AVETE VOLUTO I GIOCHI? ORA PREPARATEVI A PAGARE - IL CONTROCANTO DEL “FATTO”: “L'EVENTO COSTERÀ 1,3 MILIARDI E L'ANALISI COSTI-BENEFICI ASSICURA UN SALDO POSITIVO DI 185 MILIONI. MA LA STORIA È PIENA DI BUDGET SFORATI E SPESE PAZZE. UNO STUDIO HA RICOSTRUITO LA SPESA STORICA DI 11 EDIZIONI DAL 1968 AL 2012, RISCONTRANDO UN AUMENTO MEDIO DEL 185% RISPETTO ALLE PREVISIONI. COME A DIRE: LA MANIFESTAZIONE COSTERÀ PIÙ DEL DOPPIO DI QUANTO DICHIARATO IN PARTENZA. E INFATTI LE ALTRE CITTÀ SI SONO DEFILATE…”

Lorenzo Vendemiale per il “Fatto quotidiano”

 

giorgetti malagò zaia

Giovanni Malagò esulta in prima fila a braccia alzate, Beppe Sala urla sguaiatamente, Giancarlo Giorgetti applaude, Luca Zaia fa partire il coro, Matteo Salvini twitta a tempo di record da casa. L' Italia ce l' ha fatta, loro ce l' hanno fatta: Milano-Cortina avrà le Olimpiadi invernali 2026. Il grande evento che volevano e che porterà al Nord tanto caro alla Lega 400 milioni di investimenti, oltre un miliardo di euro da spendere per organizzare due settimane di gare, non tutte propriamente esaltanti.

 

Nel conclave olimpico di Losanna, l'Italia ha battuto la Svezia con margine: 47 voti a 34. I delegati del Cio non ci hanno pensato troppo: vuoi mettere le montagne del Belpaese alle cupe giornate di Aare e Stoccolma (che nemmeno aveva firmato il contratto di città ospitante)?

 

malagò

Senza contare che il dossier italiano era più solido (lo avevano messo nero su bianco gli stessi ispettori del Cio), presentava garanzie statali e un bel pacco di soldi pubblici, ben più convincenti dei finanziamenti privati promessi dagli scandinavi. La Svezia continua a essere il più importante Paese per tradizione invernale che non ha mai ospitato le Olimpiadi invernali: è l'ottava candidatura bocciata dal 1984 a oggi.

 

La vera sfida però comincia adesso: far sì che le Olimpiadi invernali 2026 siano davvero un' occasione, come ripetono in coro i protagonisti, e non una sconfitta per il Paese che i Giochi dovrà organizzarli (e pagarli). Il precedente italiano non è incoraggiante. Torino 2006 viene ricordata come un' edizione di successo, ben organizzata, emozionante, ma la sua eredità è controversa: il Comune ancora oggi ne paga i debiti e svariati impianti (dal Villaggio olimpico occupato dagli immigrati alla pista da bob abbandonata) si sono rivelati vere e proprie cattedrali nel deserto.

 

malagò

Il recupero di quelle strutture era il punto saliente della candidatura piemontese guidata da Chiara Appendino. Torino ieri invece non c'era, esclusa dalla strana creatura Milano-Cortina, stritolata dalla manovra a tenaglia del sindaco Beppe Sala con l'aiuto del leghista Zaia, affossata dai veti interni al Movimento. Proprio i 5 stelle erano i grandi assenti della festa di Losanna: il premier Conte se n'era andato prima dell' annuncio, è rimasto solo il sottosegretario Valente.

 

Saranno altri a godersi questi Giochi: a partire da Malagò, che finalmente ha coronato il suo sogno olimpico. Era diventato quasi un'ossessione, dopo il gran rifiuto di Virginia Raggi a Roma 2024. Lui non si è arreso, ha mollato Roma e puntato su Milano, non ha smesso di crederci nemmeno quando la politica sembrava fargli un altro sgambetto (in autunno le fibrillazioni interne al governo hanno rischiato seriamente di far saltare il progetto).

 

malagò

Ora, annuncia, si ricandiderà al Coni: "Questo è il mio mondo e non lo lascio". Soprattutto non lascia le Olimpiadi: Palazzo Chigi potrebbe concedergli la presidenza del Comitato organizzatore. Senza però toccare i fondi: spese e lavori saranno affidati a un amministratore delegato indicato dalla Lega ("abbiamo già in mente il nome di un top manager", dice Giorgetti).

 

Qui lo spirito olimpico c'entra poco. Molti accademici promettono un mirabolante indotto da tre miliardi (tutti ovviamente al Nord), l'analisi costi-benefici assicura un saldo positivo di 185 milioni. Di sicuro secondo il dossier l'evento costerà 1,3 miliardi, di cui 390 milioni per gli impianti. Non è una cifra esorbitante, ma la storia è piena di budget sforati e spese pazze. Uno studio di due economisti dell' Università di Oxford ha ricostruito la spesa storica di 11 edizioni dal 1968 al 2012, riscontrando un aumento medio del 185% rispetto alle previsioni.

 

malagò

Come a dire: la manifestazione costerà più del doppio di quanto dichiarato in partenza. Certo, i Giochi invernali sono in scala ridotta rispetto a quelli estivi: comportano meno spese, ma generano anche meno interesse. Non a caso tante candidate autorevoli, da Sion a Calgary, da Innsbruck a Graz, si sono tirate indietro da sole prima dell'assegnazione, quasi tutte per l' esito negativo di un referendum o spaventate dai costi. Era rimasta solo l'Italia, oltre alla povera Svezia.

 

Milano-Cortina vincono, il Paese chissà: i Giochi varranno la candela a patto di rispettare il budget e contenere i costi. Messa su questo piano si può dire che la sfida è persa in partenza: per placare le proteste del M5S e dare il via libera alla candidatura, in autunno la Lega aveva giurato e spergiurato che l'evento sarebbe stato a costo zero per lo Stato.

milano cortina 2026 malagò sala zaia fontana

 

In primavera, al momento di firmare la lettera di garanzia governativa, il premier Conte si è impegnato a pagare gli oneri per la sicurezza. Così rispetto al costo zero iniziale siamo già a quota 400 milioni, mentre il sottosegretario Giorgetti ha aperto a finanziare "progetti specifici sul territorio". E alle Olimpiadi mancano ancora sette anni.

malagòmilano cortina 2026 malagò

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)