LA CULTURA RIAPRE (PER MODO DI DIRE) - ADDIO AI CONCERTONI, MASSIMO 200 PERSONE AL CHIUSO E 1000 ALL'APERTO - CINEMA, TEATRI, EVENTI: VERRÀ RILEVATA LA TEMPERATURA A TUTTI, SPETTATORI, MAESTRANZE, ARTISTI, ATTORI E SOPRA AI 37,5 GRADI NON SI POTRÀ ENTRARE. PER IL PUBBLICO C' È L'OBBLIGO DI INDOSSARE LE MASCHERINE. GLI AMBIENTI CHIUSI E I SERVIZI IGIENICI DEVONO ESSERE PERIODICAMENTE PULITI E SANIFICATI

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Fiorenza Sarzanini e Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera

 

cinema drive in cinema drive in

Il settore dello spettacolo è tra quelli che più hanno sofferto le lunghe settimane di lockdown, ma i musicisti, i cantanti, gli attori, i registi e tanti artisti hanno fatto la loro parte con generosità anche dalle loro case. Gli esperti del Comitato tecnico-scientifico del governo e i ricercatori dell' Inail hanno elaborato linee guida molto rigide, in base alle quali sembrava impossibile poter tornare a godere di spettacoli e concerti durante l' estate. Invece, dopo settimane di riflessione, il governo ha deciso di dare il via libera.

Pur con maggiore cautela e gradualità rispetto alla filiera del commercio e a quella della ristorazione. Rimangono invece ancora vietati gli eventi pubblici come i convegni e i festival, chiuse le discoteche.

 

sala cinema sala cinema

«Gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all' aperto restano sospesi fino al 14 giugno 2020», si legge all' articolo 1 del Dpcm sulle riaperture firmato ieri da Giuseppe Conte. Dal 15 giugno si ricomincia. Ma le norme di sicurezza ridurranno inevitabilmente la capienza dei locali. I posti a sedere saranno «preassegnati e distanziati». La distanza di sicurezza tra le persone dovrà essere di almeno un metro «sia per il personale, sia per gli spettatori». La capienza massima all' aperto sarà di 1000 persone, tra maestranze e pubblico, mentre nei luoghi chiusi e «per ogni singola sala» il numero di presenze contemporaneamente permesse sarà di 200 persone.

 

coronavirus coronavirus

La prima regola è il distanziamento, «anche tra gli artisti».

Il che avrà naturalmente ripercussioni sulle coreografie.

Nel luogo dell' evento verrà rilevata la temperatura a tutti, spettatori, maestranze, artisti, attori e sopra ai 37,5 gradi non si potrà entrare. Per il pubblico c' è l' obbligo di indossare le mascherine. Gli ambienti chiusi e i servizi igienici devono essere periodicamente puliti e sanificati, anche più volte nella stessa giornata e nei bagni bisogna far rispettare il distanziamento di almeno un metro, a cominciare dalla fila. I sistemi di ventilazione e condizionamento dovranno essere sanificati e sarà necessario consentire «adeguata aerazione naturale e ricambio d' aria».

 

Per scongiurare assembramenti i biglietti «ove possibile» devono essere venduti con modalità telematiche, quindi online. Sono consigliati video per comunicare agli utenti i rischi e le norme di sicurezza e «ove possibile» si eviterà l' uso di contanti per pagare. Accanto a tastiere, casse e schermi touch saranno installati i sistemi per la disinfezione delle mani.

un frame dell'esibizione del coro di voci bianche dell'accademia teatro alla scala 1 un frame dell'esibizione del coro di voci bianche dell'accademia teatro alla scala 1

 

Un' altra limitazione riguarda il divieto di consumare cibo e bevande durante gli spettacoli: quindi addio (per qualche tempo) al pop corn sgranocchiato sulle poltrone del cinema. Ovviamente tutte le prescrizioni di igiene e sicurezza riguardano anche i lavoratori, che saranno dotati di «idonei dispositivi di protezione individuale», fondamentali dietro le quinte e quando si viene in contatto con il pubblico.

 

Negli allegati al decreto sono sinteticamente illustrati i «principi cardine» a cui i tecnici si sono ispirati: distanziamento sociale, rigorosa igiene delle mani, personale e degli ambienti e «capacità di controllo e risposta dei servizi sanitari della sanità pubblica territoriale e ospedaliera». Il rischio di aggregazione e l' affollamento sono i pilastri di tutte le regole, di cui anche le Regioni dovranno tenere conto qualora volessero decidere se anticipare o posticipare le riaperture.

 

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