DI ABBANDONO SI MUORE – LE STORIE DI SOLITUDINE E DEPRESSIONE DEGLI ANZIANI NELLE RSA: DAL LOCKDOWN LE VISITE DEI PARENTI SONO PROIBITE E LORO, CHE SI SENTONO ABBANDONATI, SI LASCIANO MORIRE DI FAME – IL PASSATO E LE MORTI FANNO PAURA, MA ANCORA NON SI SONO TROVATE SOLUZIONI PER PERMETTERE AI NONNI DI RIVEDERE I LORO CARI ED È TUTTO LASCIATO ALLA DISCREZIONE DELLE STRUTTURE – AD ARICCIA UN 87ENNE HA UCCISO LA MOGLIE DI 83 ANNI DOPO CHE…

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1. “SI LASCIANO MORIRE DI FAME» RSA, È ALLARME ANZIANI SOLI”

Da "www.ilgiornale.it"

 

CORONAVIRUS RSA CORONAVIRUS RSA

Come carcerati dimenticati dal mondo. Restano così, in attesa più della fine che di una speranza gli anziani ricoverati nelle case di riposo, negli ospedali e nelle cliniche. Le visite continuano ad essere contingentate, in moltissimi casi proibite del tutto. Dipende dalla sensibilità del referente Covid di ogni struttura, dalla capacità di trovare soluzioni. E guai a chi capita quello che non ammette eccezioni.

 

ANZIANI E CORONAVIRUS ANZIANI E CORONAVIRUS

«Cadono in depressione e si lasciano morire». Silvio Ferrato è il presidente di una casa di riposo di Cuneo, Sanfront, ed è tra i pochi che ha fatto sentire la sua voce scrivendo al presidente Mattarella affinché intervenga. «Vergognoso che i nostri anziani siano trattati così.

 

Bisognerebbe vederli come se ne vanno, per un po' ci domandano perchè sono stati dimenticati, poi scatta in loro un meccanismo per cui smettono di mangiare e si lasciano scivolare verso la morte. Non è atroce? Indegno per una società che si dice civile. Andiamo sulla Luna, abbiamo pensato al plexiglas per le spiagge, possibile che per loro non ci sia niente da fare?».

 

tampone tampone

Dopo i morti e le polemiche dei mesi scorsi le Rsa si sono chiuse a riccio e hanno scelto un'amministrazione difensiva, c'è la responsabilità penale. Ci sono le linee guida delle Asl da interpretare, in alcuni casi è ammesso vedere i parenti dietro a un vetro senza toccarsi, in altri neppure questo. La situazione non è semplice, c'è il virus che continua a far paura, il passato ha insegnato che i più fragili sono loro ma buttare la chiave non può neppure essere una soluzione perchè anche di abbandono si muore.

 

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«Deterioramento cognitivo atroce e drammatico da cui non è più tornata indietro» racconta in lacrime la figlia di una paziente di una Rsa dell'Emilia Romagna. E mentre l'Istituto Superiore di Sanità si prepara a diramare nuove linee guida per sbloccare l'empasse c'è chi fa appello al buon senso e attenua. Come al Cottolengo di Torino 300 posti, dove sono stati creati degli spazi di incontro ad hoc con mascherine e autocertificazioni.

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«Non mangiavano più e in molti mostravano disturbi», spiegano. Ferrato alza la posta. «È disinteresse, perchè a volerlo gli ostacoli si superano. Certo, noi abbiamo perso 9 persone per il Covid. Abbiamo pagato un pezzo altissimo, ma oggi abbiamo più strumenti, competenze».

 

Lui per i suoi anziani ha studiato alternative, «abbiamo comprato il sanificatore, facciamo entrare in una saletta solo un ospite con un parente per volta che ha mascherina e camice. Non c'è mai stato un igiene così alto. Perchè allora negargli il rapporto umano? È una tortura senza motivo».

 

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Ci sono anche i disabili tra queste vittime silenziose. Ogni giorno una madre di 70 anni passava i pomeriggi con la figlia gravemente disabile ricoverata. Oggi non può più farlo e sta morendo di strazio. Ci sono strutture che concedono una videochiamata alla settimana a ospiti che in molti casi neppure ci vedono, chi può muoversi si affaccia alla finestra e saluta con la mano i parenti in strada.

LA VIDEOCHIAMATA DI UN ANZIANO MALATO DI CORONAVIRUS AI PARENTI LA VIDEOCHIAMATA DI UN ANZIANO MALATO DI CORONAVIRUS AI PARENTI

 

Ma è dura. Il rischio più alto è sì la depressione ma anche la perdita progressiva di orientamento. C'era un uomo ricoverato in una struttura di Milano a cui è successo così. Non ha più visto le sue persone. Aveva 103 anni e nessun problema in particolare ma da lì non è più uscito. «Una soluzione ci sarebbe, spiega il virologo Andrea Crisanti. Far fare un tampone molecolare ai parenti il giorno prima di entrare e se è negativo, con la mascherina e il camice il rischio è praticamente a zero». Servono nuove linee guida subito.

 

2. DRAMMA DELLA SOLITUDINE: UCCIDE LA MOGLIE E SI SPARA

Chiara Rai per “il Messaggero”

Gianfranco Cerri uccide la moglie Gianfranco Cerri uccide la moglie

 

Un anziano di 87 anni che soffriva di depressione ieri mattina ad Ariccia ha ucciso la moglie malata da tempo e poi si è suicidato.

L' uomo ha sparato alla donna a bruciapelo: due colpi secchi di pistola, dopodiché solo le sirene della polizia e il brusio della folla hanno rotto il silenzio in una tranquilla zona residenziale della cittadina dei Castelli a pochi chilometri da Roma.

 

Teatro della tragedia, originata della solitudine e della sofferenza, una villetta a due piani dove fino a ieri regnava un' apparente tranquillità. Le vittime sono Gianfranco Cerri, ex pilota in pensione, originario della Liguria, e la compagna di tantissimi anni, Giovanna Gilberto, nata in Sicilia. Per loro, una vecchiaia difficile da sopportare a causa delle condizioni di salute della donna: un grave decadimento senile e poca forza a disposizione per trascorrere serenamente gli ultimi anni.

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Sembra che di recente l' anziana si fosse anche fratturata un polso. Il delitto si è consumato intorno alle 9 in via Damiano Marinelli, vicino a Montegentile, al limitare dei boschi non lontani dal palazzetto dello sport.

 

Il rumore degli spari, due, ha subito allarmato i residenti della zona che hanno chiamato i carabinieri: «I colpi di pistola - racconta un vicino - si sono sentiti molto chiaramente. Ci siamo spaventati, il rumore proveniva proprio dal civico dei coniugi Cerri. All' inizio abbiamo pensato a malviventi che si erano intrufolati nell' abitazione». I militari insieme ai medici del 118 sono entrati nella villetta e hanno fatto la macabra scoperta: i coniugi si trovavano nella loro camera distesi sul letto matrimoniale. Sul caso indagano i carabinieri della stazione di Ariccia e il Nucleo investigativo di Frascati che quasi subito hanno pensato all' ipotesi dell' omicidio suicidio.

pistola pistola

 

LA RICOSTRUZIONE L' uomo, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe preso la sua pistola regolarmente detenuta e avrebbe prima sparato alla moglie, malata e affetta da molteplici patologie da diverso tempo e poi si sarebbe sparato subito dopo. Insieme anche nel momento della morte. I due spari secchi di pistola hanno colpito gli organi vitali della coppia.

 

Sono morti sul colpo e i loro corpi sono stati trovati vicini. Le salme sono state affidate all' Autorità Giudiziaria e trasferite a Tor Vergata. Nella villetta non è stato rilevato alcun segno di infrazione o elementi che lasciassero pensare all' intrusione di estranei. Vicino ai cadaveri è stato trovato un bigliettino scritto dall' anziano in cui preannunciava l' estremo gesto e ne spiegava i motivi, lui che era completamente dedicato ad assistere sua moglie.

anziani anziani

 

I militari hanno sequestrato l' arma. Sarà l' esame balistico a confermare la dinamica dei fatti, chiaramente deducibile dalla posizione dei corpi e dallo scritto lasciato dall' uomo. Gianfranco Cerri è conosciuto nella zona per essere una brava persona, incensurato, un uomo mite che da pensionato aveva anche imparato a usare i social.

 

anziana  anziana 

Era attivo e partecipe alla vita sociale e politica ariccina. Uno dei due figli è entrato in casa e ha visto la scena. Nel frattempo i residenti della zona sono increduli e ancora colpiti da quanto è accaduto: «Sapevamo delle difficoltà della signora dovute alla malattia dice una vicina ma non pensavamo che potesse consumarsi una tragedia simile. Erano due belle persone, siamo davvero dispiaciuti».

 

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