luigi di maio giuseppe conte mario draghi

LE ARMI DELLA DISCORDIA - GOVERNO E MAGGIORANZA SPERANO CHE LA RISOLUZIONE 5STELLE TRAPELATA IERI SIA SOLO UN BLUFF, L'ENNESIMA PUNTATA DELLO SCONTRO DENTRO AL MOVIMENTO - NEL TESTO, DI INIZIATIVA DI ALCUNI SENATORI, SI CHIEDE CHE L'ITALIA SMETTA DI MANDARE ARMI A KIEV - IL PIU' SORPRESO, E INFASTIDITO, E' IL SOTTOSEGRETARIO ENZO AMENDOLA, A CUI ERA STATO GARANTITO CHE QUELL'IPOTESI NON ESISTEVA PIU' - PER DI MAIO LA POSIZIONE E' INACCETTABILE, LA VICEMINISTRA LAURA CASTELLI: "IO NON LA VOTEREI" - E IL GOVERNO TRABALLA...

Alessandro Di Matteo, Antonio Bravetti per "La Stampa"
 

enzo amendola

Tutti, al governo e in maggioranza, sperano che sia solo un bluff, l'ennesima puntata dello scontro in atto dentro al Movimento 5 stelle destinata a rientrare quando, domani, si andrà a stringere sulla risoluzione da presentare in aula martedì dopo le dichiarazioni del premier Mario Draghi sul consiglio europeo. Di sicuro, però, quella bozza di risoluzione M5s circolata ieri sulle agenzie ha rovinato il fine settimana a parecchi, sia a palazzo Chigi che ai vertici dei partiti che sostengono il governo.
 
Quel testo "eretico", di iniziativa di alcuni senatori 5 stelle, chiede che l'Italia smetta di mandare le armi a Kiev. Una sconfessione del premier, della linea seguita fin qui. Uno strappo che, se avvenisse davvero, sarebbe un terremoto per l'esecutivo. «È chiaro - dice un esponente di governo - che se facessero una cosa del genere dovremmo andare ad una verifica».
 
Il più sorpreso - e infastidito - è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enzo Amendola, che lavora ad una risoluzione di tutta la maggioranza e che proprio venerdì aveva chiesto spiegazioni proprio sulle voci di un possibile documento separato dei 5 stelle: «Assolutamente no», gli era stato risposto. «Quell'ipotesi non esiste più, lavoriamo per un documento unitario».
 

giuseppe conte vincenzo amendola

E invece, appunto, ieri mattina qualcuno fa filtrare all'agenzia Adn Kronos una bozza in cui si chiede al governo di «non procedere, stante l'attuale quadro bellico in atto, a ulteriori invii di armamenti».
 
Una posizione inaccettabile per il ministro degli Esteri Di Maio: quella frase, dice subito, significherebbe «disallineare» il nostro Paese dalla Nato e dall'Ue, «mettendo a rischio la sicurezza dell'Italia». Denuncia poi gli «attacchi personali» contro di lui, arrivati dallo stesso M5s.
 
Parte il botta e risposta, «Io quella risoluzione non la voterei», rincara la vice ministra dell'Economia Laura Castelli, molto vicina a Di Maio. Replica il viceministro allo Sviluppo economico e vicepresidente del Movimento Alessandra Todde: «Siamo leali col governo, stiamo cercando un punto di caduta che metta insieme anime differenti» dice, «ma Di Maio parlando in un certo modo si pone fuori dal Movimento».
 

laura castelli foto di bacco

Governo e alleati di maggioranza chiedono spiegazioni, il Pd ricorda che «tutte le forze di maggioranza stanno lavorando per una risoluzione» e che «fughe in avanti o iniziative parziali rischiano di complicare il lavoro». Ci prova la capogruppo in Senato Maria Castellone a gettare acqua sul fuoco: «La bozza è uno dei tanti documenti circolati nei giorni scorsi che potevano essere punti di partenza, ma non è quella la risoluzione a cui stiamo lavorando».
 
Sergio Battelli, presidente della commissione Politiche Ue alla Camera e vicino a Di Maio, spiega: «Lavoriamo su questo testo che dovrà essere per forza di maggioranza. Deve garantire la tenuta di governo e dare un mandato pieno a Draghi, senza mettere in discussione gli accordi con Nato e Ue».
 

maria elisabetta alberti casellati dror eydar luigi di maio

Peraltro, la discussione offre un assist all'ambasciatore russo a Roma Sergej Razov, secondo cui «questa logica (dell'invio delle armi a Kiev, ndr), a quanto mi risulta, è lungi dall'essere condivisa da tutti, anche in Italia». Di Maio non ci sta: «Non possiamo fare cose che possono essere utilizzate dalla propaganda russa».
 
E allora, appunto, la speranza è che si trovi un accordo dentro il M5s, domani, quando i parlamentari del Movimento si riuniranno prima dell'incontro di maggioranza col sottosegretario Amendola. «Se non c'è un'intesa dentro il Movimento si va a una spaccatura - dice un parlamentare 5 stelle - una parte voterà la risoluzione di maggioranza, un'altra quella che a quel punto presenterà il Movimento».
 

giorgio mule foto di bacco

Proprio quello che il governo vorrebbe evitare, possibilmente con una risoluzione che non parli di armi ma solo di intensificare gli sforzi diplomatici per arrivare ad un negoziato. «Sono certo che ci sarà una risoluzione "a doppia mandata" nel senso che comunque tutelerà la credibilità dell'Italia davanti alla Nato e alla Ue» commenta Giorgio Mulè, sottosegretario alla Difesa di Forza Italia.
 
Intanto al Senato il gruppo di Alternativa, gli ex grillini d'opposizione, prepara una trappola per il governo, che potrebbe anche tentare i Cinquestelle. La commissione Bilancio che sta discutendo il decreto aiuti ha dichiarato ammissibile un emendamento che abroga l'articolo 2-bis del decreto-legge 25 febbraio 2022, quello in base a cui l'Italia può fornire armi all'Ucraina.
 

giovanni vianello

Giovanni Vianello è il primo firmatario: «Sfidiamo il M5S di Giuseppe Conte e la Lega di Matteo Salvini, che a parole si sono detti contrari a ulteriori invii di armi, a essere per una volta coerenti e votare il nostro emendamento. Lo faranno o come al solito faranno finta di nulla?». 

Ultimi Dagoreport

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…

trump epstein

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE DUE FOTOGRAFIE DI TRUMP CON IN BRACCIO RAGAZZE GIOVANISSIME A SENO NUDO? A WASHINGTON, FONTI BEN INFORMATE ASSICURANO CHE LE DUE FOTO HOT SIANO TRA LE MIGLIAIA DI FILE DI JEFFREY EPSTEIN, ANCORA DA PUBBLICARE - NEI PROSSIMI GIORNI, GRAZIE AL PASSAGGIO DI UNA PETIZIONE PARLAMENTARE FIRMATA DA 218 DEPUTATI DEMOCRATICI, MA AI QUALI SI SONO AGGIUNTI QUATTRO REPUBBLICANI, LA DIFFUSIONE COMPLETA DEI FILE DEL FINANZIERE PORCELLONE, VERRÀ SOTTOPOSTA AL VOTO DELLA CAMERA. E I VOTI REP POSSONO ESSERE DETERMINANTI PER IL SUCCESSO DELL’INIZIATIVA PARLAMENTARE DEM - SE DA UN LATO L’EVENTUALE DIVULGAZIONE DELLE DUE CALIENTI FOTOGRAFIE NON AGGIUNGEREBBE NIENTE DI NUOVO ALLA SUA FAMA DI PUTTANIERE, CHE SI VANTAVA DI POTER “PRENDERE LE DONNE PER LA FIGA” GRAZIE AL SUO STATUS DI CELEBRITÀ, DALL’ALTRO UN “PUSSY-GATE” DETERMINEREBBE UNO DURO SCOSSONE A CIÒ CHE RESTA DELLA SUA CREDIBILITÀ, IN VISTA ANCHE DEL DECISIVO VOTO DI METÀ MANDATO IN AGENDA IL PROSSIMO ANNO...

troisi papa leone carocci monda

CIAK! LA MESSA È FINITA: ANDATE IN PACE AL CINEMA "TROISI", COSÌ FATE FELICI IL SUO DOMINUS VALERIO CAROCCI E QUEL DISOCCUPATO A CACCIA DELLA BIENNALE VENEZIANA, ANTONIO MONDA - MENTRE LA SETTIMA ARTE IN ITALIA, SOTTO IL DOMINIO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI, STA VIVENDO UNA DELLE SUE FASI PIÙ COMATOSE, TRA SALE VUOTE E “SINISTRI” TAGLI AL TAX-CREDIT DEL MINISTRO GIULI-VO, PAPA LEONE XIV RUGGISCE IN FAVORE DELLE SALE CINEMATOGRAFICHE (MA DA QUANDO IN QUA IL PONTEFICE SI OCCUPA DI RIEMPIRE LE SALE, ANZICHÉ PREOCCUPARSI DI RIEMPIRE LE CHIESE?) - L'UNICO CINEMA CHE BENEFICIA DELLA GLORIA DI PREVOST È IL "TROISI", GESTITO DA CAROCCI CHE, IN DUPLEX CON ANTONIO MONDA, HA CONVINTO IL CARDINALE JOSE' TOLENTINO DE MENDONÇA NELLA DIVINA MISSIONE DI ORGANIZZARE AL CINEMA "TROISI" NOVE INCONTRI CON REGISTI E ATTORI INTERNAZIONALI, SOTTO IL PATROCINIO DEL SANTA SEDE - GRATIS? MANCO PER NIENTE. PER ACCEDERE ALLA SALA BISOGNERÀ SBORSARE 8 EURO. E COSÌ SIA - CAROCCI E LA NOTA STAMPA DEL "PICCOLO AMERICA" CHE RILANCIA LE PAROLE DEL PAPA...

pier silvio marina berlusconi marta fascina arcore

FLASH! - COL PRETESTO DI DARE UNA RIVERNICIATINA A VILLA SAN MARTINO (CHE HA SPESE DI MANUTENZIONE E SERVITU’ DI 220 MILA EURO ALL’ANNO), MARINA & PIER SILVIO SONO FINALMENTE RIUSCITI A FAR SLOGGIARE MARTA FASCINA E IL SUO PAPA’ ORAZIO, CHE NON L’ABBANDONA MAI, DALLA REGGIA DI ARCORE - ORA LA VEDOVA MORGANATICA E’ CONFINATA IN UNA DÉPENDANCE DEL VILLONE DI 130 METRI QUADRATI, DOVE PROBABILMENTE ALLA FINE RESTERÀ IMPEGNATISSIMA A CONTARE I 100 MILIONI DI EREDITA’ OTTENUTI DALLA BUONANIMA DI PAPI SILVIO…