deborah sciacquatori

DEBORAH SCIACQUATORI TORNA LIBERA: LA PROCURA DI TIVOLI HA DERUBRICATO L'OMICIDIO DEL PADRE IN ECCESSO DI LEGITTIMA DIFESA – LA VIOLENZA IN FAMIGLIA ANDAVA AVANTI DA ANNI: QUANDO IL PADRE È USCITO DI GALERA NEL 2016 (6 MESI PER RESISTENZA E LESIONI A PUBBLICO UFFICIALE, DOPO AVER AGGREDITO UN CARABINIERE CON UN MORSO) HA RICOMINCIATO A PICCHIARE LA MOGLIE - IL NONNO DI DEBORAH: “LORENZO ERA UN UOMO SEMPRE NERVOSO, MISCHIAVA ALCOL, DROGHE E CALMANTI. SI ARRABBIAVA PER NIENTE…”

DEBORAH TORNA LIBERA

Fulvio Fiano per www.corriere.it

DEBORAH SCIACQUATORI

 

Deborah Sciacquatori torna libera questa mattina. La procura di Tivoli ha emesso il decreto derubricando l’omicidio di suo padre in eccesso di legittima difesa e ne chiederà presto l’archiviazione. La 19enne ha causato la morte del genitore in circostanze che solo l’autopsia potrà chiarire del tutto ma in un contesto di pericolo per se stessa, la mamma e la nonna, contro cui l’uomo si accaniva da tre ore colpendole ripetutamente all’alba di domenica nella loro abitazione a Monterotondo.

 

A convincere il procuratore Francesco Menditto, che sin da subito aveva specificato di aver aperto il fascicolo di omicidio come atto dovuto, è stato non solo l’interrogatorio della ragazza, studentessa modella e disperata per la perdita del genitore, ma anche la lunga storia di violenze in famiglia compiute dall’uomo e la circostanza specifica che ha spinto la 19enne ad agire: suo padre le stringeva un braccio al collo, Deborah gli ha avvicinato un coltello alla nuca per convincerlo a smettere e nella colluttazione in cui si scagliavano pugni a vicenda l’uomo è rimasto ferito. La causa della morte però, come detto, deve ancora essere stabilita.

 

DEBORAH SCIACQUATORI

Giuseppe Scarpa per “il Messaggero”

 

«No, non doveva morire». È incredula Deborah quando le comunicano che il padre, Lorenzo Sciacquatori, 41 anni, non c' è più. «Sono distrutta, adesso non mi importa di niente». Sono attimi terribili. La 19enne sbarra gli occhi. In quel momento le dicono che è formalmente accusata di omicidio. Un atto dovuto, mentre la procura valuta di derubricare l'imputazione, forse verso una legittima difesa. Alla ragazza, però, la sua sorte giudiziaria, in quel momento sembra interessare veramente poco.

 

Il volto cambia di espressione mentre Deborah si porta le mani sui capelli. Accanto a lei il suo avvocato, Sara Proietti, cerca di consolarla. Il suo non è un tentativo di difendersi quando spiega «io non volevo». È solo atterrita per aver causato la morte, involontaria, del padre per proteggere se stessa, la zia, la nonna e la madre dalla furia del genitore. Un uomo violento e, quella sera, molto probabilmente, ubriaco.

 

LE FRASI

DEBORAH SCIACQUATORI

«Sono disperata», ripete senza sosta. Non riesco a darmi pace». E ancora «non immaginavo potesse succedere una cosa del genere. Ma come è stato possibile?». Ecco che la 19enne cerca di mettere a fuoco quei momenti. Una colluttazione con il padre, effettivamente, c'è stata. Poi, però, ricostruisce di fronte al procuratore capo Francesco Menditto e ai carabinieri di Monterotondo alcuni passaggi: «La zia, la nonna e la madre l'hanno soccorso. Io - prosegue la ragazza - sono stata la prima. Abbiamo chiamato delle persone che passavano vicino. Poi ricordo che zia ha chiamato l' ambulanza, quando ci siamo resi conto che la condizione era grave». Non era certo la prima volta che Deborah doveva subire le violenze paterne. «In passato aveva aggredito me e mia madre», riferisce agli inquirenti.

 

DEBORAH SCIACQUATORI 3

Ieri, intanto, è proseguita l' attività d' indagine della procura. I carabinieri di Monterotondo hanno sentito i familiari presenti quella mattina con Deborah. Tutti in coro hanno confermato la tesi rappresentata dalla ragazza. «Lei ha difeso tutte noi, Lorenzo era un uomo violento».

 

Antonia la madre e compagna dell'uomo ha spiegato agli investigatori: «Ricordo che, quando allattavo Deborah mi colpiva alla schiena con dei pugni». «Quando Lorenzo è uscito di galera nel 2016 (6 mesi per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, dopo aver aggredito un carabiniere con un morso, ndr) ha ricominciato a picchiare mia figlia», ha spiegato invece la nonna materna della 19enne. «Era un uomo sempre nervoso, mischiava alcol, droghe e calmanti. Si arrabbiava per niente», ha riferito il nonno ai carabinieri.

 

L'INDAGINE

LORENZO SCIACQUATORI

L' indagine prosegue serrata. Anche se l' epilogo di questa vicenda è ormai vicino. Intanto Deborah rimane agli arresti domiciliari, indagata come atto dovuto per omicidio, in attesa che la procura formuli un' accusa definitiva. Il procuratore capo di Tivoli, Menditto e il pm Filippo Guerra decideranno domani mattina la definitiva contestazione. È molto probabile che si opti per una derubricazione verso un reato infinitamente più lieve: eccesso colposo di legittima difesa.

 

O addirittura una completa legittima difesa che non comporterebbe alcuna conseguenza penale per la 19enne. Anche perché il resoconto di quella mattinata sembra ormai chiaro: Lorenzo Sciacquatori, 41 anni, era tornato a casa, alle cinque di mattino, per l' ennesima volta ubriaco. In un appartamento a Monterotondo, al primo piano di una palazzina popolare di via Aldo Moro. Era qui che l' uomo, un ex pugile con il vizio dell' alcol, viveva con la madre, la compagna e la figlia.

 

LA RICOSTRUZIONE

DEBORAH SCIACQUATORI

Sono da poco passate le 8 di mattina e Sciacquatori è fuori di sé dopo una serata di bagordi. Prende a calci la porta di casa. Urla, offende le persone presenti nell' appartamento: l' anziana madre, la compagna, la sorella e la figlia. Le quattro donne decidono di scappare. Invano avevano tentato di calmarlo. In cambio avevano ricevuto una serie infinita di insulti.

 

«Rientrate a casa», urla Sciacquatori per poi strattonare la madre e prendere a schiaffi la compagna. È a questo punto che è intervenuta Deborah, in difesa delle altre donne. Un pugno violentissimo, o forse una coltellata, sferrato al genitore. L' uomo crolla sul pavimento e sbatte violentemente il capo. La vittima rimane a terra in un lago di sangue. I familiari chiamano l' ambulanza e intanto cercano di tamponare la ferita. Per lui non ci sarà niente da fare, morirà poche ore dopo in ospedale.

Ultimi Dagoreport

dagospia 25 anni

DAGOSPIA, 25 ANNI A FIL DI RETE - “UNA MATTINA DEL 22 MAGGIO 2000, ALL’ALBA DEL NUOVO SECOLO, SI È AFFACCIATO SUI COMPUTER QUESTO SITO SANTO E DANNATO - FINALMENTE LIBERO DA PADRONI E PADRINI, TRA MASSACRO E PROFANO, SENZA OGNI CONFORMISMO, HAI POTUTO RAGGIUNGERE IL NIRVANA DIGITALE CON LA TITOLAZIONE, BEFFARDA, IRRIDENTE A VOLTE SFACCIATA AL LIMITE DELLA TRASH. ADDIO AL “POLITICHESE”, ALLA RETORICA DEL PALAZZO VOLUTAMENTE INCOMPRENSIBILE MA ANCORA DI MODA NEGLI EX GIORNALONI - “ET VOILÀ”, OSSERVAVA IL VENERATO MAESTRO, EDMONDO BERSELLI: “IL SITO SI TRASFORMA IN UN NETWORK DOVE NEL GIOCO DURO FINISCONO MANAGER, BANCHIERI, DIRETTORI DI GIORNALI. SBOCCIANO I POTERI MARCI. D’INCANTO TUTTI I PROTAGONISTI DELLA NOSTRA SOCIETÀ CONTEMPORANEA ESISTONO IN QUANTO FIGURINE DI DAGOSPIA. UN GIOCO DI PRESTIGIO…”

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…