tatuaggi bacio

ALTRO CHE SIMBOLI DI PERICOLOSI CRIMINALI, I TATUAGGI ANDAVANO DI "MODA" TRA I DEVOTI PELLEGRINI DIRETTI ALLA SACRA CASA DI LORETO NEL '500 - I DISEGNI SULLA PELLE ERANO CONSIDERATI UN SEGNO DI DEVOZIONE E UNA SORTA DI SOUVENIR - TRA I PRIMI A PORTARE IL TATUAGGIO MODERNO IN ITALIA È STATO GIANMAURIZIO FERCIONI, NEL 1974 CHIESE AL COMUNE DI MILANO IL PERMESSO DI APRIRE UNO STUDIO. GLI RISPOSERO CHE LA PROFESSIONE NON ERA NEGLI ELENCHI E...

Estratto dell’articolo di Nicola Baroni per “La Repubblica – il Venerdì”

 

tatuaggio

Samurai giapponesi e leoni in bianco e nero, nomi di fidanzati dimenticati e sagome di delfini che guizzano tra costumi, scapole, ombelichi e peli di troppo. Le spiagge di Porto Recanati in queste settimane si sono trasformate in una mostra a cielo aperto di tatuaggi rappresentativi degli stili più in voga – dal tradizionale al marinaresco, dal chicano al realistico.

 

La scena è simile a quella di molti altri lidi italiani. I tatuati nel nostro paese sono circa il 13 per cento della popolazione, in linea con le percentuali degli altri Paesi europei, ma sotto gli Stati Uniti, dove la stima nel 2016 era del 30 per cento (Harris Interactive). Pochi sanno però che a pochi passi da queste spiagge si è scritto uno dei più importanti capitoli della storia europea del tatuaggio. E protagonisti non sono stati carcerati o marinai, perdigiorno o criminali, ma i devotissimi pellegrini diretti alla Sacra Casa di Loreto.

tatuaggio tribale

 

«I tatuaggi dei pellegrini cristiani sono una pratica molto antica» spiega Matt Lodder, docente all'Università dell'Essex e pioniere dello studio accademico dei tatuaggi, nonché autore di Corpi dipinti (il Saggiatore, in uscita il 15 settembre). «A testimoniarlo sono i resoconti, in alcuni casi anche illustrati, dei pellegrini occidentali in Terrasanta risalenti a fine Cinquecento. Questi tatuaggi avevano una funzione sia devozionale sia turistica, quasi dei souvenir ante litteram».

 

[….] La pratica si diffuse anche a Loreto, dove è continuata ininterrottamente fino ai primi del Novecento. Nel Museo Antico Tesoro della Santa Casa sono conservate alcune tavolette cinquecentesche in legno di bosso utilizzate come stampini per guidare l'ago e raffiguranti Sacri Cuori, Madonne e crocifissi.

 

tatuaggio 3

«Il tatuaggio non è un fenomeno ma un mezzo che nelle epoche e tra i popoli ha assunto connotazioni e valori molto diversi» spiega ancora Lodder. «Per questo è impossibile ricostruirne una storia univoca. Ho preferito raccontare alcuni tatuaggi celebri nella storia, dall'uomo di Gebelein a quelli che il pittore britannico Lucian Freud realizzò nel 2002 per la top model Kate Moss».

 

E in questo racconto l'Italia è spesso protagonista, a cominciare dalla mummia di Ötzi, risalente al 3400 a.C. e ritrovata al confine con l'Austria, per terminare con la stilista Elsa Schiaparelli. «Sulla prima sono stati trovati 61 tatuaggi, probabilmente in corrispondenza di alcuni punti del corpo doloranti, legati quindi a rituali di guarigione […]».

Gianmaurizio Fercioni

 

«Questa attività era già documentata in Europa da secoli, perfino dagli storici romani, tuttavia con le prime scoperte dei nuovi mondi e l'inizio del colonialismo, si cominciò ad associarla a un mondo primitivo, indigeno, selvaggio. Il tatuaggio era qualcosa che riguardava "gli altri", da cui il mondo "civilizzato" si era emancipato».

 

Da questo stigma ebbe origine anche l'associazione, tipicamente ottocentesca, tra tatuaggio e criminalità, sponsorizzata dal medico Cesare Lombroso. «Il suo errore, molto comune, è stato quello di notare la grande diffusione del tatuaggio nelle prigioni italiane senza però domandarsi quanto esso fosse diffuso anche fuori: avrebbe scoperto che non c'era alcuna correlazione tra le due cose».

 

leo messi tatuaggio gesu cristo

E qualcuno, a duecento anni di distanza, continua a commettere lo stesso errore: «L'Fbi per esempio ha ancora un database dei tatuaggi dei criminali credendo di poterne identificare con più facilità le affiliazioni».

 

Tra i primi a portare il tatuaggio moderno in Italia è stato Gianmaurizio Fercioni: quando nel 1974 chiese al Comune di Milano il permesso di aprire uno studio, gli risposero che la professione non era negli elenchi. A 77 anni è ancora alla guida del suo Queequeg, a metà tra studio e piccolo museo. Lodder, invece, a cui non resta molto spazio libero sul corpo, ha già in agenda un appuntamento con il tatuatore italiano attivo a Londra Lorenzo Evangelista.

 

[…] Nel 2020 i tatuatori italiani erano oltre 5.000, più del doppio rispetto al 2015 (Unioncamere). Il tatuatore olandese Henk Schiffmacher ha sempre detto che i suoi lavori erano garantiti fino a 14 giorni dopo il rigor mortis. Sinonimo di "per sempre" solo per il diretto interessato, a dire il vero. […]

tatuaggi detenuti 9tatuaggi detenuti 8tatuaggi detenuti 7tatuaggio piede 2tatuaggio piedeTatuaggi 3

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…