CI FAREMO INOCULARE DAI CINESI? - PECHINO È PRONTA A PRODURRE UN MILIARDO DI DOSI DI VACCINO PER “IL MONDO” NEL 2021. DOPO QUELLA DELLE MASCHERINE SIAMO ALLA “DIPLOMAZIA DEL VACCINO”: PURA PROPAGANDA PER RIPULIRSI L’IMMAGINE - IL VIROLOGO FAUCI SPEGNE GLI ENTUSIASMI: “È SBAGLIATO CREARE TROPPE ASPETTATIVE. A FURIA DI ANNUNCIARE VACCINI DIETRO L'ANGOLO RISCHIAMO DI DELUDERE LA GENTE. NON SIAMO LONTANI: UN VACCINO EFFICACE POTREBBE ESSERCI GIÀ TRA FINE NOVEMBRE E DICEMBRE. MA NON SARÀ DISTRIBUITO PRIMA DEL…”

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xi jinping a wuhan 6 xi jinping a wuhan 6

1 – PECHINO PRODURRÀ UN MILIARDO DI DOSI «PER IL MONDO»

Guido Santevecchi per il “Corriere della Sera”

 

Quello del vaccino è un campionato del mondo della ricerca sanitaria. E la Cina vuole vincerlo, con le sue risorse scientifiche e umane imponenti. Già da luglio Pechino ha cominciato a somministrare dosi di preparati sperimentali anti Covid-19 a centinaia di migliaia di soggetti sani, anzitutto personale ospedaliero, agenti di confine che lavorano in porti e aeroporti, dipendenti di grandi società statali e ultimamente abitanti volontari di alcune città, che si sono messi fiduciosamente in fila.

 

esercito cinese wuhan esercito cinese wuhan

Stanno facendo test su larga scala anche industrie farmaceutiche internazionali, ma l' operazione di Pechino appare più ampia e propagandata, con la motivazione dell'«impiego per emergenza» che fa bruciare le normali tappe.

 

I ricercatori cinesi stanno inoculando due prodotti che usano una forma inattiva del coronavirus per suscitare una reazione immunitaria e un altro che contiene un virus indebolito. Martedì il ministero della Scienza ha annunciato che «su 60 mila soggetti che hanno ricevuto il vaccino sperimentale non è stato rilevato alcun grave effetto collaterale».

 

GHEBREYESUS XI JINPING GHEBREYESUS XI JINPING

Non si sa ancora se oltre a non essere più o meno nocivi i tre vaccini cinesi «candidati» siano anche efficaci, ma già l' azienda farmaceutica Sinopharm si dice in grado di produrre un miliardo di dosi nel 2021. I numeri si accavallano: la Commissione sanitaria di Pechino promette 610 milioni di dosi pronte entro la fine di quest' anno, per il popolo cinese e anche per le richieste di altri Paesi. Il prezzo sarebbe «legato al costo di produzione e non a domanda e capacità di offerta».

 

coronavirus cina. coronavirus cina.

Lo sforzo cinese fa discutere i politologi sulla «diplomazia del vaccino», dopo quella delle mascherine. Pechino ha promesso di aiutare i Paesi in via di sviluppo, in particolare i vicini Malesia, Thailandia, Cambogia e Laos; ha offerto dosi per l' intera Africa; ha stanziato un miliardo di dollari a favore dell' America Latina per un fondo di approvvigionamento; ha appena stretto un accordo con lo Stato di San Paolo in Brasile per 46 milioni di dosi.

 

La Cina è entrata anche nell' alleanza Covax dell' Oms, che Washington ha snobbato. Tutte mosse che tendono a mettere in risalto la generosità cinese a fronte del principio «America First» del presidente degli Stati Uniti.

coronavirus cina coronavirus cina

 

Il ministero degli Esteri cinese risponde a chi sospetta che sia tutta un' operazione di propaganda sanitaria per accrescere l' influenza nel mondo che «si tratta solo di cooperazione internazionale da parte di una potenza che vuole comportarsi da attore responsabile sulla scena mondiale». Ha detto Xi Jinping che un vaccino sviluppato in Cina sarebbe considerato «bene comune dell' umanità» e non riservato al popolo cinese.

 

coronavirus cina coronavirus cina

È chiaro il messaggio politico: dopo lo choc e le accuse subite per lo scoppio dell' epidemia a Wuhan, il Partito-Stato vorrebbe presentarsi come salvatore del mondo. Così la ricerca corre nei laboratori delle grandi aziende della Repubblica popolare.

Partecipano anche gli scienziati dell' esercito. Quattro vaccini hanno superato le prime fasi di sperimentazione, che debbono provare la sicurezza e l' efficacia immunitaria. Sono alla Fase 3 Sinopharm (con due prodotti), CanSino Biologics e Sinovac Biotherm. Fase 3 significa l' inoculazione su un campione statisticamente rilevante di decine di migliaia di soggetti sani.

anthony fauci anthony fauci

 

2  -FAUCI "MEGLIO NON FARSI ILLUSIONI SOLO A FINE 2021 SAREMO AL SICURO"

Estratto dell’articolo di Anna Lombardi per “la Repubblica”

 

«Non siamo lontani: un vaccino efficace potrebbe esserci già tra fine novembre e dicembre. Ma non sarà distribuito prima del 2021». Al telefono dal suo studio di Washington il medico più famoso d' America, il virologo Anthony Fauci, 79 anni, capo dell' Istituto nazionale per la prevenzione delle malattie infettive, è pragmatico: «Potremo dirci al sicuro, spero, prima del prossimo Natale: quello del 2021, intendo».

 

anthony fauci donald trump anthony fauci donald trump

(...) Una previsione?

«Se avremo un vaccino efficace entro dicembre, saremo in grado di distribuire le prime dosi a inizio 2021, ma non basterà per tutti prima di marzo-aprile. Quasi certamente servirà poi un richiamo il mese dopo.

 

E comunque i primi a riceverle saranno le categorie più a rischio, operatori sanitari e anziani. E soprattutto: è sbagliato creare troppe aspettative. A furia di annunciare vaccini dietro l' angolo rischiamo di deludere la gente. Se creiamo diffidenza meno persone saranno disposte a prenderlo. Dobbiamo fare le cose coi tempi giusti, perseverando con mascherine e distanziamento sociale almeno fin dopo la prossima estate. Sono cautamente ottimista sull' autunno: potremo finalmente viaggiare. Ne approfitterò per tornare a visitare l' Italia».

donald trump donald trump

 

(…) Intanto assistiamo a una ripresa del virus. Gli scettici sono tanti e pure Donald Trump, dopo essersi ammalato, sminuisce la gravità del Covid...

«I leader sono tenuti a dare l' esempio dicendo la verità e dando raccomandazioni giuste, basate sui dati scientifici. In America abbiamo già 8 milioni di contagi e 220mila morti. Nel mondo i decessi hanno superato il milione. Mascherine e distanza sociale non sono atti politici ma gesti di rispetto e tutela. Purtroppo, la ripresa del virus dipende pure da chi segue le regole, ma non uniformemente. Se fossimo stati tutti più attenti, i numeri sarebbero in calo. Non possiamo dimenticarlo: non ne siamo ancora usciti».

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