A SCUOLA DI MACHISMO - LA FOLGORE, MITIGA BRIGATA PISANA, INSEGNA A MANAGER, GIORNALISTI E IMPRENDITORI COME AVERE LE PALLE CHE FUMANO

Chiara Giannini per "Libero"

La perfetta ricetta anticrisi? Arriva dal mondo militare. Decine di imprese si stanno infatti rivolgendo alla Brigata Paracadutisti Folgore di Livorno per far partecipare i propri dipendenti a corsi intensivi che possano insegnargli a diventare ottimi leader, a lavorare in gruppo e ad essere competitivi. Insomma, una vera e propria full immersion tra i militari dell'Esercito, per imparare, non soltanto con lezioni teoriche, ma anche con prove pratiche, a cavalcare le opportunità che il mercato offre, nonostante il momento non proprio roseo.

L'idea di corsi di questo tipo nacque, anni fa, nell'ambito di una collaborazione tra la Brigata Folgore e la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, che chiese ai militari di organizzare lezioni rivolte a diplomatici e personale civile che doveva lavorare in contesti di crisi internazionale. Con gli anni i corsi sono stati aperti a giornalisti embedded ed inviati di guerra e, da qualche tempo, anche agli imprenditori.

Il contatto tra l'Esercito e il mondo imprenditoriale è avvenuto attraverso l'Icepint (l'Istituto per la cooperazione economica e politica internazionale), che ha sede a Verona, che funge da collegamento tra il mondo aziendale e quello istituzionale. Presidenti, amministratori delegati, proprietari di piccole, medie e grandi imprese vengono messi in contatto (tutte le informazioni vengono reperite sul sito www.icepint. com) con la Brigata, che studia il contesto aziendale, invia personale in loco e, quindi, invita i dipendenti dell'azienda alla caserma "Gamerra" di Pisa, dove si svolgono sia le lezioni sia le prove pratiche.

Il tutto avviene attraverso uno scambio di servizi con la Forza armata. Un do ut des che porta i suoi frutti. «Da noi» spiega il colonnello Aldo Mezzalana, che è il responsabile per l'attività in questione» sono passati dipendenti di diverse imprese. Abbiamo collaborato, tanto per fare qualche esempio, con Confindustria, ma anche con Alenia Aermacchi e tante altre importanti realtà aziendali». In questi giorni a Pisa ci sono 20 dipendenti della B! di Verona, impresa impegnata nel settore delle telecomunicazioni.

«Da poco» spiega il titolare,Sandro Bordato, «la nostra azienda ha visto fondersi due realtà distinte. Avevamo bisogno di far amalgamare due gruppi di lavoro diversi. Ma teniamo anche conto che viviamo in un momento economico in cui le capacità di leader è volta a cogliere le opportunità che offre il mercato e solo con competenza, capacità e creatività si può raggiungere l'obiettivo.

Ci vuole quel "quid" in più che consente di essere competitivi. E per far ciò occorrono organizzazione e allo stesso tempo flessibilità. Ecco perché l'impostazione del mondo militare, se applicata alla nostra realtà, ci può consentire di raggiungere davvero gli obiettivi prefissati lavorando in squadra ». Quali, dunque, i segreti per essere un buon leader?

«Il leader perfetto non esiste» spiega il tenente colonnello Alessandro Albamonte, che qualcuno ricorderà perché rimase ferito, due anni fa, nell'attentato davanti alla caserma Folgore di Livorno, «ma gli si avvicina molto colui che riesce a essere carismatico, affidabile, credibile, equilibrato, imparziale, realistico ma ottimista, sostituibile, di esempio ai suoi dipendenti, un comunicatore efficace e un motivatore. Ciò che insegniamo è che non esistono gruppi inefficienti, ma solo leader incapaci esercitanti una leadership inefficace, inappropriata ed intempestiva».

I dipendenti che partecipano a uno dei corsi dell'Esercito (della durata di 2 giorni), durante il secondo giorno di permanenza alla Folgore devono affrontare prove a sorpresa. Tra queste il lancio su trampolino da varie altezze, il lancio dalla torre paracadutisti e altre prove di forza che aiutano ad acquisire fiducia in se stessi e ad essere più motivati. E il ritorno non è soltanto per le aziende, che dopo i corsi - parola d'imprenditori - iniziano a vedere un miglioramento anche nei fatturati, ma è anche per i soldati.

«Gli imprenditori» prosegue il colonnello Mezzalana, «una volta frequentato il corso comprendono come il loro mondo abbia grosse affinità col nostro. Abbiamo grandi soddisfazioni quando vediamo che i nostri insegnamenti vanno a frutto e poi questa possibilità ci consente di venire a contatto con un'area che, altrimenti, sapremmo conoscere solo attraverso i giornali». D'altronde, come ha precisato qualche imprenditore, anche le aziende combattono le guerre, non in campo, ma sul mercato. E l'arte della guerra, come diceva Sun Tzu, può insegnarla solo chi la guerra la sa fare.

 

manager e imprenditori a scuola della folgore di pisa i paracadutisti della folgore i paracadutisti della folgore brigata folgore

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”