angelo becciu e papa bergoglio

IL BECCIU DEVE ANCORA VENIRE - ALL’INTERNO DELLE MURA LEONINE C’È UN SILENZIO CARICO DI PRESAGI: “L’ESPRESSO” È RIMASTO SENZA CARTUCCE DOPO IL “J’ACCUSE” DI FELTRI – DA DENTRO I PALAZZI APOSTOLICI NON ARRIVANO PIÙ CARTE. E ANCHE I MEDIA INTERNAZIONALI INIZIANO AD ACCORGERSI CHE SI TRATTA DI UNA CHARACTER ASSASSINATION MIRATA. MA CHI HA TESO LA TRAPPOLA?

la copertina dell espresso sul caso becciu

Renato Farina per “Libero quotidiano”

 

Che cosa accade dentro le Mura Leonine a proposito del caso Becciu? Si palpa un silenzio carico di presagi. L' Espresso, portavoce unico delle carte avvelenate, è stato tenuto a digiuno. Dopo settanta giorni di mitraglia, è rimasto senza cartucce. È comprensibile, dopo che le bombe cartacee che aveva depositato nel suo archivio gli sono esplose sotto i piedi grazie alla contro-inchiesta di Vittorio Feltri su Libero (18, 19 e 20 novembre).

 

Stiamo parlando - per coloro cui fossero sfuggite le puntate precedenti - del cardinale Angelo Becciu, 72 anni, già sostituto della Segreteria di Stato (numero 3 della Santa Sede) e prefetto per le Cause dei Santi, privato dei suoi diritti e costretto alle dimissioni dalle sue cariche il 24 settembre scorso alle ore 18 e 25, dopo una drammatica udienza con il Papa.

giovanni angelo becciu

 

Al quale erano state accreditate come verità evangeliche e prove giuridicamente inconfutabili i documenti dell' Espresso contro il prelato sardo, impiccato da quelle carte come predatore dei soldi destinati ai poveri onde deviarli verso i propri parenti voraci. Niente di tutto ciò è accaduto, come ora riconosce l' autorità economica del Vaticano, l' arcivescovo Nunzio Galantino.

 

nunzio galantino

Resta da capire chi e come abbia potuto tendere una simile trappola. Dopo che Libero ha potuto provare che accuse farlocche sono state messe a disposizione di un falsario certificato per tale dal Tribunale di Roma.

 

Di certo, da dentro i Palazzi apostolici non si sono mosse nuove carte spedite all' Espresso da manine unte dal sacro crisma. Si è interrotto il canale by Vatican City. E così il settimanale diretto da Marco Damilano, dopo la cilecca rimediata nel numero precedente, ha girato i suoi cannoni da un' altra parte.

coccia stringe la mano a papa francesco

 

La contro-inchiesta di Libero ha trovato eco in Qn diretto da Michele Brambilla, quindi su Radio 1 Rai grazie a Giovanni Minoli con un' intervista a Lucetta Scaraffia, e sul sito korazym.org.

 

Ma è stata ampiamente censurata dall' universo internazionale dei mass-media politicamente corretti che aveva bevuto come oro colato la fake news, un vero e proprio assassinio morale (character assassination) del cardinale, che ha avuto però la consolazione di una telefonata di Francesco il 29 novembre, prima domenica di Avvento.

Articolo della Frankfurter Allgemeine Zeitung sul caso Becciu

 

In attesa che bersaglieri laici cerchino di riaprire una nuova breccia di Porta Pia nel muro dell' omertà difeso dagli zuavi vaticani, segnaliamo:

 

 1. la Frankfurter Allgemeine Zeitung, quotidiano conservatore tedesco di forte prestigio, che a firma di Matthias Rüb ha cominciato a sollevare ampi dubbi sul caso Becciu, citando Vittorio Feltri e il legale Natale Callipari.

 

2. Fresca di stampa e rintracciabile sul web è la corrispondenza da Roma della Voce di New York. Nicola Corradi fornisce ai lettori italo-americani un quadro chiaro della vicenda la cui unica certezza è oggi la fotografia delle tenebre e delle opacità da cui è stretto Francesco.

codice sorgente pagina web 25 settembre espresso becciu

 

Titolo: «Francesco e il "caso" Becciu: il cardinale messo alla gogna potrebbe essere la vittima». Sommario: «Costretto alle dimissioni dal Papa per una "inchiesta" pubblicata dall' Espresso poi querelato. Emergono particolari sospetti e non è da escludere la montatura».

Scrive Corradi: «Per qualche settimana la notizia sembra avviarsi verso un assurdo cono d' ombra, fino a quando, sulle pagine di Libero, Vittorio Feltri torna a scrivere del caso. Lo fa con articoli puntuali, precisi e dettagliati, sollevando questioni alle quali è necessario venga data una risposta.

 

Articolo de la voce di New York sul caso Becciu

Con una contro-inchiesta prova a riabilitare la figura di Becciu. In particolare, Feltri pone all' Espresso 12 domande. Agli articoli di Libero, però, non segue il clamore mediatico che aveva accompagnato le accuse mosse a fine settembre da parte del settimanale di Damilano. Anzi, tutto tace. Alla stampa pare che la vicenda non importi più. O, forse, sono le nuove pieghe assunte dai fatti ad aver allontanato l' interesse dei media».

 

coccia da bambino vestito da guardia svizzera

Eccole, le « nuove pieghe». La telefonata del Papa a Becciu con parole «ben diverse da quelle dei giornalisti». E il brusio dentro le Mura: «Qualcuno inizia a parlare di complotto, una congiura ideata dagli alti membri del conclave, in accordo con i giornalisti dell' Espresso, per mettere fuori gioco un collega con alti incarichi all' interno delle mura di San Pietro». La conclusione: «La storia non finirà qui. Anzi, questo sembra essere soltanto uno dei primi capitoli di una serie che potrebbe scuotere dalle fondamenta le rigide istituzioni del Vaticano». Vedremo.

massimiliano coccia. massimiliano coccia codice sorgente pagina web 24 settembre espresso becciumassimiliano coccia

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”