IL BALLO DI SAMBITO – A TARANTO ANCHE IL CINEMA È IN MANO AL CLAN SAMBITO: SECONDO LE INDAGINI DELLA DDA DI LECCE SET, COMPARSE E SICUREZZA DEL FILM ‘IL GRANDE SPIRITO’ DI SERGIO RUBINI ERA ROBA LORO – L’UOMO DEL QUARTIERE TAMBURI A CUI SI ERA AFFIDATA LA CASA DI PRODUZIONE ‘FANDANGO’ ERA CLAUDIO PUGLIESE, COGNATO DEL BOSS ANTONIO… – VIDEO

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1 – MAFIA:OPERAZIONE GDF A TARANTO,9 ARRESTI

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(ANSA) - Una presunta organizzazione criminale di stampo mafioso è stata smantellata dalla Guardia di finanza di Taranto che ha eseguito 11 misure cautelari (8 in carcere, 1 ai domiciliari e 2 con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria) nell'ambito della operazione 'Tabula rasa' in cui sono indagate 46 persone.

 

A vario titolo vengono contestati i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti (soprattutto cocaina e hascisc), al contrabbando di sigarette, alle estorsioni in danno di piccoli imprenditori locali e all'imposizione di servizi di guardiania, attività portate avanti anche attraverso la detenzione illecita di armi e munizioni.

 

Secondo le indagini, in un caso l'organizzazione aveva imposto ad una casa cinematografica che girava un film a Taranto la guardiania dei propri sodali a mezzi e attrezzature. Nel 2018 - secondo gli inquirenti - l'organizzazione ha procacciato voti in occasione delle elezioni comunali a Taranto.

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2 – DAL SET ALLE COMPARSE IL FILM A TARANTO GIRATO GRAZIE AL BOSS

Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per “la Repubblica”

 

(…) Da ieri tutta Italia ha scoperto che al Tamburi molte cose sono del clan Sambito: la droga, le estorsioni, le elezioni politiche. Ma anche il futuro. Perché il cinema doveva essere il futuro di quella terra sfortunata. E invece - stando alle indagini condotte dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce, guidata dal procuratore Leonardo Leone de Castris - anche quello è diventato cosa loro: secondo gli investigatori i Sambito sono stati i "produttori esecutivi" del film Il grande spirito di Sergio Rubini girato a Taranto nell' ottobre del 2017.

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«Mi pagano per la sicurezza, io devo stare con loro per tutta la girata del film. Sono soldi!» diceva al telefono, intercettato dalla Finanza, l' uomo a cui si era affidata la produzione cinematografica, Claudio Pugliese, cognato di Antonio Sambito, il boss che insieme con il fratello Claudio governava il Tamburi. Da ieri sono tutti in carcere con l' accusa di associazione mafiosa. E, come scrive il gip di Lecce Edoardo D' Ambrosio, uno dei punti fondanti dell' accusa è proprio l' organizzazione di quel film.

 

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«La casa di produzione Fandango - si legge nell' ordinanza - anziché rivolgersi a ditte specializzate, chiedeva e otteneva il contatto telefonico di Antonio Sambito, referente della criminalità organizzata per il Tamburi, al quale venivano avanzate tutte le richieste necessarie per la realizzazione del film: guardiania, messa a disposizione di aree comunali per effettuare le riprese, aree di parcheggio dei mezzi aziendali, l' interlocuzione con i proprietari e gli amministratori di condomìni degli edifici interessati alle riprese».

 

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È Sambito a mettere a disposizione del location manager il cognato Pugliese. Che, insieme con un' altra persona, viene assunto dalla produzione con contratti per una cifra complessiva di poco inferiore ai cinquemila euro. Ma le indagini dell' Antimafia dicono che i soldi non erano tutto. «Il clan - scrive il gip - aveva il controllo monopolistico per il reclutamento delle comparse, necessario per accrescere la fama criminale del gruppo all' interno del proprio quartiere». I Sambito pensavano a tutto: procuravano la droga per gli attori, come risulta dalle intercettazioni telefoniche. Curavano il transennamento di intere aree del quartiere senza presentare nessuna richiesta di suolo pubblico. Gestivano i parcheggi. (…)

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