vittorio gassman

VENEZIA A TUTTO GASSMAN - AL VIA LA MOSTRA DEL CINEMA CHE OMAGGIA "IL MATTATORE" (NEL 2022 AVREBBE COMPIUTO 100 ANNI) CON “LA MARCIA SU ROMA” – IL DIFFICILE RAPPORTO CON VENEZIA DI GASSMAN CHE HA VISTO I SUOI FILM PIÙ IMPORTANTI (E LE SUE INTERPRETAZIONI PIÙ INTENSE) SUGLI SCHERMI DELLA CROISETTE DI CANNES. NEL 1996 QUANDO GLI FU CONSEGNATO IL LEONE ALLA CARRIERA DISSE: “COSA DEVO FARE?” - LA CHICCA SU “RISO AMARO”: NON ERA LUI A BALLARE MA – VIDEO

 

Stefano Della Casa per “La Stampa”

 

VITTORIO GASSMAN

Uno storico cinegiornale realizzato nel 1959 e conservato all'Istituto Luce ci tramanda una scena indimenticabile. La Mostra del Cinema si è appena conclusa e i colori dell'Italia hanno trionfato perché il Leone d'oro è andato ex aequo a Il generale della Rovere (il film che riunisce i due geni del neorealismo, Roberto Rossellini e Vittorio De Sica) e a La grande guerra (la commedia italiana di Monicelli che unisce comicità e dramma).

 

Gli attori di quest' ultimo film, Alberto Sordi e Vittorio Gassman, fingono di apprendere in quel momento che hanno vinto, ma poi appaiono delusi e lamentano che il Leone non andrà a Sordi e Gassman bensì a Monicelli e De Laurentiis, produttore del film.

 

È quasi una metafora di quanto è capitato proprio a Gassmann. L'attore genovese, il cui compleanno coincide con l'apertura della Mostra del Cinema di quest' anno, fu omaggiato da Gillo Pontecorvo con il Leone alla Carriera nel 1996, ma ha però visto i suoi film più importanti (e le sue interpretazioni più intense) sugli schermi della Croisette di Cannes.

 

In quel festival sono passati tra gli altri La famiglia, Profumo di donna (che gli è valso tra l'altro la Palma d'oro come miglior interprete) e Caro papà. Tutti film che vedono un Gassmann diverso, lontano dal personaggio del Mattatore che aveva caratterizzato la sua carriera negli Anni 60 quando meglio di chiunque altro aveva saputo dare corpo e volto all'italiano nuovo protagonista del boom economico.

VITTORIO GASSMAN LA MARCIA SU ROMA

 

Quando ricevette il Leone d'Oro alla carriera, Vittorio era ormai al termine della sua carriera, era malinconico e non nascondeva a nessuno di soffrire di depressione. Vederlo salire sul palco, ringraziare con un largo sorriso e poi voltarsi con sguardo quasi smarrito come a chiedere: «e adesso cosa devo fare» fu commovente.

 

Il maschio sicuro di sé che costringeva il povero studente Trintignant a scorrazzare sull'Aurelia con una macchina decappottabile dotata di fastidiosissimo clacson adesso attendeva lumi per sapere cosa doveva fare: i tempi erano decisamente cambiati, e Vittorio era lì a dimostrarlo fisicamente.

 

Gli incontri stampa che hanno accompagnato questo riconoscimento furono ancor di più significativi. Gassman, che aveva significativamente intitolato la sua autobiografia Un grande avvenire dietro le spalle, ricordava con grande affetto i film degli Anni 50, quando quasi sempre interpretava il cattivo, il seduttore bello e spietato che era poi il suo ruolo nel suo primo film importante, Riso amaro (peraltro, anche in questo caso, il film ebbe la prima a Cannes).

VITTORIO GASSMAN RISO AMARO

 

«Nessuno ha sedotto e abbandonato tante donne come me in quegli anni, nessuno è stato più spietato, più crudele. Forse non è un caso se il mio primo ruolo da protagonista, con Riccardo Freda, fu il ruolo di Casanova. Ho letto che quando ballo con Silvana Mangano alla stazione in Riso amaro mi comporto e mi muovo come un sex-symbol, un grande seduttore.

 

 Bene, approfitto di questa occasione per dirvi che non sono io a ballare in quella scena. Se guardate con attenzione notate che la mia faccia non si vede mentre sto ballando, e vengono invece montati i miei primi piani. Io ballavo male il boogie-woogie, e ho dovuto avvalermi di una controfigura. E peraltro era una controfigura di lusso, perché si trattava di Carlo Lizzani, che era lo sceneggiatore di Riso amaro».

 

Insomma, Venezia per mettere in discussione anche quel mito, per scrollarsi di dosso quell'immagine di seduttore che è stata una componente importante della sua vita e del suo personaggio ma che ha rischiato poi di essere una trappola. Venezia 2022 lo ricorda con La marcia su Roma, in cui Dino Risi lo immagina in coppia con Tognazzi. È il film che con più chiarezza racconta come la monarchia sia stata imbelle complice della dittatura e offre a Gassman il ruolo di un disoccupato truffaldino memorabile. Un grande film, con Vittorio in stato di grazia.

Shelley Winters e Vittorio Gassmanvittorio gassman dino risi mostra per il centenario nascita di vittorio gassman (27)vittorio gassman dino risi 1 mostra per il centenario nascita di vittorio gassman (5)mostra per il centenario nascita di vittorio gassman (26)VITTORIO GASSMAN

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