA - ELISABETTA CANALIS MACCIO CAPATONDA - ELISABETTA CANALIS MACCIO CAPATONDA - LIBRO

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....