COME VE LO DOBBIAMO DIRE: STATE A CASA! – DELIRIO NELLA NOTTE SULLO STRETTO DI MESSINA: FILE CHILOMETRICHE E CENTINAIA DI SBARCHI IN SICILIA DAI TRAGHETTI – COME È POSSIBILE QUESTA FUGA DI MASSA? MUSUMECI: “PASSANO SOLO I PENDOLARI CHE SVOLGONO SERVIZIO PUBBLICO” – PROVE DI FUGA ANCHE A MILANO: LA POLIZIA BLOCCA 120 PERSONE TRA LACRIME E RABBIA – VIDEO

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1 – CORONAVIRUS, CENTINAIA DI AUTO DAL NORD ALLA SICILIA: «CODE AI TRAGHETTI». RABBIA SUI SOCIAL

Da www.leggo.it

 

esodo a messina esodo a messina

Nonostante si sappia e si dica ormai da settimane che il coronavirus è una pandemia e un'emergenza sanitaria e che la scelta migliore per tutti sia restare a casa in autoisolamento, continua l'insensato esodo dal Nord al Sud, che già in questi giorni ha portato ad un aumento esponenziale dei contagi in regioni come Puglia e Campania.

 

Il governatore siciliano Nello Musumeci ha espresso la sua preoccupazione su Facebook, così come sui social in tanti, tra i siciliani, si sono indignati: «Mi segnalano appena adesso che a #Messina stanno sbarcando dalla Calabria molte persone non autorizzate. Non è possibile e non accetto che questo accada», scrive Musumeci.

 

le file ai traghetti verso la sicilia coronavirus le file ai traghetti verso la sicilia coronavirus

«Ho chiesto al prefetto di intervenire immediatamente - scrive ancora - C’è un decreto del ministro delle Infrastrutture e del ministro della Salute che lo impedisce. Pretendo che quell’ordine venga rispettato e che vengano effettuati maggiori controlli alla partenza. Il governo nazionale intervenga perché noi siciliani non siamo carne da macello!».

tentata fuga da milano tentata fuga da milano

 

«Ho appena avuto conferma dalla prefettura di Messina che saranno ulteriormente intensificati i controlli sullo Stretto - ha aggiunto in un altro post - Possono passare, alla luce del provvedimento nazionale, SOLO i pendolari che svolgono servizio pubblico, come sanitari, forze armate e di polizia. BASTA. Stiamo facendo sacrifici enormi e bisogna dare certezze a tutti i cittadini che questa fase è seguita con impegno».

 

SINDACALISTA MASSARO: "FUGA DI MASSA" Era stato il segretario generale del sindacato Orsa, Mariano Massaro, a denunciare la fuga di massa verso la Sicilia dopo l'ultimo decreto del premier Conte. «In coincidenza con l'annuncio del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri ieri sera si è registrato un consistente quanto pericoloso afflusso di auto all'imbarcadero di Villa San Giovanni sui traghetti privati per Messina», afferma Massaro. «Stiamo parlando di numeri importanti, centinaia di automobili in marcia verso la Sicilia che secondo i molteplici i decreti del governo centrale e le ordinanze del presidente della Regione, dovrebbe essere abbondantemente blindata».

 

sbarco a messina coronavirus sbarco a messina coronavirus

«Visto lo stato di assoluta emergenza e il pericolo cui è esposta giornalmente la Regione Sicilia - prosegue il sindacalista - con i sistematici 'rientri' che, in barba ai Decreti e alle Ordinanze, non si sono mai interrotti, il Presidente della Regione, nelle more dell'invocato intervento del Governo Nazionale, avrebbe dovuto utilizzare in tempo reale tutti i poteri di cui dispone per impedire l'ennesimo afflusso che espone l'isola al contagio di massa da Covid 19».

 

controlli in stazione a milano 2 controlli in stazione a milano 2

«Altresì criticabile la gestione del Governo centrale che ha annunciato il Dpcm del 22 marzo con largo anticipo rispetto all'effettiva entrata in vigore innescando, per la seconda volta, il fuggi, fuggi generale da nord verso sud. Nell'attuale condizione di emergenza che attiva fisiologiche emotività nella popolazione, ai confini col panico di massa, prima di annunciare il dettaglio dei decreti restrittivi - conclude Massaro - bisognerebbe attendere l'entrata in vigore».

 

 

TENTATO ESODO IN TRENO DA MILANO LA POLIZIA BLOCCA 120 PASSEGGERI

Gianni Santucci per il “Corriere della Sera”

 

sbarco a messina coronavirus 1 sbarco a messina coronavirus 1

«Sono stato ricoverato per un intervento. Sono appena uscito dall' ospedale. Devo tornare a casa». «Ha i certificati?», chiede il poliziotto della Polfer. L' uomo mostra la documentazione. Residenza in Campania, dimissioni dal reparto. Pochi minuti per incrociare i dati. «Prego, può andare. Buon viaggio».

 

Sono da poco passate le 16 di ieri, il decreto del governo che limita ancor più gli spostamenti è appena stato diramato. E gli agenti e i funzionari della Polizia ferroviaria sono in testa ai binari dove stanno per partire i treni più «critici», i due «Frecciarossa» per Napoli e Salerno delle 16.40 e delle 17.10. Per quei due treni ci sono oltre 170 prenotazioni, passeggeri che hanno comprato il biglietto e che in quel momento devono comprovare le reali esigenze per le quali possono uscire da Milano. Alla fine, su 170, partiranno meno di 50 persone.

 

controlli in stazione a milano controlli in stazione a milano

Non sono numeri da «esodo», non c' è la folla in ansia che si riversò in stazione l' 8 marzo, quando si diffuse l' informazione dei primi divieti di uscita dalla Lombardia. Anche perché ormai i treni che viaggiano sono pochissimi, e anche i controlli della Polfer, che all' inizio verificavano 5/6 mila autocertificazioni al giorno, sono molto calati proprio per assenza di viaggiatori. Dunque, ieri pomeriggio: niente calca, nessun caos, qualche pianto, delusione diffusa, per malafede (furbizie scoperte) o reale ignoranza (qualcuno sosteneva di avere comunque buone ragioni per la «fuga da Milano»). Di fatto, circa 120 passeggeri hanno preso le valigie e sono tornati a casa. Un ragazzo, oltre il trolley, è uscito in serata dalla stazione Centrale con una denuncia per danneggiamento.

 

milano, controlli ai passeggeri in stazione centrale per le nuove norme dell'emergenza coronavirus 10 milano, controlli ai passeggeri in stazione centrale per le nuove norme dell'emergenza coronavirus 10

Sosteneva di essere stato licenziato e di non aver più un alloggio a Milano, ma gli agenti hanno verificato che la struttura che lo ospitava aveva un posto riservato fino al 10 aprile prossimo. Il ragazzo ha urlato, ha sbraitato, s' è agitato, alla fine ha spaccato una colonnina dell' impianto antincendio.

 

Alcuni professionisti sono stati respinti e hanno reagito con aria da «lei non sa chi sono io», o con (traballanti) argomentazioni giuridiche che provavano a insinuarsi in ipotetiche carenze del decreto appena firmato. Respinti.

 

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Argomentazioni ricorrenti tra chi non è riuscito a partire: «Devo andare a trovare i miei genitori anziani», «ho finito di studiare e devo tornare a casa», «mia madre vive da sola e voglio starle vicino», «qui a Milano in questa situazione non ci voglio più stare». Verifiche sui movimenti che andranno a sommarsi alla massa di controlli di Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza (coordinati dalla prefettura): sabato, su tutta la provincia di Milano, sono state fermate per verifica 7.246 persone (oltre 430 sono state denunciate).

 

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Tra chi invece ieri ha potuto legittimamente lasciare la città, c' è stato anche chi ha perso il lavoro, come il ragazzo che intorno alle 17 spiega al poliziotto: «Mi è scaduto il contratto, non me lo hanno rinnovato, qui non ho più un' occupazione, né una casa, e dunque me ne torno nella mia città». Rapido accertamento. Il contratto esisteva e davvero era scaduto. «Può andare». Via dall' epicentro dell' epidemia, su un treno semi-deserto.

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