IL CILE IN FIAMME - MENTRE DIVAMPA LA PROTESTA PER IL CAROVITA, CON OTTO MORTI, CENTINAIA DI FERITI, INCENDI, BARRICATE, ARRESTI, IL PRESIDENTE SEBASTIAN PINERA VIENE FOTOGRAFATO MENTRE È COMODAMENTE IN UNA PIZZERIA CHIC A INFORCHETTARE - L’ECONOMIA CRESCE MA SOLO PER POCHI…

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Alessandra Coppola per il “Corriere della sera”

 

SEBASTIAN PINERA MANGIA UNA PIZZA MENTRE IL CILE SCENDE IN PIAZZA A PROTESTARE SEBASTIAN PINERA MANGIA UNA PIZZA MENTRE IL CILE SCENDE IN PIAZZA A PROTESTARE

È solo una pizza, ma nel posto sbagliato, al momento sbagliato. Guardatelo «mientras todo Santiago protesta», twitta il quotidiano cileno El Mostrador , postando la foto del presidente Sebastián Piñera in maniche di camicia, la cravatta rossa, il ciuffo ben pettinato, a un tavolo dell' elegante Pizzeria Roma di Vitacura per festeggiare il compleanno del nipotino.

 

Mentre il Paese va a fuoco, letteralmente - tre morti nell' incendio di un supermercato, cinque persone nel rogo di una fabbrica di abbigliamento saccheggiata e data alle fiamme a Renca, 41 stazioni della metro su 136 devastate, due piani della sede di Enel bruciati, e così via - il capo di Stato promette di ascoltare «con umiltà la voce dei miei compatrioti», ma poi s' affretta a raggiungere la famiglia nel municipio che protegge l' alta borghesia cilena, lasciando agenti e militari ad affrontare le barricate.

 

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«Ottobre nero», scrivono i giornali, denunciando il «vuoto che regna alla Moneda», il palazzo del presidente. «Terremoto politico e sociale». Covava da tempo, dicono, ma è esploso con una rapidità imprevista. Anche se con una scintilla consueta in questa zona del Continente: una protesta studentesca per l' aumento del biglietto della metro. Fino a un euro (circa), nel contesto di un' economia che cresce (l' 1,5 per cento) ma solo per pochi. Il salario medio resta sui 14 mila euro l' anno, le pensioni minime non raggiungono i 400 euro al mese. E il costo della vita aumenta.

 

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I liceali del prestigioso Instituto Nacional hanno dato il via alla protesta lanciando la campagna #evadir: prendere la metro saltando i tornelli, dunque senza biglietto. Slogan: «Eludere, non pagare, un'altra forma di lottare». Quel che si son portati dietro è una valanga di malessere e rivendicazioni che per tutto il fine settimana ha bloccato le strade, i treni, due voli aerei, i negozi e pure le partite di calcio.

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Il presidente ha decretato 15 giorni di stato d'emergenza e il coprifuoco dalle 10 di sera alle 7 del mattino, dispiegando per le strade l' esercito: non succedeva dalla fine della dittatura militare di Pinochet, nel 1990. Brutto segnale, così come i 300 arresti, i 156 feriti, i cannoni ad acqua, i cassonetti rovesciati, la revoca del diritto alla libertà di riunione e tutto il resto delle restrizioni che l' eccezione comporta.

 

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Sabato sera (ieri mattina in Italia), Piñera ha revocato l'aumento del biglietto, e invocato la calma: «Ci sono buone ragioni per fare quel che fate, ma vi invito a manifestare pacificamente». Ormai la frustrazione è esplosa, da plaza Italia, davanti al palazzo presidenziale, al resto del Paese. In 5 città, oltre che nella capitale, l' emergenza resta in vigore, così come il divieto di movimento durante la notte. «Siamo stufi, basta - dice Javier Alarcón, sociologo 29enne, alla Afp -. I politici ci prendono in giro. Ed è evidente che voltano le spalle alla realtà del Paese, non la vedono», al chiuso delle pizzerie, nei loro quartieri Nord.

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