charles manson

DOTTO E IL KILLER - CHI ERA DAVVERO CHARLES MANSON? LUCA BUONCRISTIANO PROVA A DARE LA SUA VERSIONE IN “UNA SVASTICA SUL VISO”. LA PRIMA VOLTA CHE UN REPORTER LO DOMANDA, LUI DIMOSTRA DI ESSERE L’UNICO VERO JOKER DEGNO DI COMPETERE CON L’ORIGINALE. “I’M NOBODY!”. SLACCIANDO GHIGNI COME UNA SCODELLA ROTTA E STRABUZZANDO OCCHIATACCE DA MATTO - LA SUA STORIA NEL MONDO DEI REIETTI INIZIA QUANDO LA MADRE LO VENDE ALLA CAMERIERA DEL BAR PER DUE PINTE DI BIRRA. SALVO POI... 

 

Giancarlo Dotto per Dagospia

 

luca buoncristiano su charles manson

Chi era davvero Charles Manson? Luca Buoncristiano prova a dare la sua versione, “Una svastica sul viso” (Ed. El Doctor Sax), a pochi giorni e 51 anni dopo la strage di Cielo Drive, il giorno in cui il feto nella pancia di Sharon Tate non aveva ancora le parole per chiedere pietà o gridare vendetta.

 

Questione di gusti. Ognuno si sfregia come peggio crede. Il nostro Bobby Solo si sfregiava il viso con le lacrime, Charles Manson preferiva le croci naziste (che poi, in realtà, erano induiste). Disegnatore, con lo pseudonimo di Joe Rotto, di un’apocalisse permanente che non ha bisogno del Covid per manifestarsi e scrittore dall’humour assai nero, Buoncristiano è uno che passa la vita a disdire il suo nome e dunque il suo destino calandosi senza protezione nei pozzi irrespirabili delle vite altrui, scambiandoli ogni tanto per sublimi.

 

buoncristiano con massimo tallone salone del libro torino 2018

Dopo aver setacciato tutto quanto, ma proprio tutto, sia mai uscito dall’impresa di demolizione chiamata Carmelo Bene, tende ora l’orecchio allo spasimo per ascoltare il rumore di Charles Manson e delle sue budella miserabili. Mettendo insieme le parole che ha detto e quelle che si è dimenticato o non avrà più il tempo di dire.

 

“Chi è Charles Manson?”. La prima volta che un reporter lo domanda al diretto interessato senza tanti giri di parole, lui dimostra di essere intanto l’unico vero Joker degno di competere con l’originale di Gotham City. “I’m nobody!”. Slacciando ghigni come una scodella rotta e strabuzzando occhiatacce da matto. L’uno, i centomila e soprattutto i nessuno di quell’altro incontenibile buffone sotto mentite spoglie di Pirandello, lui ghiacciato e non per questo meno sinistro nell’obitorio della sua drammaturgia tutta di testa. La differenza è che spuntano svastiche nella fronte di uno e fiori nella bocca dell’altro. Non cambia molto.

 

charles manson

Manson non ha incrociato Bobby Solo, ma ha incrociato Bobby Beausoleil e peggio o meglio non gli poteva capitare. “Il mio migliore amico”. Forse, l’unico. Un fottuto genio di musicista, “bello come un Al Pacino demoniaco”. Un fratello più che un amico, uno con cui condivideva acidi e rock and roll. Che vuoi di più della vita? Beausoleil accoltellò a morte Gary Hinman per dimostrare cos’è un amico all’amico del cuore. Manson aveva reciso un orecchio a Hinman, che non l’aveva presa bene e anche per questo morì tra le bestemmie. L’altro paradosso del guitto Manson: passato alla storia del crimine come un efferato serial killer, non avendo mai ucciso nessuno. Solo orecchie mozzate e stragi farneticate. In qualche caso, ecco il guaio, preso fin troppo alla lettera dai suoi strafatti seguaci.   

 

LA CASA DEL MASSACRO DI CHARLES MANSON

Chi è Charles Manson, ora che l’incidente di ostinarsi vivo con tutto il suo caleidoscopio da ceffo deforme non costringe più le istituzioni a sotterrarlo vivo?

Era un mostro? Sì, lo era. Come tutti i mostri senza fissa dimora, che non fosse una cella, mai amati da nessuno se non qualcuno più mostruoso di loro. Un mostro dalle mille facce. Un prototipo sociopatico del “Sono come tu mi vuoi”, aspettando in silenzio che qualcuno si accorgesse di lui. “Ero un beatnik, non un hippie”.

LA CASA DEL MASSACRO DI CHARLES MANSON

 

Non era un figlio dei fiori. Lui i fiori li annusava, tutt’al più, per capire se erano commestibili. Più di mezzo secolo in gabbia, tra istituti di correzione, riformatori e galere. La sua storia nel mondo dei reietti inizia in “un pomeriggio di un caldo giorno d’agosto a Cincinnati…” quando la madre Kathleen stufa di scorrazzarlo sull’asfalto cocente, “assetata a morte”, lo vende alla cameriera del bar per due pinte di birra. Salvò poi, rinsavire e rastrellare tutta la città per giorni interi, lei e lo zio, per riportarlo a casa. Povero Charlie. Disgrazia peggiore non gli poteva capitare di una madre sobria.

 

charles manson 3

Un feroce assassino? Il ritratto di Buoncristiano in forma di monologo, che importa quanto reale e quanto immaginario, lo fa capire: Manson è il nostro incubo preferito. Dopo essere stato per tanti anni un pezzetto di merda da schivare, a cominciare da chi avrebbe dovuto amarlo. Una rockstar fallita, una specie di lebbroso della vita, un cane bastonato che sbanda e rantola nei recessi del mondo, Manson diventa, a sua insaputa, l’icona unificante e indiscutibile del Male. Quando lo capisce, corregge la croce in svastica e la smorfia in ghigno. Si sotterra nella maschera che gli ha dettato il mondo.

charles manson 2

 

Manson non è stato altro che inferno. Non ha conosciuto altro che inferno. Da sociopatico s’è infilato come il peggiore dei virus nel caos poroso dell’amore libero e delle allucinazioni da acido, diventando lui stesso la più estrema delle allucinazioni. Non avendo mai avuto una famiglia (non certo quella subìta da figlio, meno che mai quella negata da marito e padre) sognava di farsene una di adulatori della sua musica.

 

O quanto meno de suoi deliri, dopo che la sua musica fu trattata come carta per pulirsi il culo. Manson è il mostro utile, conclamato e confezionato, che esonera tutti noi dal sospetto di essere parte di lui, che ci scagiona dall’abisso malcelato della nostra doppiezza. (“Io sono solo ciò che vive dentro di voi…”). Nella realtà, ma chi ha la sfrontatezza di guardare in faccia la realtà, era una specie di nano tascabile di un metro e cinquantasette. Se ne stava chiuso in un minuscolo armadietto il giorno in cui lo vennero a cercare e non lo trovavano, perché nessuno poteva immaginare che un uomo si potesse nascondere in quel buco.

 

charlses manson e la sua family

Probabile che l’inferno di Manson non fosse tanto diverso da quello di Polanski e di tanti altri, solo che Manson non ha conosciuto la confortevole redenzione del talento. Meno che mai il consolante lusso del percepirsi infelice. La svastica sulla fronte è l’unica sua debolezza, l’unica concessione a un cliché mondano, dentro lo spartito di una “musica brutal”. Lo stesso teatro della crudeltà dove tutti ci agitiamo, ognuno sbattendosi a modo suo. “Nella tua trappola ci son caduto anch’io”. Vista da qui, dalla gola profonda di Cocciante, siamo tutti vicini della porta accanto. Tutti nello stesso spartito. Chi è il martire? Chi è il carnefice? Le occhiate bestiali di un Manson in formato demonio non suonano più minacciose delle sdolcinate strofe dell’Alex del Piero in versione querula badessa nello spot di Sky, quando dal suo puff celeste convoca la mandria delle anime belle a sprofondare nella stessa melassa.

 

Solo che l’uno ci fa sapere i suoi polmoni tisici e i denti marci, nemmeno più buoni per masticare gli adorati pop corn, l’altro la sua plastica di alta sartoria. “La bestia vuole essere ingannata” diceva Nietzsche. E forse pensava alla voce di Del Piero.

 

 

 

 

 

charles manson

 

charles manson charles manson charles manson charles manson afton elaine burton e charles mansonsharon tate e charles mansonafton elaine burton e charles manson charles manson 3CHARLES MANSONcharles mansonCHARLES MANSONTATE POLANSKI charles manson 4la famiglia di charles mansoncharles manson 1charles manson susan atkins e charles manson

 

Ultimi Dagoreport

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)