rodolfo graziani

L'AVVICINAMENTO DI MUSSOLINI A HITLER RACCONTATO DAL DIARIO DI RODOLFO GRAZIANI - GLI ULTIMI PEZZI DELLE MEMORIE DEL CAPO DI STATO MAGGIORE DEL REGIO ESERCITO ERANO NEGLI USA E ORA SONO STATI RACCOLTI NEL LIBRO "DALLE ALPI AL DESERTO LIBICO" - SE MUSSOLINI E BADOGLIO VOLEVANO UNA GUERRA A FIANCO DELLA GERMANIA MA POSIZIONE AUTONOMA, GRAZIANI SPINGEVA PER UNA PIENA COLLABORAZIONE CON I TEDESCHI, FINO A PREPARARE UN PIANO DEL CONFLITTO CHE AVREBBE...

Umberto Gentiloni per “la Repubblica”

 

RODOLFO GRAZIANI

«Rimetto al Duce le proposte dello Stato Maggiore Germanico che von Rintelen ha sottoposte rientrando da Berlino. Nel pomeriggio sono ricevuto dal Duce a Villa Torlonia. Il Duce conferma decisamente la sua visione delle necessità di intervento a fianco della Germania», un passo del Diario di Rodolfo Graziani alla data del 13 aprile 1940, mostra la marcia di avvicinamento che porta l'Italia fascista nella tempesta del secondo conflitto mondiale. Le agende del capo di Stato Maggiore del Regio Esercito presentano note scarne, spesso confuse e ripetitive.

 

Di recente sono emerse quelle che mancavano, conservate presso gli archivi statunitensi di College Park (NARA). Una storia nella storia che si carica di interrogativi. Pochi giorni dopo l'ingresso degli Alleati nella capitale, nel giugno 1944, l'archivio di Graziani viene restituito al governo italiano.

 

hitler mussolini

Ma si tratta di una parziale restituzione: le agende relative al 1940 e al 1941 restano in mano americana, separate dal resto della documentazione archivistica, forse per essere esaminate con maggiori attenzioni. Rimangono così distinte dal fondo originario, fino alla recente indagine condotta da Mauro Canali che le ha prese in mano, curate e introdotte per inserirle pienamente nelle fonti relative alla conduzione della guerra e alle dinamiche di scontro e confronto interno al regime (due volumi: M. Canali, Dalle Alpi al deserto libico ; R. Graziani, Diari 1940-1941 , a cura di M. Canali, Nuova Argos, Gnosis, 2021).

Dalle Alpi al deserto libico - I diari di Rodolfo Graziani

 

Il Diario di un protagonista è una fonte preziosa, le testimonianze in diretta sulla Seconda guerra mondiale di figure che abbiano servito con dedizione il regime fascista non sono molte. Lo stesso De Felice evidenziava come fosse lacunoso e incerto il panorama della documentazione riconducibile alla partecipazione italiana al conflitto.

 

Le agende di Graziani, «quelle americane» (dal 1 gennaio 1940 al 23 aprile 1941) rafforzano alcune ipotesi interpretative e ne propongono contestualmente di nuove. Il carattere spigoloso e rancoroso dell'autore viene confermato e rafforzato: il principale bersaglio è Badoglio, ma lo sguardo verso gli uomini che circondano Mussolini sembra ispirato da gelosie e invidie continue.

benito mussolini adolf hitler

 

Il punto di divergenza più forte richiama lo schema generale di conduzione del conflitto, un dato qualificante e significativo del biennio. Mussolini e Badoglio si muovono nell'ottica di una guerra parallela, da condurre a fianco della Germania nazista contro i suoi stessi nemici, ma da una posizione autonoma e originale. Graziani, al contrario, spinge per una piena collaborazione bellica con i tedeschi, fino a preparare un piano del conflitto che avrebbe inquadrato diverse divisioni italiane sotto il comando tedesco. Un'affinità politica, ideologica e militare che diventa una vera e propria ossessione nelle pagine di un Diario che evidenzia lo scontro ai vertici militari mentre si avvicina l'ora dell'ingresso in guerra.

 

«La Germania non ci chiede di intervenire subito in guerra. Vuole però chiarire il nostro atteggiamento in modo definitivo ed avere la certezza che non interverremo contro di essa», il testo di un memorandum allegato alla prima agenda chiarisce così alcuni punti rimasti in sospeso: «von Ribbentrop ha prospettato, in cambio della nostra garanzia di non intervento contro la Germania, la stipulazione di un trattato di commercio con la Russia, la quale, in cambio si obbligherebbe a non intervenire nei Balcani riservando a noi l'influenza su di essi».

RODOLFO GRAZIANI

 

 Questioni che Graziani annota spingendo per l'intervento contro Francia e Inghilterra il prima possibile. Un incontro con Mussolini (il 19 marzo 1940) sembra sciogliere ogni residuo dubbio: «Sono ricevuto in udienza dal Duce dopo il suo ritorno dal Brennero. Il Duce fissa le linee definitive fondamentali politiche: 1) da escludere che l'Italia possa rimanere non belligerante fino all'ultimo. 2) da escludere che l'Italia possa mai marciare a fianco dei franco-inglesi. 3) da tenere per fermo che noi faremo guerra parallela alla Germania. 4) scelta del momento assolutamente riservata a noi».

 

adolf hitler e benito mussolini 5

Su questo ultimo aspetto emerge in filigrana il noto opportunismo di Mussolini: raccogliere il massimo con il minimo coinvolgimento e rischio. Come chiusura dell'incontro Graziani annota: «Considerare la eventualità che, a seguito di gravi colpi inferti dalla Germania alla Francia, si produca per noi il momento favorevole per intervenire a completare il successo e renderlo definitivo».

badoglio

 

Al di là dello scorrere degli eventi sullo sfondo delle confessioni consegnate alle pagine di un Diario, emergono le miserie e le debolezze degli uomini, esaltati dagli orizzonti di conquista del regime: «Dal 10 maggio al 17 giugno (quando Graziani scrive queste righe), in 38 giorni tutto è liquidato.

 

Sarà memorabile nella Storia»; o sorpresi e delusi dalle scelte del capo dopo le disfatte nei deserti libici: «Mi giunge a casa (24 marzo 1941) la lettera del Duce colla quale sono esonerato dagli incarichi ricoperti, in contraddizione con quanto Egli non a mia richiesta e senza affatto piatire, aveva deciso».

adolf hitler e benito mussolini 4

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”