polizia huawei

LA CINA SI AVVICINA - LA POLIZIA DI STATO HA PUBBLICATO UN BANDO DI GARA PER LE TELECOMUNICAZIONI, MA C’È UN PICCOLO PROBLEMA: LA RETE DI QUASI TUTTI I GRANDI OPERATORI SI APPOGGIA SU INFRASTRUTTURE E TECNOLOGIE CINESI (IN PARTICOLARE DI HUAWEI E ZTE). E RISCHIA DI NON ESSERE SUFFICIENTE NEMMENO IL GOLDEN POWER - CROSETTO: “CHI CONOSCE LE PROBLEMATICHE DI ‘PENETRAZIONE’ CONNESSE AL SETTORE, SI ASPETTEREBBE CHE NEL BANDO CI FOSSERO PALETTI INELUDIBILI SULLE TECNOLOGIE UTILIZZATE. INVECE NO…”

<blockquote class="twitter-tweet"><p lang="it" dir="ltr">C’è in corso una gara per le telecomunicazioni delle forze di Polizia.<br>Chi conosce, anche solo per sentito dire, le problematiche di “penetrazione”connesse al settore, si aspetterebbe che nel bando ci fossero paletti ineludibili sulle tecnologie utilizzate. Invece no.</p>&mdash; Guido Crosetto (@GuidoCrosetto) <a href="https://twitter.com/GuidoCrosetto/status/1394224518479163392?ref_src=twsrc%5Etfw">May 17, 2021</a></blockquote> <script async src="https://platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>

 

Francesco Bechis e Gabriele Carrer per www.formiche.net

 

POLIZIA

Roma, 17 maggio, 11 del mattino. Un tweet di Guido Crosetto, già sottosegretario alla Difesa e presidente dell’Aiad, lancia un allarme poco comprensibile ai naviganti. “C’è in corso una gara per le telecomunicazioni delle forze di Polizia”, scrive l’ex coordinatore nazionale di Fratelli d’Italia.

 

“Chi conosce, anche solo per sentito dire, le problematiche di ‘penetrazione’ connesse al settore, si aspetterebbe che nel bando ci fossero paletti ineludibili sulle tecnologie utilizzate. Invece no”. Di quale penetrazione si tratta? Esiste davvero un rischio per le telecomunicazioni delle forze di polizia italiane?

 

guido crosetto foto di bacco (2)

Formiche.net ha provato ad approfondire. E ha scoperto che sul sito della Polizia di Stato è stato pubblicato un bando di gara per la “realizzazione di un servizio LTE Public Safety sul territorio di 11 (undici) province, articolantesi nella fruizione di un servizio di comunicazione MCPTT e fonia, di un servizio di videosorveglianza in mobilità e di un servizio di accesso a banche dati, con una durata pari a 36 mesi”.

 

huawei

Tradotto: in palio c’è la gestione e l’implementazione della rete 4G delle forze di polizia italiane. Non solo: sono comprese infatti “sue evoluzioni, quali ad esempio il 5G”. Senza contare l’equipaggiamento hardware: è infatti prevista la fornitura di tablet, smartphone, accessori per Encoder Video HD. Ma anche di “SIM abilitate al traffico dati che consentano la fruizione dei servizi di comunicazione e di connettività”. Il cerchio si chiude con la fornitura di “servizi di videosorveglianza in mobilità” e “servizi di accesso alle banche dati”.

 

PROSPETTO DEL NUMERO DI SIM PER CIASCUNA FORZA DI POLIZIA

Quali sono i corpi interessati? C’è la lista: Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria. Undici le province coinvolte: Bari, Belluno, Bologna, Cagliari, Catania, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Torino. Tutte nevralgiche per la sicurezza del nostro Paese, ma anche internazionale e transatlantica, visto che nel loro territorio si trovano la base di Sigonella (Catania) e il Comando Nato per il Sud Europa (Napoli).

 

huawei

La posta in gioco è altissima. Chi si aggiudicherà la gara avrà la responsabilità della sicurezza delle telecomunicazioni delle forze dell’ordine, del loro equipaggiamento e del transito di dati sensibili. La rete 5G, insegnano gli esperti, è molto più veloce e performante del 4G, ma una sua violazione da parte di attori ostili espone a rischi molto maggiori.

 

E qui si pone una prima, grande domanda: avendo certezza granitica sulla correttezza formale e sostanziale del bando di gara, il governo ha ritenuto o meno di prevedere misure specifiche per evitare che le nostre forze di polizia finiscano in mano a soggetti non sicuri?

zte huawei

 

Come è noto, la rete di quasi tutti i grandi operatori telco italiani, con percentuali molto variabili, si appoggia su infrastrutture e tecnologie cinesi. Due dei principali fornitori attivi in Italia, Huawei e Zte, sono stati messi al bando dagli Stati Uniti con l’accusa di spionaggio per conto di Pechino.

 

PROSPETTO DI SISTEMI DI SALA OPERATIVA PER FORZE DI POLIZIA

Nello specifico, l’Italia è uno dei tanti Paesi dell’Ue con un’infrastruttura 4G in cui oltre il 50% dei componenti proviene dai cosiddetti fornitori “non affidabili”, come spiegato dal rapporto “I costi nascosti dei fornitori non affidabili nelle reti 5G“ finanziato da un bando del dipartimento di Stato statunitense e realizzato dal Cefriel, centro di ricerca del Politecnico di Milano.

 

Le stime del report Cefriel

I COSTI NASCOSTI DEI FORNITORI CINESI

Come altri Paesi europei, l’Italia non ha voluto procedere con una diretta esclusione dei provider cinesi dalla rete, nonostante le indicazioni in questo senso contenute in un rapporto del Copasir, il comitato di controllo degli 007 italiani. Ha invece iniziato a costruire, con il governo Conte bis, il Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica, una rete di centri di controllo dell’equipaggiamento tech che ha uno snodo anche nel ministero dell’Interno. Peccato che il sistema non sia ancora operativo.

 

I tempi sono strettissimi. Le offerte erano da presentare entro il 14 maggio ma è stata decisa una propaga di due settimane al 28. La procedura di aggiudicazione della prima tranche, con un valore stimato dell’appalto di oltre 133 milioni di euro (per i primi 36 mesi più eventuale rinnovo previsto per un massimo di altri 12), si aprirà a inizio giugno. L’aggiudicazione della seconda tranche dovrebbe completarsi entro la fine dell’anno. Il valore complessivo della gara si aggirerà intorno al miliardo di euro.

 

polizia

Nel testo del bando, con una certa sorpresa degli addetti ai lavori, ci sono solo scarni riferimenti alla sicurezza. C’è scritto ad esempio che “l’affidatario è solidalmente responsabile con il subappaltatore degli adempimenti, da parte di questo ultimo, degli obblighi di sicurezza previsti dalla normativa vigente”.

guido crosetto foto di bacco

 

Si tratta infatti di una gara “tabellare”, che, si legge nelle prime righe, si fonda su un solo criterio, “il miglior rapporto qualità-prezzo”. La sicurezza nazionale sarà contemplata nel concetto di “qualità”?

 

Rischia di non essere sufficiente neppure il riferimento alla normativa Golden power, con i “poteri speciali” di intervento che il governo giallorosso ha esteso alla rete 5G con il Decreto Imprese dell’aprile 2020. Infatti quei poteri potranno intervenire solo una volta che uno dei partecipanti si sarà aggiudicato il bando e invierà la notifica al gruppo di coordinamento di Palazzo Chigi “relativa all’acquisto di beni/servizi 5G da fornitori extra-EU”.

POLIZIA

 

A quel punto, “dovrà farsi carico degli eventuali costi dovuti all’implementazione delle misure di sicurezza che venissero eventualmente prescritte”, si legge in una risposta data dal ministero su domanda di una delle aziende interessate.  Ma anche in questo caso potrebbe essere troppo tardi. Il cinguettio allarmista di Crosetto appare quindi un presagio tutt’altro che dal sen fuggito.

 

Formiche.net ha chiesto al Viminale se, in sede di aggiudicazione, ci saranno altri criteri non esplicitati di cui si terrà conto e se il Centro di Valutazione (Cv) del ministero dell’Interno è già stato attivato per controllare l’equipaggiamento tech della gara. Non abbiamo (ancora) ricevuto risposta ma resta la piena fiducia sul fatto che il governo italiano vorrà tutelare la integrità delle comunicazioni che hanno a che fare con il cuore della propria sicurezza nazionale.

 

 

 

Ultimi Dagoreport

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...