ER BARCAROLO VA CONTROCORRENTE? NO, VA A CASA – LO STOP ALLA NAVIGAZIONE SUL TEVERE E’ SOLO L’ULTIMO RANTOLO DI ROMA

I “battelli di Roma” finiscono nei depositi - L’idea di Veltroni, anno del Signore 2003, di emulare i “bateaux mouches” parigini è finita in caciara - Motivo? Le rive sono in stato di degrado, il fiume è una discarica e scorrazzano nutrie formato maxi… - -

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Lilli Garrone per il "Corriere della Sera - Edizione Roma"

NUTRIE DEL TEVERENUTRIE DEL TEVERE

Stop ai «Battelli di Roma». Dopo un decennio (la partenza è stata il 27 aprile del 2003) potrebbe sparire la navigazione sul Tevere. Il sogno era quello di emulare i bateaux mouches parigini, il Tamigi londinese, o la tranquilla navigazione sul Danubio a Vienna: modelli di riferimento dai quali il fiume di Roma è, purtroppo, lontanissimo.

«Con la navigazione sul Tevere -disse l'allora sindaco Walter Veltroni - rinascerà quella parte di città che vive sotto i muraglioni», ma con il bando del Campidoglio di due milioni di euro si è andati avanti solo per qualche tempo: ben presto sono spariti i bus fluviali (si andava con un euro e sei fermate da ponte Duca d'Aosta all'Isola Tiberina), adesso l'addio è anche per quella turistica che pure trasporta mediamente 40 mila passeggeri l'anno. Motivo?

«Il degrado è sotto gli occhi di tutti - afferma Mauro Pica Villa, consigliere di amministrazione dei "Battelli di Roma" oltre che figlio di Claudio Villa - L'ultimo grande intervento di pulizia sulle rive, sulle banchine e di bonifica dei muraglioni è stato fatto nel 2008 con i fondi della protezione civile perché era stata indetta la calamità naturale: dopo di allora nulla».

NAVIGAZIONE SUL TEVERENAVIGAZIONE SUL TEVERE

E così quest'anno le tre barche, l'Agrippina Maggiore (per le cene), Rea Silvia (70 posti) e Cornelia (90 posti) sono ferme nei depositi, mentre gli altri anni a Pasqua erano già in attività. Ma «non abbiamo ripreso la navigazione per rispetto dei turisti - aggiunge Mauro Pica Villa - Già l'anno scorso non siamo mai andati oltre ponte Nenni perché la situazione era inqualificabile: ogni giorno c'è un nuovo insediamento sotto i ponti, con la piena fino a poco tempo fa gli alberi sono tutti un sacchetto di plastica, i muraglioni sono discariche. Così non riprendiamo anche se avevamo perfino le cene serali prenotate sull'Agrippina».

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Chi naviga e chi fa sport lungo il fiume sente che l'interesse per il Tevere è come diminuito: non se ne parla molto neppure nei programmi elettorali dei candidati a sindaco. Forse perché molto dipende anche dalla Regione: «Io spero che la nuova amministrazione di Nicola Zingaretti possa in parte recuperare il tempo perduto- aggiunge Pica Villa - in questi anni l'unica cosa che hanno fatto sono state solo le concessioni demaniali per le manifestazioni, come l'Estate Romana, bancarelle e quant'altro. Così non si parte. Del resto basta affacciarsi dai muraglioni per vedere la situazione, ci sono tronchi sotto tutte le arcate dei ponti che se si spostano sono anche pericolosi per la navigazione».

Ed in effetti se si fa anche un rapido sopralluogo si vedono attracchi e pontili divelti impossibili da utilizzare, «anche se quelli dei Battelli sotto Castel Sant'Angelo e all'isola Tiberina sono in sicurezza», lungo le scale per scendere odori nauseabondi e gli alberi effettivamente con i sacchetti di plastica. «Ma asfaltiamolo 'sto Tevere», secondo la battuta di Carlo Verdone nel film il «Gallo Cedrone», è l'amara conclusione di Mauro Pica Villa: «Almeno ci scorrono le macchine».

 

 

 

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