francesco de gregori

LA SVOLTA “COMMERCIALE” DEL PRINCIPE – I FAN DI FRANCESCO DE GREGORI SUL PIEDE DI GUERRA DOPO CHE I BRANI “SEMPRE E PER SEMPRE” E “LA STORIA” SONO STATI UTILIZZATI PER DUE SPOT PUBBLICITARI: “CREDEVO CHE DE GREGORI NON VOLESSE DARE CONSENSO PER L'USO DELLE SUE CANZONI NEGLI SPOT: EVIDENTEMENTE QUALCOSA È CAMBIATO” – IL 73ENNE AVEVA RESISTITO A LUNGO ALLA TENTAZIONE DI MONETIZZARE SULLE SUO CANZONI TRAMITE LE PUBBLICITÀ, MA ALLA FINE HA CEDUTO ED È PASSATO ALL’INCASSO…

Estratto dell’articolo di Mattia Marzi per “il Messaggero”

francesco de gregori

 

«Ma non lo vedi come passa il tempo, come ci fa cambiare?», cantava nel 1996 in Battere e levare. A riascoltarle oggi, mentre la sua Sempre e per sempre impazza in tv come colonna sonora di un nuovo ed efficacissimo spot, dopo che quest'estate aveva gia "ceduto" La storia, quelle sue parole suonano tristemente profetiche.

 

E così dopo aver duettato con Fedez sull'abusatissima Viva l'Italia, essere andato ospite a X Factor e aver giocato con Checco Zalone, ora Francesco De Gregori infrange anche l'ultimo dei suoi tabù da (non più) Principe: lasciare che le sue canzoni facciano da sottofondo sonoro alle pubblicità.[…]

 

 E chi glielo spiega ai fan, che anche sui social sono sul piede di guerra? «Sono vilipendio alle canzoni che portiamo nel cuore. Non mi piace questa mercificazione dei miei sentimenti», «Credevo che De Gregori non volesse dare consenso per l'uso delle sue canzoni negli spot: evidentemente qualcosa è cambiato». Sono solo alcuni dei commenti dei fan. […]

CHECCO ZALONE E FRANCESCO DE GREGORI

 

DERIVA

Di De Gregori, […] non si ricordano operazioni simili, prima di oggi. E la deriva commerciale del 73enne cantautore romano spiazza. Se non altro perché non si parla di un Fedez o un Ghali qualunque, per citare solo due degli artisti di nuova generazione che non si sono tirati indietro di fronte all'opportunità di monetizzare tramite le pubblicità (gelati e bibite gassate il primo,società di telefonia e fast food il secondo), arrivando a citare i marchi anche nelle canzoni, ma di un artista al quale gli italiani devono un patrimonio collettivo di immagini, suggestioni e ricordi.

 

lucio dalla francesco de gregori banana republic 2

Non si tratta di fare i bacchettoni: ma ne valeva davvero la pena di associare piccoli grandi gioielli emotivi ad altro? Forse, banalmente, in questa fase della sua carriera non vuole fare come il Bufalo Bill della sua canzone, che rievoca i tempi gloriosi del West.

 

Oppure s'è messo in testa di seguire le orme del "maestro" Bob Dylan, che vent'anni fa fece stracciare le vesti ai suoi, di fan, quando prima cedette The Times They Are A-Changin'per uno spot di una banca e poi comparve in carne ed ossa in uno spot del marchio di biancheria intima.

FRANCESCO DE GREGORI

 

IL COLOSSO

Dylan, peraltro, ha fatto anche di peggio: ha ceduto i diritti delle sue canzoni a un colosso della discografia, che per 300 milioni di dollari nel 2020 si è assicurata la possibilità di poter sfruttare capolavori da Nobel come Blowin'in the Wind o Knockin'On Heaven's Door a proprio piacimento: molti dei suoi brani saranno inclusi nel film sulla vita del cantautore diretto da James Mangold con Timothée Chalamet, mentre Meet Me in the Morning è finita nella serie Netflix Eric.

francesco de gregori 1974

 

È il destino al quale sembrano andare incontro anche i brani di Bruce Springsteen (diritti ceduti a Sony nel 2021 per 500 milioni di dollari) e dei Pink Floyd (400 milioni di dollari sborsati da Sony per ottenere i diritti di sfruttamento di inni del rock come Wish You Were Here, Another Brick in the Wall e Time).

 

[…] C'è chi dice no. La citazione non è casuale.  Nel 2006 Vasco Rossi decise di dire basta all'utilizzo delle sue canzoni in spot pubblicitari, pentito delle scelte fatte fino ad allora concedendo Senza parole e Rewind a un marchio automobilistico: «Ho sbagliato. Ora sento la necessità di proteggere le mie canzoni e ho scelto di non vendere i miei sogni, che poi sono anche quelli dei miei fan».

francesco de gregorifrancesco de gregori antonello venditti, francesco de gregori e riccardo cocciante francesco de gregorifrancesco de gregori francesco de gregori de andre

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…