crisi grecia turchia migranti lesbo

CI MANCAVA SOLO M-ERDOGAN – IL SULTANO DI ANKARA APRE LE PORTE PER FAR PASSARE I PROFUGHI SIRIANI. LA GRECIA BLINDA I CONFINI: RESPINGIMENTI E SPARI PER FERMARE I MIGRANTI. UN BIMBO MUORE ANNEGATO DAVANTI ALLE COSTE DI LESBO.RICHIESTE D’ASILO SOSPESE PER UN MESE – L’UE PROVA A MEDIARE CON ANKARA: “CAMPI A NOSTRE SPESE” (MA ERDOGAN RIFIUTA UN MILIARDO DALL'EUROPA) - OGGI VERTICE AD ATENE

Francesca Paci per “la Stampa”

 

crisi grecia turchia migranti lesbo

Le tracce degli invisibili che riescono a bucare la blindatura militarizzata voluta da Atene si perdono nei campi tra Kastanies e il villaggio rurale di Vyssa, l' unico tratto terrestre del confine settentrionale tra Grecia e Turchia, per il resto segnato dalle acque del fiume Evros.

 

Una maglia gialla, una tuta, una ciabatta.

 

«Chi passa si libera del superfluo e, tenendosi lontano dalla strada, punta alla stazione di Orestiada e da lì a Salonicco» spiega dall' alto del trattore il contadino Athos. I più non ce la fanno: con occhi enormi e labbra livide scrutano il futuro europeo dall' altra parte della frontiera, ammassati tra la barriera ellenica e la città bianca di Edirne, dove da giorni arrivano a migliaia con i bus partiti da Istanbul su input del governo.

 

La nuova crisi dei migranti bussa alla porta orientale di un vecchio continente sigillato contro il coronavirus. Le prime vittime di questa spinta impressa da Erdogan alle prese con il fronte siriano sono il bimbo annegato ieri mattina davanti alle coste di Lesbo, un giovane uomo di Aleppo che secondo Ankara sarebbe caduto sotto i colpi sparati dall' esercito greco ma della cui fine immortalata in un video Atene nega la responsabilita e il senso perduto di un' Europa che ancora una volta, come nel 2015, lacrima per gli Alan Kurdi del momento e ufficiosamente negozia con la Turchia l' appalto della propria sicurezza.

crisi grecia turchia migranti lesbo

 

Il re è nudo, ripetono le organizzazioni umanitarie che da anni sostengono lo sforzo di accoglienza della Grecia e da alcune settimane sono nel mirino degli attivisti di estrema destra a caccia di migranti da respingere e volontari da intimidire.

 

Snocciolare numeri è riduttivo, osserva il responsabile locale dell' Organizzazione Internazionale per le Migrazioni Gianluca Rocco: «La Turchia parla di flussi fino a 80 mila persone ma di sicuro sappiamo solo che sabato sono sbarcati sulle isole in 150, circa 800 domenica e 650 ieri. A Kastanies, frontiera più difendibile del mare, Atene ha alzato immediatamente le barriere, il problema qui non è quante siano ma cosa faranno queste duemila, tremila persone che nelle ultime ore hanno lasciato tutto quanto avevano per precipitarsi alla frontiera».

 

Ieri il presidente turco Recep Tayyip Erdogan in conferenza ha destato scalpore in conferenza stampa spiegando di avere rifiutato un miliardo di euro di aiuti i che gli sarebbero stati offerti dall' Ue per bloccare i flussi migratori L' orizzonte è opaco e non solo per i lacrimogeni sparati a profusione dalla sicurezza greca.

ERDOGAN

 

Chi forza la barriera con la bandiera bianca in mano sa che Atene ha congelato le richieste d' asilo per un mese, passare significa verosimilmente essere rispedito indietro. L' Evros, il maggior fiume dei Balcani è presidiato da esercito, polizia e pescatori che, come qualsiasi casa della zona, sventolano la bandiera dell' Ellade.

 

La Bulgaria è pronta a mandare 400 rinforzi al confine. L' Ungheria vigila. La Grecia, che sostiene di aver respinto 10 mila migranti in 48 ore e averne arrestati 150, è il paradigma di un' Europa arroccata in difesa. E quando stamattina arriveranno a Kastanies i presidenti di Commissione Ue, Eurocamera e Consiglio europeo, il premier di centro-destra Mitsotakis ricorderà come nel 2019 il Paese, da solo, abbia accolto 77 mila richiedenti asilo, non tanti come nel 2015 ma il doppio del 2018 e 7 volte più dell' Italia. Bruxelles, dimentica dei 112 mila fantasmi greci di cui in 4 anni ha assorbito meno di un quarto, batta un colpo.

crisi grecia turchia migranti lesbo

 

Sulla strada tra l' aeroporto di Alexandropoulos e il confine, blindati e volanti incrociano le paure dei greci e le ambizioni dei fuggiaschi acquattati tra i campi. «Arrivano soprattutto afgani, iracheni e pachistani, i siriani sono pochi ma non è ancora partita l' onda di Idlib, perché lì la frontiera è chiusa» ragiona il giornalista Stravos con i volontari della Croce Rossa di Kastanies.

 

A Idlib, la piu grande crisi umanitaria del nuovo millennio a detta dell' Onu, 900 mila siriani premono per evadere dalla nuova offensiva di Assad e dei suoi alleati russi sulla regione in cui vivono 3,5 milioni di oppositori. Erdogan, patron degli anti Damasco, vedrà Putin il 5 marzo, ma, forte degli oltre 3,5 milioni di profughi gia ospiti in Turchia, rilancia scommettendo sulle insicurezze greche ed europee.

 

crisi grecia turchia migranti lesbo

«Siamo stufi, non ce l' ho con i migranti ma sono troppi» sentenzia un venditore d' aglio nello spaccio di Vyssa. A Lesbo, nei giorni scorsi, gli abitanti guidati dal sindaco di Mitilene Kateris Ktalis hanno urlato la stessa saturazione e invano gli angeli di Medici senza Frontiere ripetono l' appello alla calma, antidoto alla violenza. Più che insidiare l' identità, gli invisibili qui la mettono alla prova: sospesi guardano il proprio Limbo e, deformato, vedono il nostro.

migranti al confine tra grecia e turchiai migranti al confine tra turchia e greciamigranti al confine tra grecia e turchia 2migranti al confine tra grecia e turchia 12grecia turchia siriamigranti in una tenda al confine tra grecia e turchiacrisi grecia turchia migranti lesbo

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?